«A Cherso produrremo idrogeno da risorse nostre»

A tutto tondo con il sindaco Marin Gregorović su un futuro all’insegna della sostenibilità e di nuovi progetti che riguardano l’isola quarnerina, da poco tra i partner del progetto North Adriatic Hydrogen Valley (NAHV)

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«A Cherso produrremo idrogeno da risorse nostre»
Il Municipio di Cherso. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Quando nel 2021 Marin Gregorović, dopo essere stato eletto sindaco, dichiarò di voler rilanciare Cherso con una nuova energia, non poteva sicuramente immaginare che, solo dopo qualche anno, sull’isola quarnerina si sarebbe parlato dell’idrogeno come fonte energetica fondamentale. Il giovane volto della politica locale, classe 1990, si è gentilmente concesso al nostro quotidiano per un’intervista che affronta il tema della Valle dell’idrogeno dell’Adriatico settentrionale, ma anche altre iniziative significative avviate sotto la sua gestione.

Lo spunto che ci ha spronati a interpellare il primo cittadino di quella che per la sua superficie è l’isola più grande della Croazia, è stata la recente entrata di Cherso, in qualità di partner – subentrando all’ACI Marine –, del progetto NAHV (North Adriatic Hydrogen Valley), un’iniziativa che mira a mettere assieme una grande piattaforma di scienziati e aziende provenienti da Italia, concretamente Friuli-Venezia Giulia, Slovenia e Croazia, impegnandosi nella produzione di energia pulita attraverso l’idrogeno. L’idrogeno è un gas che può essere utilizzato come “carburante verde”, poiché non inquina come la benzina e non rilascia pertanto emissioni dannose per l’ambiente circostante. Tuttavia, è importante sottolineare che ci sono dei rischi legati allo stoccaggio e al trasporto di questo elemento, che rimane comunque altamente infiammabile ed esplosivo. Deve essere conservato a temperature molto basse o ad alta pressione, il che richiede attrezzature speciali.
Fatto sta, comunque, che il NAVH vuole produrre tantissimo idrogeno sfruttando esclusivamente fonti rinnovabili, ovvero energia fornita dal sole, dal vento e dall’acqua.
“Grazie alle nostre attività, abbiamo intrapreso un bel ritmo nel processo di transizione energetica – ha esordito Marin Gregorović –: siamo infatti la prima isola ad avere presentato, già nel 2019, un Piano di transizione energetica al segretariato ‘Energia pulita per le isole dell’UE’ istituito nel 2018 dal Parlamento e dalla Commissione europea, e ora stiamo cercando di creare un ecosistema in cui ogni attività possa venire pianificata in questa direzione. Non è semplice, ma vogliamo percorrere questa strada e progettare tutti i nostri passi in funzione di quest’obiettivo. È piuttosto complicato perché non abbiamo tutti gli strumenti a disposizione, ma nonostante ciò, siamo riusciti a rendere possibile l’installazione di pannelli solari sull’edificio del nostro asilo per l’infanzia e a ristrutturare il Palazzo municipale per renderlo più efficiente dal punto di vista energetico, dotandolo di una pompa di calore. Inoltre, abbiamo in programma di introdurre veicoli che in futuro funzioneranno a energia elettrica o, se sarà sviluppata e implementata, a idrogeno, nell’ambito di un progetto di mobilità sostenibile”.
Per quanto riguarda la Valle dell’Idrogeno dell’Adriatico settentrionale, l’idea di Gregorović è di promuovere lo sviluppo di un sistema a idrogeno su tutto il territorio dell’isola di Cherso.
“Inizialmente, l’idea è nata dal nostro desiderio di produrre idrogeno sfruttando i rifiuti. Una start up con le conoscenze tecniche necessarie ci ha contattati, riconoscendo che avevamo già alcuni requisiti per attuare il progetto, come ad esempio la raccolta differenziata, che abbiamo avviato per primi nella Regione litoraneo-montana. Quando ci hanno chiesto se fossimo interessati, abbiamo risposto di sì, considerando che i costi di smaltimento dei rifiuti stanno aumentando, e siamo obbligati a consegnare tutto al Centro regionale per la gestione dei rifiuti Marišćina, dove le tariffe sono ormai diventate per noi davvero insostenibili. Inoltre, i rifiuti differenziati (carta, plastica, vetro) non hanno destinazioni di mercato stabile; dobbiamo affidarci a pochi acquirenti, che impongono il proprio prezzo (come ad esempio l’azienda fiumana Metis). Di fatto, raccogliamo e paghiamo il lavoro per separare i materiali, ma poi dobbiamo addirittura pagare per farli ritirare. Essendo un’isola, abbiamo costi aggiuntivi rispetto alla terraferma, dove invece la raccolta dei rifiuti è gratuita. Le isole, per questa voce, non fruiscono di incentivi statali. Il Fondo per la Tutela Ambientale avrebbe dovuto finanziare la raccolta della plastica, ma questa misura non è mai stata applicata. Esiste una normativa che obbligherebbe lo Stato a intervenire, ma è rimasta inattuata: la classica lettera morta. Quindi, noi raccogliamo i rifiuti, paghiamo tutti i costi, ma senza un vero ritorno economico. Poi si è presentata la possibilità di collaborare con la startup Active Solera. Sono arrivati da noi con l’idea di produrre idrogeno dalla plastica, proponendoci un prezzo che ci permetteva di risolvere il problema dei rifiuti per la metà del prezzo che versavamo al Centro di Marišćina. Così abbiamo firmato un accordo preliminare e la collaborazione è iniziata, portandoci indirettamente a entrare nel progetto NAHV”.

Marin Gregorović.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Ma la strada non è stata tutta rose e fiori?
“Vero. Anche perché, per vari motivi, Active Solera ha abbandonato l’iniziativa e noi ci siamo ritrovati senza partner. Proprio in quel periodo, ero a Novaglia sull’isola di Pago per un pannello di discussione sulla sostenibilità nel turismo e, in quell’occasione, ho incontrato un rappresentante di eCube, un’azienda già attiva nella Valle dell’Idrogeno dell’Adriatico settentrionale. Ha chiesto di incontrarmi per discutere di una possibile collaborazione. Anche se inizialmente ero un po’ scettico, la conversazione ha permesso di far ripartire il progetto. In questo, la nostra Agenzia di sviluppo dell’Isola è stata fondamentale nel supportare il processo di transizione energetica. Dopo alcuni incontri preparatori, eCube ha proposto di portare delle stazioni di rifornimento di idrogeno sulla nostra isola, rendendo l’idea ancora più interessante per la nostra comunità. Quando ho chiesto quali benefici avrebbe tratto Cherso da questa collaborazione, mi è stato chiesto che cosa desiderassi. Ho risposto che, per noi come Città, una delle priorità sarebbe introdurre un collegamento con un catamarano e che saremmo interessati a ottenere una linea diretta tra Cherso e Lussinpiccolo, senza fermate nelle località più piccoli, con partenze giornaliere a orari fissi. Il mio riferimento è a una nave a idrogeno, visto che siamo partner del progetto NAHV, e ci piacerebbe collegare Cherso e la terraferma, concretamente Fiume, in modo efficiente, permettendo ai residenti di lavorare nel capoluogo quarnerino, ma di vivere sull’isola. Questa è l’idea iniziale: un collegamento affidabile che possa andare e tornare nello stesso giorno, di modo che le persone possano contare su questo tipo di servizio. Sarebbe particolarmente utile se la tecnologia a idrogeno potesse garantire stabilità anche in condizioni meteorologiche difficili. Non male come idea per chi si immagina un chersino vivere sull’isola e lavorare a Fiume. Un catamarano a idrogeno potrebbe davvero migliorare la qualità di vita degli abitanti di Cherso”.
Il nostro interlocutore si è detto consapevole che questo progetto si inserisca in una strategia politica dell’Unione europea, che sta cercando di distanziarsi dalla dipendenza energetica della Russia e di funzionare su basi più autonome. La Germania guida l’iniziativa e Cherso ha colto l’occasione di diventare parte di qualcosa di grande, riuscendo a inserirsi senza particolari rischi nel progetto. Italia, Croazia e Slovenia hanno firmato un accordo a livello nazionale, e ci sono diverse “valli dell’idrogeno” come questa, che funziona bene e coinvolge imprese, settore non-profit e istituzioni pubbliche.

Il catamarano sarebbe l’unico vantaggio?
“Non necessariamente. Oltre al catamarano, vedo altri potenziali benefici: l’iniziativa potrebbe portare vantaggi tecnologici ed economici all’isola, creando sinergie con partner internazionali e aprendo la strada a una rete di trasporti più sostenibile ed efficiente”.
Gregorović ha sottolineato che, per il momento, le stazioni di rifornimento e il catamarano a idrogeno sono i progetti principali di cui si parla concretamente. Tuttavia, la sua filosofia è chiara: “Cominciamo con qualcosa, facciamo partire l’iniziativa”.
È convinto che, una volta avviato il processo, si apriranno nuove possibilità di collaborazione e ulteriori sviluppi, in direzioni diverse. Il suo obiettivo è lasciare un segno duraturo, un qualcosa che possa crescere e realizzarsi anche quando lui non sarà più sindaco. È disposto a sopportare critiche, anche aspre, pur di avviare un progetto interessante e innovativo per la comunità isolana, ma non solo.

Che cosa darebbe Cherso in cambio, ovvero quali sono i suoi obblighi come partner del progetto NAHV?
“In cambio della collaborazione con la Valle dell’Idrogeno, Cherso si impegnerà a fornire spazi per le stazioni di rifornimento, di cui una dovrebbe essere situata nella zona marittima, mentre un’altra potrebbe essere integrata nel sistema locale, magari vicino al centro di riciclaggio Pržić a Smergo (Merag, nda)”.

Il centro di riciclaggio dei rifiuti Pržić.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Da che cosa si potrebbe ricavare l’idrogeno sull’isola?
“Per quanto riguarda la produzione di idrogeno, l’intento è di ottenere la maggior parte del fabbisogno dai nostri stessi rifiuti, mentre la rete di supporto dovrebbe garantire eventuali quantità mancanti. L’obiettivo è stabilire un sistema sostenibile che funzioni in modo efficace, efficiente e duraturo”.

E le centrali eoliche?
“Inizialmente, l’energia necessaria non sarà fornita da turbine eoliche, ma piuttosto da un processo innovativo chiamato pirolisi. Questo metodo utilizzerà l’energia solare raccolta attraverso pannelli fotovoltaici per produrre idrogeno, creando così un ciclo energetico circolare e riducendo l’impatto ambientale”.

Da dove verrebbe prelevata l’acqua necessaria?
“Verrebbe prelevata da fonti d’acqua reflua, ovvero dalle acque di scarico trattate, e non dal mare né dal lago di Vrana. Sarà utilizzata nell’ambito del sistema di gestione delle acque reflue, garantendo così un uso sostenibile delle risorse idriche”.

Ci sono stati avvertimenti riguardo allo stoccaggio e all’alta reattività dell’idrogeno?
“Ci hanno avvisati che esiste un meccanismo di sicurezza, ma anche che le stazioni di rifornimento progettate per le nostre esigenze sono dimensionate in modo tale da garantire una situazione sicura”.
Intanto, nelle ultime settimane l’isola di Cherso è entrata nella prestigiosa lista Green Destination Top 100 Stories, classifica dedicata alle destinazioni più verdi, venendo riconosciuta come esempio di buona prassi basato su principi di sostenibilità, che includono la gestione del patrimonio turistico, dei rifiuti e dell’acqua, la riduzione delle emissioni di gas serra, le opportunità di viaggi ecologici e la promozione dei diritti umani e dell’economia locale. Un lavoro costante da riconoscere a tutti coloro che sono coinvolti nello sviluppo dell’isola, permettendole di mantenere la sua “selvaggia dolcezza” e di sviluppare un turismo sostenibile, che migliora la qualità di vita degli abitanti.
“Anche se il premio è dedicato al raddoppiamento della popolazione dei grifoni di Cherso, negli ultimi vent’anni vorrei sottolineare che ci sono altri esempi di sostenibilità sul nostro territorio come, ad esemio, della centrale elettrica costruita nei pressi l’abitato di Filozići da una cooperativa energetica fondata alcuni anni fa, quando ero vicesindaco, con l’obiettivo di costruire quella che potrebbe diventare la prima centrale elettrica realizzata in forma di cooperativa. Questa struttura coinvolgerebbe tutti i soggetti dell’isola, comprese le municipalizzate, i privati e le aziende di Cherso e Lussino. Investendo in questo progetto, ogni partecipante avrebbe diritto a un ritorno economico sul proprio investimento”.
Da quando Marin Gregorović è diventato sindaco di Cherso, sono stati compiuti molti sforzi, in particolare nel settore dell’abitazione sociale. Il nostro interlocutore si ritrova a dover affrontare le conseguenze del turismo: “Cosa fare per i giovani che desiderano mettere su famiglia e potrebbero venire a lavorare qui da noi? Chi affitta ai turisti non è mai disposto a dare un appartamento per necessità come queste. È impossibile ottenere un contratto di affitto a lungo termine. Qui dobbiamo intervenire noi”. In questo contesto, da quando Gregorović si trova alla guida della città e, di fatto, dell’intera isola, a Cherso sono stati sistemati sette appartamenti secondo i criteri sociali. “Abbiamo bloccato la vendita di questi alloggi nel nucleo storico e deciso di affittarli a lungo termine a persone che soddisfano requisiti come un numero elevato di figli, madri single, famiglie con redditi bassi, ecc. Abbiamo recentemente firmato un accordo in cui la Regione litoraneo-montana ci supporta nella costruzione di un edificio per il personale qualificato che manca nel settore della sanità, ma non solo. Da noi c’è una forte carenza di personale medico, che poi, tra l’altro, non ha un posto dove stare. È fondamentale per noi garantire un’adeguata assistenza sanitaria su tutta l’isola. Stiamo costruendo un edificio tutto nuovo, con il principale obiettivo di attrarre specialisti del settore. È prevista la realizzazione di quattro appartamenti, destinati a un medico e a un professore ginnasiale di fisica, che insegna sia a Cherso che a Lussino. Questa iniziativa è cofinanziata dalla municipalità. Abbiamo già assicurato un medico per il servizio di emergenza coprendo finalmente anche questa necessità, nonostante il Ministero affermi che non abbiamo un numero sufficiente di assicurati. Abbiamo aumentato le borse di studio per le professioni in cui c’è carenza di personale. Attualmente, offriamo 70 euro al mese a tutti gli studenti, ma per determinati profili professionali del settore sanitario abbiamo introdotto un incentivo di 150 euro. Ad esempio, ci sono borse di studio per geometri e tecnici sanitari. Inoltre, chi si iscrive alla Facoltà di Medicina riceverà 300 euro. Anche se la Città non è il loro datore di lavoro, sarebbe auspicabile che questi profili professionali si impegnassero a rimanere e a lavorare sull’isola nell’arco di almeno cinque anni”.

I rifiuti potrebbero giocare un ruolo fondamentale nella produzione dell’idrogeno.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Oltre al personale qualificato mancante, Gregorović pensa anche ai giovani.
“Come amministrazione cittadina abbiamo ripreso un precedente progetto per la costruzione di 16 appartamenti suddivisi in 4 edifici. Questo era un tentativo passato di avviare un progetto, ma non si era riusciti a raggiungere un accordo con lo Stato a causa dei costi troppo elevati. Così, abbiamo ripreso in mano il progetto e lo abbiamo offerto a persone sotto i 40 anni d’età che non hanno ancora risolto la loro situazione abitativa e non possono costruirsi una casa in cui vivere. Questo modello non è molto comune in Croazia. Abbiamo firmato 16 contratti, e ora hanno 5 anni per costruire e ottenere il certificato di agibilità, senza dover pagare il lotto. Il progetto si trova nel quartiere di Melin. Tutti sono felici e speriamo che il progetto venga portato a termine. Ci sono un po’ di problemi con i mutui bancari, non tutti possono ottenerli, ma stiamo cercando di trovare un accordo con le banche”.
Durante il nostro lungo colloquio, Marin Gregorović ci ha elencato alcune altre opere pubbliche in fase di realizzazione. È stato ottenuto il permesso per costruire per un dissalatore a Caisole (Beli, nda), con l’inizio dei lavori previsto per il prossimo inverno e il completamento della prima fase entro maggio-giugno del 2025. L’acqua sarà destinata al versante Nord dell’isola. Il contratto è stato firmato dopo la gara d’appalto e si procederà con la costruzione del sistema di tubazioni e degli impianti. Il progetto prevede l’installazione di tubi lungo i sentieri pubblici nei boschi, per garantire un collegamento a lungo termine. È fondamentale che il dissalatore riceva l’infrastruttura necessaria per facilitare i futuri collegamenti. Inoltre, sono in corso i lavori per l’ampliamento della terza corsia stradale a Smergo e dell’arteria verso Caisole. Si attende anche il progetto di espansione del porto di Martinšćica, cosa promessaci anche dal ministro del Mare, dei Trasporti e delle Infrastrutture. Infine, Cherso sta pianificando un nuovo Piano urbanistico che prevede diverse importanti modifiche, tra cui un aumento delle aree verdi e dei parcheggi in tutte le zone. All’interno di questo documento sarà prevista la costruzione di una Casa di riposo, che sarà situata sopra il campo da calcio. Il Piano deve ottenere l’approvazione del Consiglio cittadino e, se riceverà le necessarie autorizzazioni, la costruzione potrebbe iniziare l’anno prossimo. L’isola di Cherso non si limita soltanto a parlare di sostenibilità, ma di viverla in maniera attiva, a pieni… polmoni”, ha concluso Marin Gregorović.

Una panoramica della città di Cherso.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

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