
Nata a Fiume, cresciuta a Kraljevica dove risiede tutt’ora, due figlie di 5 e 10 anni, laurea in giurisprudenza, poi il tirocinio in uno studio legale. Ha il suo studio a Fiume, ormai da otto anni, occupandosi di diritto di famiglia e diritto penale, soprattutto a sostegno delle donne vittime di violenza. Questo è il biglietto da visita di Morena Lekan, candidata a presidente della Regione litoraneo-montana a rappresentare “Možemo!”. Quattro anni fa era stata eletta nell’Assemblea regionale assieme a Orjen Petković che, in caso di successo il 18 maggio, sarebbe uno dei suoi due vice. L’altro è Nenad Hodap. Il primo traguardo è stato raggiunto con il numero necessario di firme di sostegno consegnate alla Commisisone elettorale regionale. Rimangono due settimana di campagna e quindi l’appuntamento alle urne. Lekan fa anche parte delle Commissioni giustizia e legislazione.
A livello regionale ci sono al potere delle strutture politiche piuttosto consolidate, da parecchi anni. Ci vuole coraggio per mettersi in gioco? “Mi sono convinta a intraprendere questo passo dopo quattro anni nell’Assemblea regionale. In questo periodo abbiamo imparato molte cose e rendendoci conto che certe cose possono venire migliorate. È vero, c’è un potere consolidato, che regge da trent’anni con la lunga presidenza di Zlatko Komadina che se ne va in pensione. C’è SDP, il suo partito, che intende rimanere lì, con un altro candidato. Noi crediamo che sia giunto il momento di cambiare qualcosa, di vedere qualcun altro con una visione diversa sul futuro della Regione”.
Quali sono le cose che andrebbero cambiate?
“Una di queste è indubbiamente la sanità. La Regione, come organo amministrativo, viene sottovalutata. Viene considerata come una via di passaggio tra il potere statale e quello locale, spesso ritenuta inutile. Non è così.La Regione ha un bilancio considerevole e uno dei segmenti che copre è proprio quello della sanità. Abbiamo tre ospedali speciali, una casa di cura a Lussinpiccolo, tutte istituzioni in cui è necessssario invertire la rotta. Ci sono delle lunghissime liste d’attesa nonostante i grossi investimenti, anche con i mezzi statali decentralizzati. Vengono aumentate le capacità ricettive, ma non per quelle che dovrebbero essere le funzioni primarie della sanità pubblica. Si investe nei wellness, medicina estetica, come nel caso della Thalassotherapia di Abbazia. Il denaro pubblico viene speso per sviluppare il turismo sanitario e non per quello che dovrebbe essere il ruolo della Regione che è fondatrice di queste strutture. Non possiamo accettare che si debba attendere sette mesi per una visita dal cardiologo o un anno e mezzo per la terapia fisica.Allo stesso tempo un intero piano della struttura viene riservato alla medicina estetica che ha principalmente una funzione commerciale. Dei 150 posti letto nella casa di cura a Lussinpiccolo soltanto trenta sono disponibili attarverso il sistema di previdenza sanitaria”.
Sanità e assistenza sociale vanno a braccetto. Come siamo messi?
“In primo luogo – risponde Morena Lekan -, è becessario agire con urgenza per ampliare le capacità ricettive nelle case di riposo per anziani. Credo che lo dicano un po’ tutti. Le case di riposo, però, non sono l’unico modo in cui occuparci delle persone anziane. Nel nostro programma proponiamo, in collaborazione con gli enti locali, cioè città e comuni, di istituire il servizio di soggiorno diurno o per più giorni in un tempo limitato, per consentire ai familiari di andare al lavoro o di affrontare un viaggio”.
Tra i temi su cui punta la candidata di “Možemo!” ce n’è uno che ruguarda l’istruzione.
“Affronteremo la questione dell’alimentazione nelle scuole. Lo Stato copre il costo della merenda a scuola, ma riteniamo che la Regione possa e debba contribuire, cofinanziando questo segmento per dare la possibilità di offrire dei prodotti sani. Inoltre, sarebbe necessario unificare l’appalto pubblico, acquistando da fonti “verdi”. Si parte con dei progetti pilota, adeguando anche le cucine alle nuove esigenze. In Slovenia e Austria, per esempio, queste riforme sono state fatte in tempi non brevissimi, ma vale la pena di iniziare. Perché non includere il Centro per lo sviluppo agricolo del Gorski kotar, mettendolo in contatto con le scuole? Si potrebbero rifornire di marmellate e succhi di frutta naturali”.
Le politiche ambientali stanno particolarmente a cuore al partito “Možemo!”, attivo in questo senso negli ultimi quattro anni a Fiume e nella Regione.
“L’ambiente è un tema in cui la Regione, forse, non ha le prerogative per agire. Ci sono i casi dell’impianto di Marišćina, il pozzo nero Sovjak, il continuo inquinamento del mare da parte dell’INA a Urinj. Per prima cosa è fondamentale parlarne, rivolgendosi con determinazione alle strutture statali. Noi cercheremo di migliorare la rete del sistema di rilevamento dell’inquinamento dell’aria e del mare attarverso l’Istituto regionale di salute pubblica. Parliamo di qualcosa che è possibile fare, con dati aggiornati a disposizione dei cittadini”.
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