Mente sana nei giovani: un quadro che preoccupa

Nella Giornata mondiale della salute, la Facoltà di scienze sanitarie ha organizzato una tribuna sul tema «Creare con il sapere una società sana»

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Mente sana nei giovani: un quadro che preoccupa

Per celebrare la Giornata mondiale della salute, la Facoltà di scienze sanitarie ha organizzato una tribuna sul tema “Creare con il sapere una società sana”, illustrato dal direttore dell’Istituto per la ricerca sociale a Zagabria (IDIZ), Boris Jokić, dalle rettrice dell’Università di Fiume, Snježana Prijić Samaržija e dal vicepreside della Facoltà ospitante, Amir Muzur. La preside, Daniela Malnar, è intervenuta in video conferenza in quanto in Macedonia per motivi di lavoro. Presenti pure i vicesindaci Sandra Krpan e Goran Palčevski e Saša Zelenika, della Facoltà d’Ingegneria.

Boris Jokić si è soffermato sulle conseguenze che la pandemia ha avuto sulla salute mentale dei giovani, scaturite da una ricerca che ha coinvolto 161 scuole tra elementari e medie. Per quanto riguarda gli alunni delle scuole elementari il problema principale non è stato tanto psicologico, quanto fisico, a causa della prolungata assenza da attività fisiche. Preoccupanti i risultati relativi agli alunni delle medie superiori e soprattutto ai maturandi. Il 52,6 per cento di essi ha subito conseguenze psicologiche causate dalla pandemia. In questo contesto, ad avere la peggio sono state le ragazze e, in generale, gli alunni più bravi. Inoltre, anche i terremoti hanno causato danni alla psiche dei giovani, rendendoli insicuri e timorosi.

Boris Jokić.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Un problema che non va sottovalutato

Come correre ai ripari? Jokić ritiene che il problema non vada sottovalutato e che sarebbe necessario risolvere a livello statale rendendo accessibili le consulenze degli psicologi nelle scuole, ma anche nelle comunità locali. “La salute mentale è importante per tutti, come pure la prevenzione, però dev’essere accessibile e gratuita per tutti. Siamo bravi ad andare dal medico per lamentarci di qualsiasi disturbo, ma quando siamo tristi tendiamo a chiuderci in noi stessi, soprattutto i giovani. Per questo motivo, le porte dello psicologo devono essere aperte e il servizio accessibile in qualsiasi momento. Ma soprattutto, è necessario imparare a comunicare le proprie paure parlandone a casa, con gli amici, a scuola e non stigmatizzare chi soffre di problemi di psiche”, ha affermato Jokić, puntualizzando però che al momento nelle scuole non c’è un numero sufficiente di psicologi, ma che la questione può venire risolta anche con il coinvolgimento della comunità locale.

Amir Muzur ha parlato invece del nesso che c’è tra la salute e il sapere. “Certamente, una società che punta sul sapere può vivere più serenamente. Per quanto concerne la nostra società, a partire dal livello più basso d’istruzione arrivando a quello più alto, c’è bisogno di una riforma strutturale, altrimenti non saremo in grado di migliorare. Uno dei problemi principali è la mentalità, che andrebbe cambiata. Nella nostra società il valore del sapere è discutibile. Quando impareremo ad apprezzarlo, saremo sulla buona strada”, ha dichiarato. Parlando dei cambiamenti climatici in relazione con la salute, ha detto che bisogna rimediare i danni che l’uomo ha fatto finora e che ci vorrà del tempo, ma che già adesso il livello di consapevolezza è migliorato notevolmente.

La rettrice Snježana Prijić Samaržija ha precisato che questa è la prima di tutta una serie di tribune che verranno organizzate per promuovere la salute e la vita sana. “La salute è indubbiamente collegata alla situazione climatica e all’ecologia e sempre più persone in tutto il mondo puntano sulla vita sana, sul benessere e sulla prevenzione. Lo facciamo anche noi come Università, cercando di sensibilizzare i giovani verso uno stile di vita sano, sia per il corpo che per la mente”, ha concluso.

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