Migranti a Drenova? Fake news

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Migranti a Drenova? Fake news

Da qualche mese a questa parte si è nuovamente intensificata l’ondata migratoria, con decine di migliaia di persone che stanno attraversando la cosiddetta rotta balcanica, il percorso che dalla Grecia si snoda verso Albania, Macedonia, Montenegro, Serbia e Bosnia ed Erzegovina, da dove premono per entrare in Croazia. Questo è forse il confine più semplice da attraversare: centinaia di chilometri di boschi lungo l’ex linea del fronte delle guerre balcaniche. Qui poi la rotta si divide: una pista prevede la risalita attraverso la Slovenia e l’Ungheria in direzione del Paese che sembra essere il sogno di tutti, la Germania. L’altro percorso porta invece a occidente e punta verso l’Italia. Sebbene la situazione attuale non possa venire paragonata a quella di due anni fa, questa resta comunque molto seria.

Nel tentativo di valicare il confine sloveno, gruppi di migranti inevitabilmente attraversano anche la nostra Regione. Vagano per i boschi del Gorski kotar da cui poi raggiungono il circondario fiumano. Persone in fuga sono state avvistate nelle aree di Jelenje, Grobnico, Čavle, Castua, Klana, Platak, dove la settimana scorsa avevano fatto anche irruzione in alcune case di villeggiatura in cerca di riparo dopo essere rimaste sorprese dal maltempo. Negli ultimi giorni, però, sui social sono iniziati a circolare post su un nutrito gruppo di migranti che si aggirerebbe nel quartiere di Drenova e di cittadini spaventati che di sera si barricano in casa. Ma sarà veramente così? Visto che le notizie sui social vanno sempre prese con cautela, decidiamo di fare un giro nei luoghi indicati dalle segnalazioni.

Un volto familiare

Prima tappa del nostro “tour” è il bunker vicino al vecchio cimitero di Drenova. Ci addentriamo nel bosco e subito all’entrata notiamo… segni di vita: indumenti, coperte, resti di cibo e spazzatura. Proseguiamo facendoci strada muniti di torce e cellulari. Il tunnel è stretto, quasi claustrofobico. Calpestiamo ossa di animali, mentre lo stillicidio ci gocciola sulla testa. Ci sembra di essere sul set di un film horror. Non troviamo più nulla. Usciamo, saliamo in macchina e partiamo in direzione di Veli Vrh dove, un po’ a sorpresa, ci imbattiamo in un volto familiare: il collega del Novi list, Damir Cupać, in modalità mountain biker. “Siete in cerca di migranti? – ci domanda tra il serio e il faceto –. Guardate che qui gli unici migranti sono quelli che come me fuggono dal caos cittadino… Non troverete niente. Ogni giorno passo per questi boschi e vi posso assicurare che non ho mai visto nessun profugo, né io né tante altre persone che frequentano questi posti”.

«Ma quali migranti…»

Vuoi vedere che alla fine è tutta una bufala? Non demordiamo e, torce e cellulari alla mano, entriamo nel bunker sottostante. L’unica cosa che troviamo è una tavolozza con sopra una lattina vuota di una bibita gassata. Decidiamo allora di scendere a Drenova e chiedere direttamente ai residenti. Qui le risposte sono univoche: “Abbiamo letto anche noi degli avvistamenti, ma di migranti in giro non se ne vedono proprio”. Sempre sui social, un utente sosteneva di aver visto dei migranti uscire da un panificio della zona. Varchiamo l’entrata e alla nostra domanda la commessa ci guarda stupita: “Ma quali migranti… Qui non è passato nessuno”.

Fake news

A questo punto un unico concetto affolla la nostra mente: fake news. Insomma, qualche buontempone avrà pensato bene di buttare l’esca e in tanti hanno abboccato, scatenando in breve tempo una sorta di psicosi collettiva. Ovviamente senza prima verificare la veridicità della notizia. Sia chiaro, ciò che abbiamo trovato nei bunker potrebbe anche essere la testimonianza del loro passaggio (a onor del vero anche di senzatetto, tossicodipendenti…), ma in questo caso si tratta di casi isolati di qualche migrante che magari si è perso e ha sbagliato strada. A ogni modo il livello di guardia rimane alto perché quotidianamente sono decine (se non centinaia) le persone che vagano per i boschi della nostra Regione nel tentativo di raggiungere l’Occidente. E la frontiera con la Slovenia è molto vicina.

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