Marko Filipović: «Siamo il più grande cantiere a cielo aperto»

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Marko Filipović: «Siamo il più grande cantiere a cielo aperto»
Marko Filipović. Foto: Roni Brmalj

“Fiume è un grande cantiere aperto, il più grande del Paese”, ama ripetere Marko Filipović, eletto sindaco del capoluogo quarnerino un anno e mezzo fa, ereditando l’ufficio del suo predecessore, al potere per oltre vent’anni. Con l’uscita di scena di Vojko Obersnel, Filipović ha annunciato una nuova stagione, più precisamente, un nuovo ritmo. Per tutte le cose che non avvengono secondo le dinamiche previste i suoi detrattori non perdono l’occasione per rinfacciarglielo. Ritmo a parte, siamo testimoni di grandi cambiamenti che nel giro di due-tre anni saranno ancora più evidenti. Potranno piacere o non piacere, ma ci saranno. È un modo per affrontare il malessere demografico oppure parliamo di sviluppo finalizzato alla società del consumo e del profitto? Il 2022, per certi versi, è stato uno spartiacque e ce lo facciamo raccontare dal primo cittadino appena alzata la saracinesca di una nuova giornata, tanto per cambiare, piovosa.
Sciolto il nodo Žabica
“Se ci riferiamo al 2022, non possiamo non iniziare con le conseguenze legate al conflitto in Ucraina. L’anno, inoltre, è iniziato tra le incertezze dovute alla pandemia. La crisi energetica seguita alla guerra l’abbiamo avvertita nel nostro bilancio. Nel corso dell’anno ci sono stati dei momenti importanti. Uno che vorrei sottolineare – esordisce il sindaco –, è stato la firma del contratto di compravendita dei lotti per la costruzione dell’Autostazione in Žabica.Ci sono voluti decenni per trovare una soluzione a questo problema. L’acquirente Best in parking, vi investirà intorno ai 70 milioni di euro e a disposizione dei cittadini ci sarà una struttura moderna con non meno di 800 posti parcheggio, un terminal bus con 14 corsie e 8.000 metri quadrati di locali commerciali. Il nuovo parcheggio renderà possibile lo sgombero delle rive. Oggi è in fase di progettazione il segmento di strada che collegherà la Riva alla D403. Questa fase è affidata alla Port Authority. Quest’intervento nelle infrastrutture stradali risolverà molti dei problemi per quanto riguarda il traffico cittadino. I lavori alla nuova strada, lunga 1.250 metri, potrebbero iniziare già a settembre”.
La questione dell’Autostazione è stata per vent’anni un buon pretesto, giustificato, per puntare il dito contro l’amministrazione cittadina, cioè verso il sindaco. Di anno in anno il tema veniva proposto e riproposto, per poi rinviare il discorso a quello successivo. Oltre a risolvere un problema pratico, per Filipović è anche un successo a livello simbolico. “Sì, è vero. Per tanti anni lo abbiamo trovato al centro del dibattito politico. Prima di arrivare a un risultato abbiamo dovuto fare i conti con tanti fattori, dalla crisi finanziaria a quella sanitaria causata del Covid. Non c’è stato interesse per realizzare il progetto secondo modelli precedentemente adottati. Alla fine la proposta di vendere i lotti è stata approvata dalla maggioranza del Consiglio cittadino”.
Bodulovo, scelta azzeccata
A Fiume si scava un po’ dovunque e un ingegnere edile come Filipović non può che compiacersene. Scherzi a parte, alcune delle opere più importanti in costruzione vengono realizzate nell’ambito dei programmi del governo, dalla statale D403 alle infrastrutture portuali e ferroviarie. Lì dove la Città ha fatto tutto da sola, è la zona imprenditoriale nella frazione di Bodulovo. “Abbiamo predisposto poco meno di 20mila metri quadrati per le attività imprenditoriali, costruendo tutte le infrastrutture necessarie. Sono stati investiti 11,2 milioni di kune di cui 8 erogati dai fondi dell’Unione europea. Abbiamo messo in vendita i terreni che hanno riscontrato un grande interesse e che sono stati tutti venduti a prezzi superiori a quelli iniziali dell’asta. Per alcuni lotti c’erano anche tre e più candidati, addirittura sei. Per noi è un’indicazione importante per la direzione in cui muoverci in futuro, cercando altri spazi”, prosegue il sindaco.
Asili, qualcosa si muove
Il calo demografico è un fenomeno che riguarda Fiume come tante altre città in Croazia, che lo affrontano seguendo ognuna la propria via. Quella scelta da Filipović e dal suo esecutivo, in questo suo primo mandato, sta prendendo una sua fisionomia. “Uno dei nostri obiettivi è quello di occuparci maggiormente dei più piccini. Dall’inizio del mandato siamo riusciti a ridurre il numero di bambini che non hanno potuto iscriversi nei nidi d’infanzia. Erano trecento all’inizio del mio mandato, ora sono meno di cento. Siamo prossimi alla firma del contratto con l’Unione Italiana per la costruzione dell’asilo nel rione San Nicolò, tra Krnjevo e Zamet. Contiamo di avviare i lavori l’anno prossimo e trattandosi di una struttura modulare, la sua realizzazione dovrebbe concludersi in tempi brevi. Prossimamente dovrebbe venire rilasciata anche la licenza edilizia. Dai fondi dell’Ue ci sono stati assegnati 8 milioni di kune, che serviranno sia per la costruzione di questo che per la ristrutturazione dell’asilo Galeb. Quest’anno abbiamo aumentato le retribuzione per i dipendenti degli asili, mentre dall’1 gennaio 2023 verranno parificate le paghe con quelle nelle scuole elementari. L’intento è di aumentare le capacità dei nostri asili e le assunzioni, mantenendo tutti gli standard pedagogici. Tra le altre cose, abbiamo introdotto il servizio delle baby sitter per aiutare coloro i quali non sono riusciti a iscrivere i bambini negli asili”.
Sport, giovani…
Non disponiamo dello spazio per elencare i progetti realizzati e pianificati nel segmento degli impianti sportivi, adibiti alle attività ricreative e agonistiche, destinati in primo luogo ai giovani. Una delle condizioni per far restare i giovani è dare loro un tetto. A Martinkovac è stato costruito un complesso residenziale con 90 alloggi, edificato nell’ambito del programma di edilizia agevolata POS. “Con questo modello abbiamo realizzato a Fiume 676 unità abitative. A Martinkovac resta da effettuare il collaudo tecnico prima di poter consegnare le chiavi all’inizio del 2023. Tra via Zamet e Luppis verranno realizzati altri 25 alloggi la cui costruzione potrebbe iniziare nel corso del 2023. Una soluzione al problema abitativo è d’importanza cruciale e per questo abbiamo ospitato una conferenza internazionale in cui abbiamo raccolto le migliori esperienze di Germania, Austria e Slovenia, comunicando con le banche, l’Erste in particolare, per istituire un modello secondo cui costruire delle abitazioni da dare in affitto ai giovani che non hanno le risorse per acquistarle. I prezzi aumentano ed è per questo che cerchiamo un modo sostenibile per assicurare un tetto ai giovani”.
La «Galeb» disincagliata nel 2023?
Nell’area dell’ex complesso industriale “Rikard Benčić” è sorto quello che viene chiamato “quartiere artistico”, un luogo in cui troviamo la Casa dell’infanzia, il Museo d’arte moderna e contemporanea, il Museo civico e la Biblioteca civica ancora in costruzione. Doveva essere ultimata entro la fine di quest’anno. La realizzazione del nuovo cuore culturale è stato reso possibile grazie ai mezzi dell’Ue e al titolo di Capitale europea della Cultura nel 2020. Nel contesto del Museo civico è stata inserita la nave-museo Galeb, il cui restauro e adattamento alle nuove esigenze costerà molto più del previsto. Inoltre, siamo decisamente in ritardo. “La Biblioteca la inaugureremo, ne sono sicuro, nel 2023. Tra gli ostacoli incontrati c’era quello del prezzo dell’acciaio salito alle stelle. Ora è stabile e i lavori possono proseguire. La Galeb è in dirittura d’arrivo”, assicura il sindaco, che annuncia la fine dei lavori entro il 2023, con tutto il tempo necessario per stabilire con la Port Authority il punto preciso in cui la nave sarà ormeggiata. Sarà un’attrazione turistica come museo e avrà anche una componente commerciale, con ristorante, posti letto e via dicendo. Il costo complessivo dell’“operazione Galeb” al momento è difficile da calcolare. “È un progetto costoso – ammette Filipović –. Ma sono convinto che ne trarremo dei benefici negli anni a venire”.
«Zajc», e altre gatte da pelare
C’è una cosa che il sindaco Filipović vorrebbe lasciarsi alle spalle e dimenticare in questo 2022 che sta per terminare? “Sinceramente, avrei fatto volentieri a meno del ‘teatro’ al Teatro ‘Ivan de Zajc’. Spero che la vicenda si concluda e che non mi segua oltre. In questo senso confido nelle modifiche delle Leggi, che dovrebbero entrare in vigore e che potrebbero rappresentare la soluzione di tutti i problemi”. Per i pochi che non ne fossero al corrente, quest’anno il Consiglio cittadino aveva approvato la proposta di destituire il sovrintendente Marin Blažević, sfiduciato dal Consiglio teatrale. Alla fine, però, Nina Obuljen Koržinek in qualità di ministro della Cultura e dei Media, ha respinto la decisione. Da una parte Filipović aveva difeso a spada tratta Blažević, ma allo stesso tempo ha rimesso in discussione l’assurda regola secondo cui il ministro ha la facoltà di decidere sulla nomina o destituzione, anche se a finanziare l’istituzione è in buona parte la Città.
Tra le gatte da pelare lo scorso anno ci sono state le agitazioni sindacali, nell’ordine, alla ViK, Vigili del fuoco, educatrici negli asili e ora arrivano minacce dall’Autotrolej. Filipović: “Quest’anno abbiamo provveduto a correggere le paghe in molti settori dell’amministrazione cittadina e nelle municipalizzate. Raggiungeremo un accordo anche nell’azienda dei trasporti pubblici. Vorrei concludere con la constatazione che ci sono dei ministeri con cui abbiamo un ottimo rapporto, specie con quello del Mare, dei Trasporti e delle Infrastrutture, il che ci consente di pianificare e realizzare grandi progetti”.
Abbiamo sorvolato su tanti altri temi, dall’estensione dei diritti alle integrazioni a una fascia più ampia di cittadini con redditi bassi, su opere d’importanza epocale, come quella d’ampliamento e ricostruzione della rete fognaria e delle forniture idriche, aspettando allo stesso tempo l’inaugurazione della D403 prevista la prossima estate. Avremo modo di riparlarne. Nell’attesa, ci facciamo gli auguri nella speranza che nel 2023 non vi siano altri disastri, globali o locali che siano.

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