Martinovo selo. Alla scoperta dell’antico mestiere del mugnaio

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Martinovo selo. Alla scoperta dell’antico mestiere del mugnaio

La casetta in pietra, il ruscello, la ruota con le pale spinte dalla forza dell’acqua. Nell’immaginario collettivo un mulino è fatto così. A Martinovo selo (Jelenje), lungo la Rječina e a una quindicina di chilometri da Fiume, si può ammirare più o meno una struttura simile, la più antica ad acqua della Regione che ancora oggi, dopo quasi 370 anni, è in funzione e macina la farina. Il “Gašparov mlin”, che porta per l’appunto il nome del suo primo proprietario, è stato proclamato monumento della cultura ed è una vera attrazione turistica: una volta ce n’erano 27 lungo il fiume, adesso è rimasto solo questo. La struttura viene visitata ogni anno da centinaia di bambini degli asili e delle scuole elementari in occasione della giornata del pane. Ad attenderli c’è sempre il proprietario Bruno Kukuljan, custode di un mestiere in via d’estinzione, quello del mugnaio. L’impianto così come si presenta oggi, risale al 1929, mentre nel 1992 è stato rimesso in funzione dopo un’importante opera di ricostruzione in occasione del 450º anniversario della resistenza contro i Tartari. Chiunque, ovviamente prenotando, può assistere sul posto ai vari processi della produzione della farina, dalla macinatura al setaccio, e quindi acquistare il prodotto finito.

In offerta ci sono sempre le farine di mais e di frumento. Recentemente il mulino è stato dotato di una nuova ruota in quanto quella vecchia si stava letteralmente sfasciando. Abbiamo visitato il “Gašparov mlin” per scoprire l’antico e affascinante mestiere del mugnaio e la storia del mulino. Ad accoglierci è stata Nataša Maršanić, la figlia di Bruno Kukuljan, che porta avanti l’attività familiare. Il padre, infatti, ha già una certa età ed è sempre meno presente nel mulino. “Questo è l’ultimo mulino ad acqua ancora in funzione nella nostra Regione. In passato si lavorava la farina a Trnovica, Kukuljani e Lukeži, ma i mulini sono stati chiusi subito dopo la Seconda guerra mondiale perché all’epoca si verificò il fenomeno dello spopolamento, e quindi non era necessario disporre di altre strutture. Mio nonno Gašpar è stato l’ultimo mugnaio che ha mantenuto in vita il mulino, appunto a Martinovo selo. Il paese ha preso il nome da Martin Juretić, un nostro lontano parente, che nel 1650 costruì il mulino, dando vita anche al villaggio, che portò avanti con i suoi 9 figli. In seguito furono i figli dei figli a lavorarci fino ad arrivare a mio nonno e a mio padre”.

Allegria per le Giornate del pane

Le visite più gradite sono sicuramente quelle dei bambini in occasione delle Giornate del pane. 
“In quei giorni c’è tanta allegria. I bambini sono curiosissimi di vedere come funziona il mulino. Possono toccare con mano il grano, setacciare la farina… Per loro sono cose nuove, che non vedono ogni giorno. Il periodo ideale per le visite? Dopo alcune giornate di pioggia quando il fiume è in piena e si formano le cascate. Ospitiamo anche i turisti che visitano queste zone, ma pure alpinisti e occasionali passanti, che oltre alla solita passeggiata possono scoprire qualcosa di nuovo e originale. E poi c’è chi viene a Martinovo selo per acquistare la farina di granoturco, ingrediente principe per fare la polenta casereccia o con le patate, pasto tipico del Grobniciano”, racconta Nataša Maršanić.

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Un Presidente come ospite

All’interno della struttura ci sono sulle pareti tantissime foto di bambini che hanno visitato il mulino, ritagli di articoli di giornali e foto di ospiti famosi tra i quali il Presidente della Repubblica, Kolinda Grabar Kitarović. “È la nostra ex vicina, che spesso ci fa visita. Ogni volta che viene a casa da sua madre fa tappa anche da noi. Quando di recente abbiamo inaugurato la nuova ruota purtroppo non ha potuto esserci, ma le abbiamo inviato in regalo della farina di granoturco. Ha voluto ringraziare del gesto inviandoci una bellissima lettera, scritta da lei personalmente, che mi ha commosso tanto. Ora la incorniceremo e l’appenderemo sulla parete assieme alle sue foto. Sarà un ricordo bellissimo”, ci ha detto Nataša Maršanić.
Da qualche anno il mulino è diventato anche un posto dove i neosposi posano per le foto ricordo un po’ diverse da quelle classiche. “Da circa 25 anni esiste la tradizione di visitare il mulino in varie occasioni, ma ora abbiamo come ospiti anche i giovani sposini. Alcuni vivono qui in paese, altri arrivano da più lontano. Sono dei bei ricordi, sia per noi che per loro”, ci spiega la proprietaria.

In attesa di un completo restauro

Tenere in vita il mulino però non è assolutamente facile. Parliamo di macchinari antichi , che una volta guasti non possono venir rimpiazzati perché semplicemente non ci sono sul mercato. “Sono pezzi in legno o di ferro, che devono venire rifatti a mano. Quindi dobbiamo rivolgerci a falegnami e tornitori… In altre parole, ci vuole tanta fantasia per trovare la soluzione adatta al problema. Pezzi di ricambio semplicemente non esistono, quindi la manutenzione è determinante. Io purtroppo mi sono ritrovata nel ruolo del mugnaio per cause di forza maggiore. Il papà è anziano con problemi di salute. Lavoro al mercato cittadino di Fiume, ma quando è necessario mi presento regolarmente al mulino. Non è facile però…”, racconta Nataša Maršanić.
La nuova ruota del mulino è stata finanziata dal Comune di Jelenje e dalle Hrvatske vode. Il legno è giunto dalla Slavonia grazie al gemellaggio con il Comune di Cernik, mentre la ruota è stata costruita in Lika. “Abbiamo unito tutta la Croazia – spiega Nataša sorridendo –, e quindi deve funzionare per forza. In tre giorni la ruota era stata costruita e montata. Per noi è stato una grandissima sorpresa. Ora dovrebbe venir rinnovata anche la seconda ruota perché il legno delle pale inizia a marcire dopo tanti anni a contatto con l’acqua. Speriamo che anche questa volta il Comune ci dia una mano”.
In attesa del rinnovo, dopo circa 30 anni, il mulino continua a lavorare, producendo farine di vario tipo che in questi giorni, in vista delle festività, verranno sicuramente usate e trasformate in dolci e delizie varie.

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