
Dovrebbe durare circa una settimana l’operazione di scarico delle due gru STS, giunte martedì pomeriggio a Fiume. Durante il viaggio, hanno fatto loro compagnia altre due gru gigantesche, destinate però al terminal container del porto di Gioia Tauro. L’operazione di scarico è molto delicata e richiede un’estrema precisione, nonché un perfetto coordinamento tra le “squadre” a bordo della nave e quelle a terra. La durata dell’operazione in effetti dipenderà dalle condizioni meteorologiche. Ciò non deve sorprendere se si considerano le dimensioni di queste gru, alte 138 metri con il braccio alzato, con capacità di sollevamento sotto spreader di 65 tonnellate e pesanti 1.700 tonnellate ciascuna. Lungo la banchina operativa si muoveranno su binari speciali, avendo una distanza delle carrelliere di 30 metri. Sono state costruite dalla Shanghai Zhenhua Heavy Industries, uno dei maggiori produttori mondiali di attrezzature portuali, marine e navali quali gru, navi e grandi strutture in acciaio.
Le due STS giunte a bordo della Yhen Hua 29, come pure quelle che arriveranno tra qualche mese, probabilmente a gennaio, appartengono alla generazione super-postpanamax, ossia permettono il carico e lo scarico dei container dalle più grandi navi portacontainer in circolazione in tutta la loro altezza, larghezza e lunghezza. Le operazioni portuali in Molo Zagabria dovrebbero iniziare nel 2025 con una capacità annuale di 650.000 TEU, per superare il milione di TEU nella fase successiva, che prevede l’allungamento della banchina per ulteriori 290 metri. Con una profondità del mare di circa 20 metri, Rijeka Gateway, che potrà fruire di un periodo di concessione di 50 anni, sarà in grado di accogliere le portacontainer più grandi del mondo, quelle con una capacità di carico di oltre 24mila TEU, per intenderci.
Le sale di controllo al Metropolis
In Molo Zagabria sono già arrivate 15 gru a portale RTG con pneumatici in gomma – chiamate così per la loro forma a carro ponte e destinate alla movimentazione dei container –, nonché due grandi gru a portale su rotaie (RMG) per le operazioni di carico/scarico su treno, già posizionate all’altezza del nodo ferroviario. Il terminal sarà attrezzato ancora con 28 trattori elettrici e altri 14 veicoli elettrici. Tutte le gru, sia quelle sulla ferrovia, che quelle sul terminal e sulla banchina operativa, saranno gestite a distanza dalle sale di controllo che saranno sistemate nell’ex Magazzino 22, che fa parte del complesso portuale protetto Metropolis, attualmente in fase di ristrutturazione. In questo complesso saranno ospitati gli uffici dell’azienda Rijeka Gateway e tutti i servizi collegati al terminal. Ciò migliorerà la velocità di movimentazione delle merci e ridurrà al minimo la presenza di personale sulle aree operative, aumentando significativamente la sicurezza dei lavoratori.
Non dorme neppure Trieste
Se Fiume si sta attrezzando, non dorme neanche il porto di Trieste, che attende a marzo le nuove gru per il Molo VII. Nei giorni scorsi, infatti, si è conclusa la demolizione della gru di banchina che lascerà spazio al nuovo equipment atteso in primavera, ossia le due nuove STS che fanno parte del progetto di ampliamento del Molo VII, gestito da Trieste marine terminal. Le nuove attrezzature fanno parte dell’accordo tra Authority e TMT (controllata all’80% da MSC) per ampliare il Molo VII, che sta per essere sottoposto a manutenzione e all’inserimento del “cold ironing”. Il Piano integrato prevede un intervento di allungamento (100 metri) e allargamento (140 metri) della struttura, tale da consentire l’ormeggio simultaneo di due navi porta container di nuova generazione.
Nuovi 300 posti di lavoro
Rijeka Gateway, il più grande progetto nel settore della logistica in Croazia, ha assicurato l’elettricità da fonti di energia rinnovabile per il funzionamento del nuovo terminal container. Questo ridurrà significativamente le emissioni di CO2 e di altri gas nocivi. Il terminal fiumano – una joint venture tra APM Terminals e il Gruppo ENNA – sarà il più avanzato nella regione adriatica, con la maggior parte delle attrezzature elettrificate e ampiamente telecomandate. Quando sarà pienamente operativo, il terminal creerà direttamente 300 posti di lavoro per professionisti di vari profili.
Il contratto per l’uso di elettricità rinnovabile – leggiamo sul sito di APM Terminals – è attivo dall’inizio della costruzione e continuerà durante la fase operativa del terminal. L’energia rinnovabile proviene da fonti solari ed eoliche, ed ENNA Next – un fornitore di elettricità – rilascia certificati verdi per garantire che l’intera fornitura provenga da fonti rinnovabili.
Il ruolo di ENNA Next
“ENNA Next è lieta di avviare la collaborazione con Rijeka Gateway per la fornitura di energia rinnovabile. Come uno dei principali fornitori di energia in Croazia, acquistiamo elettricità rinnovabile da oltre 800 produttori in Croazia e Germania. Oltre ai prodotti standard di elettricità e gas, prestiamo particolare attenzione allo sviluppo di fonti di energia rinnovabile per i nostri clienti”, afferma Nenad Ukropina, membro del CdA di ENNA Next.
“Abbiamo lanciato diverse iniziative che possono aiutarci a diventare uno dei terminal più sostenibili in questa parte del mondo. Una di queste iniziative è proprio l’uso di fonti di energia rinnovabile. Come grande consumatore di elettricità, riteniamo che utilizzare fonti di energia sostenibili sia un passo fondamentale per raggiungere la sostenibilità a lungo termine del terminal”, ha dichiarato Peter Corfitsen, CEO di Rijeka Gateway.
Riduzione dell’inquinamento luminoso, acustico e marino
Rijeka Gateway sta inoltre lavorando su diversi fronti per proteggere l’ambiente. Il terminal sarà dotato, ad esempio, di un sistema altamente efficiente di gestione e drenaggio delle acque che eliminerà la possibilità di inquinamento marino. Anche l’inquinamento luminoso sarà ridotto, grazie a sistemi di illuminazione automatizzati che garantiranno che le parti inattive del terminal non siano illuminate quando non in uso.
Inoltre, saranno introdotte diverse misure per mantenere i livelli di rumore al di sotto dei limiti fissati dalla legge. Queste includono un sistema – il cosiddetto “cold ironing” o “stiratura a freddo” – che fornisca elettricità alle navi dalla terraferma, riducendo la necessità di far funzionare i motori principali e ausiliari delle navi. Tutte le gru del terminal, inoltre, utilizzeranno una tecnologia di atterraggio morbido per ridurre il rumore durante il carico dei container. Inoltre, nuovi tipi di segnali acustici sostituiranno il tradizionale “bip” con un rumore bianco meno intrusivo.
“Dall’inizio di questo progetto, abbiamo voluto che Rijeka Gateway fosse più di un semplice generatore di prosperità economica per Fiume, il resto della Croazia e la regione. Vogliamo essere un buon vicino, facendo tutto il possibile per minimizzare l’impatto del terminal sull’ambiente e sulla comunità locale, creando al contempo posti di lavoro e opportunità di crescita sostenibile”, ha concluso l’amministratore delegato di Rijeka Gateway, Peter Corfitsen.
Le emissioni di ambito 2
Va detto che APM Terminals è il maggiore consumatore di energia elettrica all’interno del gruppo A.P. Moller-Maersk, rendendo così cruciale la transizione verso operazioni portuali alimentate da energia rinnovabile nell’ambito degli sforzi del gruppo per la decarbonizzazione. APM Terminals sta inoltre lavorando costantemente per elettrificare i propri terminal come parte del suo obiettivo di settore, ossia raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040. Questo obiettivo ambizioso rende vitale il passaggio alle risorse energetiche rinnovabili. L’utilizzo di energia rinnovabile al Rijeka Gateway supporta l’ambizione di A.P. Moller-Maersk di impiegare il 100% di elettricità rinnovabile entro il 2030, per ridurre le emissioni di ambito 2.
Per chiarire, diremo che le emissioni di ambito 2 sono emissioni indirette causate dal consumo di energia acquistata, come elettricità, riscaldamento o raffreddamento. Ciò include l’energia acquistata per il funzionamento dell’azienda o per il funzionamento del suo parco veicoli. L’ambito 2 è indiretto perché le emissioni derivano dal consumo di energia dell’azienda dichiarante, ma vengono rilasciate al di fuori delle strutture da essa controllate. La cattura delle emissioni dell’ambito 2 è importante perché quasi il 40% delle emissioni mondiali di gas serra è dovuto alla produzione di energia e metà di questa energia è consumata dalle aziende. L’energia acquistata tende inoltre a offrire alle aziende le maggiori opportunità di risparmio. Tra gli esempi vi sono l’implementazione di misure di efficienza energetica, la partecipazione ai mercati dell’elettricità verde o l’installazione di impianti di cogenerazione in loco.

Foto: IVO VIDOTTO
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