Niente panico. «Sarà il solito burlone»

Abbiamo tastato il polso ai cittadini sui falsi allarmi bomba relativi ai Grandi magazzini Ri in Corso, lanciati da ignoti nelle ultime due settimane

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Niente panico. «Sarà il solito burlone»
I Grandi magazzini Ri in Corso. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Dopo circa una settimana dal primo falso allarme per quanto riguarda un ordigno esplosivo nel centro commerciale Ri, lunedì scorso qualche bontempone si è preso la briga di seminare nuovamente il panico. La Polizia ha anche questa volta reagito prontamente e ha fatto evacuare l’edificio. Dopo un lungo sopralluogo è stato appurato, per fortuna, che nessuna bomba o altri marchingegni stavano minacciando clienti e dipendenti dei negozi. Abbiamo deciso di sentire cosa ne pensano a proposito i cittadini, quanto sono preoccupati o meno. Tanti quelli che non avevano assolutamente idea di queste minacce, altri invece non hanno voluto commentare perché “avrebbero tanto da dire ma meglio stare zitti”. Altri ancora, senza fermarsi, hanno dichiarato di avere problemi molto più seri di questo. “Penso che si tratti solo di una presa in giro di qualcuno che non ha niente di meglio da fare. Secondo me una persona che ha forse anche dei problemi psichici e si diverte in questo modo. La Polizia dovrebbe ora scoprire chi sta dietro a queste telefonate. Non credo siano minacce serie. Fiume è una città pacifica e tollerante, non dovrebbero esserci problemi. Paura? No. Di solito faccio velocemente il giro dei negozi, risolvo quello che ho da fare e me ne vado”, ci dice Željko.

Rina lavora nel negozio che si trova nel pianoterra del centro e per la seconda volta ha assistito all’arrivo della Polizia. “Mi viene da pensare che il centro sia forse una spina nel fianco a qualcuno, anche se sono più convinta che si tratti di un burlone. Il 22 ottobre, quando c’è stata la prima telefonata, ero appena arrivata a lavoro e quindi sono rimasta un po’ scioccata nel vedere tutta la Polizia presente, visto che nessuno sapeva niente in quel momento. Lunedì invece, appena li ho rivisti, ho capito che probabilmente era per lo stesso motivo. Non mi sono spaventata più di tanto, ero più preoccupata per i clienti presenti nei negozi. Visto come sono andate le cose a Zagabria, dove i centri sono stati evacuati più volte in poco tempo, mi aspetto una terza telefonata. Forse cambierà solo la meta. Sento tanti commenti in giro che nominano la Russia, i migranti… Insomma, io spero solo che non succeda più perché crea disagi inutili”, ha dichiarato Rina.

Jadranka ci scherza sopra. “Non va bene se qualcuno chiama per dire che c’è una bomba e poi non succede niente. Non è giusto nemmeno che ci sia l’ordigno e che nessuno ce lo faccia sapere. Scherzo ovviamente. Non saprei cosa dire su questo fatto. Non sono una persona che si fa prendere dal panico e se dovessi trovarmi nel negozio quando arriva la telefonata, cercherei di uscire quanto prima ma senza troppo scalpore. Penso che il panico non aiuti assolutamente”, ha detto. Marija invece è del parere che se la notizia della bomba è vera, poco importa se ci troviamo all’interno del centro o lungo il Corso. “Penso che il danno sarebbe comunque grosso anche per i passanti. Vado raramente nei centri commerciali. Concretamente in questo solo perché visito l’ottico. Non so come finirà questo ‘gioco’, dipende da chi è il responsabile di questi falsi allarmi”, spiega Marija.

Igor, come tante altre persone, non sapeva niente di questi falsi allarmi. “È la prima volta che sento questa notizia. Comunque penso che un po’ di preoccupazione dovrebbe esserci. Forse è solo uno scherzo o forse anche di qualcosa di serio che magari adesso non viene preso in considerazione. Forse si tratta di guerra ibrida, non saprei cosa dire. Comunque sia bisogna trattare la cosa con i guanti”, ha concluso il nostro interlocutore.

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