Nuova vita in cima… ai grattacieli

Un giovane team di architetti ha presentato un interessante progetto di riqualificazione urbana

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Nuova vita in cima… ai grattacieli

Svettanti sui profili delle città, anche i grattacieli hanno una Giornata a loro dedicata, che si celebra il 3 settembre in memoria dell’architetto Louis H. Sullivan, nato in questo giorno del 1856 e ritenuto il padre di questi edifici. Se la parola ci fa venire in mente gli skyline di New York o delle megalopoli asiatiche, ci sono anche molti grattacieli nella nostra Fiume che celano diverse curiosità e, soprattutto, tante potenzialità. Gli stessi hanno un’identità che li distingue dagli altri colossi di vetro e acciaio che affollano tutte le grandi metropoli del mondo, imponendosi come parti essenziali dell’urbanità fiumana, icone cittadine delle quali sappiamo poco. A scoprirle e raccontarle, al fine di assegnare un nuovo ruolo al capoluogo quarnerino sulla carta architettonico-urbanistica della Croazia, è un team di giovani architetti, tutti membri della Sezione, segmento dell’Associazione degli architetti di Fiume, autori della pubblicazione “Grattacieli: manuale per l’attivazione”, ovvero Martina Mataija, Ana Orlić, Damian Sobol Turina, Ariana Sušanj e Gorana Stipeč Brlić, quest’ultima in qualità di coordinatrice, editrice e project manager.

Nuovi spazi conviviali

La pubblicazione, che si estende in 180 pagine, presenta una combinazione unica di vari punti di vista inerenti all’architettura dei grattacieli residenziali di Fiume e ai passi da intraprendere per attivare gli spazi trascurati e dimenticati di questi giganti di cemento. La stessa rappresenta anche la conclusione del progetto “Grattacieli”, ideato dalla Sezione nel 2017 e, come rilevato dagli autori, è indirizzata agli abitanti dei grattacieli, alla cittadinanza e a tutti gli interessati alla tematica. “Il libro non è stato realizzato solo per gli addetti ai lavori, ma si rivolge a tutti, anche ai bambini, che possono trovare uno spunto d’interesse e divertimento nelle belle illustrazioni”, ha esordito la coordinatrice. “Lo stesso racconta e approfondisce la storia dell’ideazione ed edificazione dei grattacieli fiumani nei rioni di Torretta, Podmurvice, Rastočine, Vežica superiore, Cosala, Zamet, Cantrida e Sušak, ma propone anche utili suggerimenti su come ridare nuova vita a un grattacielo, magari con l’applicazione dell’ormai diffusamente gettonata architettura green, che sta ricevendo grande riscontro nelle metropoli e non, e riguarda l’inserimento di tetti giardino o facciate verdi”, ha rilevato.

Le cime più alte si trovano a Torretta

Vita in sospensione

Mentre ammiriamo la città rinascere in verticale, in un’ardita salita tra le nuvole, con i piedi per terra osserviamo così la spinta verso l’alto, che porta mani e matite a immaginare la vita (quasi) in sospensione. Qui, in un continuo susseguirsi di grattacieli chiacchierati, discussi e raccontati, il tour ad alta quota è un giro intorno al mondo, un’esperienza unica che fa conoscere e osservare la città, ma anche gli edifici stessi, da un’altra prospettiva, rigorosamente green. Una visione che permette di immaginare rivitalizzati anche gli spazi interni dei grattacieli, quelli condivisi, quali corridoi, cantine, pianerottoli, terrazzine… Il ridimensionamento e la rinascita, quindi, di spazi che, oltreché grigi e oscuri, se non addirittura brutti, possono venir trasformati in luoghi conviviali, in cui incontrarsi e socializzare. A tal proposito, Stipeč Brlić ha spiegato che “quest’anno l’Unione europea ha presentato il programma ‘New European Bauhaus’ che esorta, tra l’altro, all’inclusione, alla sostenibilità, al riciclaggio, ovvero al riutilizzo di infrastrutture, edifici e risorse già esistenti. Ed è ciò a cui mira anche il nostro progetto, per coinvolgere e attivare la comunità, facendola riflettere sulle possibili soluzioni e potenzialità di un patrimonio già presente, avvicinarglielo, al fine di evitare la demolizione dello stesso. Ci auguriamo che, sull’onda delle nuove idee e tendenze europee, Fiume diventi una città migliore”, ha detto.

Gli edifici a Torretta

Il progetto

Martina Mataija ha rilevato che il primo incontro della Sezione ha avuto luogo nel 2016 su iniziativa di Ariana Sušanj. L’obiettivo era creare un gruppo di lavoro formato da esperti del settore, tra cui soprattutto architetti, designer, urbanisti, ingegneri, per discutere sulla situazione in città, su ciò che in essa manca, su ciò di cui abbisogna, sottolineando che “proprio in quell’occasione è nata la nostra Sezione, un’associazione di giovani ‘ricercatori’. La scelta di occuparci proprio dei grattacieli fiumani è riferita al fatto che, se osserviamo Fiume dal mare, gli stessi sono quelli che spiccano più di qualsiasi altra cosa, cadono nell’occhio in maniera prepotente. Volevamo, tra l’altro, capire, quanto e se rappresentano l’identità cittadina, che cosa ne pensa la gente che ci vive, quale e quanta vita vi è in essi”, ha spiegato.

Fasi di realizzazione

“Le fasi di realizzazione del nostro progetto sono state tante – ha proseguito Sušanj –, dall’organizzazione alla riflessione sugli orti urbani, dalla comunicazione con il pubblico alla realizzazione in sé. La comunicazione è stata effettuata attraverso svariati media, molti contatti con tante persone, allo scopo di attivare la comunità e risvegliare la coscienza su che cosa i grattacieli, in effetti, sono e in quanti e quali modi possono venir utilizzati. Ciò che ci preme trasmettere è che la realizzazione e la concretizzazione di una nuova vita su questi edifici non è soltanto un’idea passeggera, bensì rappresenta un progetto permanente. Dalle fotografie presentate in mostra è percepibile quanto si possa fare. Noi abbiamo organizzato laboratori di disegno, tour, concerti. Tutto ciò ha motivato anche altre associazioni ed enti a inventarsi programmi simili, tutti molto validi, come ad esempio quello realizzato dalla Biblioteca civica di Fiume con il progetto ‘Leggere in posti insoliti’, ha spiegato.

Il volume è stato pubblicato dall’Associazione degli architetti di Fiume e realizzato in collaborazione con l’Università e con il DeltaLab – Centro per la transizione urbana, l’architettura e l’urbanistica. I testi, corredati da numerose fotografie, sono firmati da Kristian Benić, Lidija Butković Mićin, Bia Gec e Petra Mrša.

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