Mercati cittadini di Fiume, il pesce scarseggia e si fa desiderare

Tempo ballerino e i commercianti si prendono una breve vacanza. I turisti si godono uno dei rioni più caratteristici della città

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Mercati cittadini di Fiume, il pesce scarseggia e si fa desiderare
Scarsa l’offerta del pesce. Foto: IVOR HRELJANOVIC

Tempo instabile ieri ai mercati cittadini, tanto che una parte dei commercianti si è presa qualche giorno di vacanza. In compenso i turisti stranieri erano quelli che si sono goduti una bella passeggiata tra i banconi della parte esterna, ma pure nell’elegante edificio della pescheria.

L’offerta invece rispecchiava l’avvicinarsi dell’autunno. Tra la frutta, a farla da padrone erano le prugne, che quest’anno, a detta dei coltivatori abbondano, tanto che non mancheranno per la vendita diretta e nemmeno per preparare confetture, succhi di frutta e grappe di varia gradazione alcolica. Questi dolcissimi frutti di stagione si trovano già a 1,20 euro al chilogrammo. Non manca nemmeno l’uva in tutte le sue varianti, il cui prezzo va da 1,80 euro ai 3 euro. Le mele, le pere, le banane vengono offerte a 2 euro, i mandarini a 2,50 euro, il melograno a 3,5 euro, mentre mezzo chilo di fichi freschi veniva offerto a 5 euro. Negli ultimi tempi si nota la mancanza di limoni, sia nostrani che d’importazione. Anche nei grandi supermercati la carenza è visibile e ai mercati cittadini ci sono solo due bancarelle che offrono questi agrumi. Il prezzo? 4-5 euro per un chilogrammo.
Tra la verdura presenti ancora le pannocchie di mais dolce vendute a 50 centesimi il pezzo, poi mazzi di cipolline e ravanelli a 1,50 euro. Il costo delle patate, pure queste con un’annata molto abbondante, si possono trovare a 0,80 euro. In offerta sacchi da dieci chili a 0,50 euro al chilogrammo. Melanzane, cavolo rapa, carote, cipolla e lattuga vengono a costare 2 euro al chilogrammo, pomodori a 2-2,50 euro, bietola e cetrioli a 4, spinaci a 6, gambi di sedano a 7 euro al chilogrammo.
In pescheria poco pesce. Le sardelle si trovano a 3 euro, mentre le acciughe erano a 5 euro al chilogrammo. Stesso importo per le cozze. Il lanzardo costa 6 euro, le orate e le spigole di allevamento 9,50- 10 euro, le razze scuoiate e i latterini 11 e le patarace 12 euro. I naselli venivano venduti a 15 euro, i gamberetti a 18, i polpi a 21, i tranci di salmone e tonno a 24, i calamari a 26, i rombi e le code di rospo a 27, scampi e dentici a 31 euro, pesce San Pietro e scorfani a 39 euro al chilogrammo. Prezzo record per gli astici, 40 euro al chilogrammo.

Uva in tutte le varianti.
Foto: IVOR HRELJANOVIC

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