
In Via Milutin Barač al civico 22b, nel rione di Mlaka, operano due importanti associazioni di Fiume: quella per persone affette da distrofia muscolare (UOMD) e quella che si occupa dei giovani e degli studenti con disabilità (ZNAM). Obiettivo di entrambe è sostenere e promuovere i diritti delle persone con handicap, ma affrontano sfide diverse in un contesto sociale e culturale che richiede attenzione e sensibilità.
Ad accoglierci per una chiacchierata nei loro spazi, di buon umore e sorridenti, ci sono Luka Zaharija, presidente di entrambe le associazioni, e Mirta Zekanović, assieme a Marija, Desanka, Slađana e Mirjana. Davanti a un caffè e degli ottimi dolci, diamo inizio a una conversazione che mette in luce non soltanto le attività portate avanti dalle due associazioni, ma anche le difficoltà quotidiane che le persone con disabilità sono costrette, loro malgrado, ad affrontare nella loro città, Fiume.
Luka condivide con il nostro quotidiano la sua esperienza in qualità di presidente, un ruolo che per ZNAM è cominciato a decorrere come una presidenza provvisoria, ma che si è prolungato ben oltre quelle che inizialmente erano le sue aspettative. “Vorrei anche un po’ liberarmi di questo incarico in seno all’associazione ZNAM”, ammette, evidenziando la difficoltà di gestire un’organizzazione che, dopo essere entrata in rosso nel 2018, è dovuta essere salvata da una cattiva gestione e da una scarsa abilità di comunicazione. “Quando si rimane senza fondi, non si possono garantire neanche i servizi essenziali, come ad esempio il trasporto per gli studenti”, ci spiega, sottolineando il grande peso che grava su di lui.
L’Associazione per persone affette da distrofia muscolare conta circa 90 membri, mentre ZNAM ne ha 40. Quest’ultima, essendo una realtà troppo piccola per avere una propria sede, utilizza gli spazi dell’UOMD, rendendo le proprie attività più efficaci. “L’Università organizza il trasporto degli studenti, mentre la Città, la Regione e il Ministero competente lo finanziano”, aggiunge Luka, evidenziando la collaborazione tra le varie istituzioni per garantire servizi vitali.
Mirta, responsabile del programma triennale del centro di supporto per studenti e giovani, finanziato dal Ministero, sottolinea l’importanza di ampliare l’organico di ZNAM, con una persona che si farebbe carico soprattutto dei progetti europei come l’Erasmus. “È sempre bello, ma anche utile, mandare i nostri studenti all’estero per vedere cosa succede oltre i confini croati”, afferma, sottolineando il valore dell’esperienza internazionale.
Tuttavia, non tutto è perfetto. Durante una recente visita a Lubiana, Mirta ha notato che l’accessibilità del dormitorio studentesco lasciava a desiderare. “Il nostro Campus di Tersatto, a differenza di quello di Lubiana, soddisfa tutti gli standard, con assistente in loco che aiuta gli studenti con disabilità”, osserva, mettendo in evidenza la necessità di miglioramenti anche nelle strutture al di fuori della Croazia.
Parlando delle possibilità riguardanti la mobilità, Luka afferma: “Abbiamo due veicoli a disposizione; gli studenti con handicap hanno la priorità, ma anche gli altri membri possono utilizzarli per partecipare a corsi di formazione o ad altre attività. Ovviamente, tutto deve essere concordato in anticipo”. Il nostro interlocutore prosegue sottolineando che anche l’associazione per la distrofia muscolare dispone di un proprio furgone, il che consente il coordinamento dei trasporti se necessario, stipulando accordi di collaborazione per garantire il servizio a tutti. “I nostri autisti sono sempre disponibili su chiamata. Di solito, uno guida al mattino e un altro nel pomeriggio; tutto è molto ben organizzato. Hanno il loro giorno libero, e la buona organizzazione è fondamentale”.
D’altra parte, c’è anche l’Autotrolej, con un servizio che funziona su prenotazione, da effettuare con un preavviso di sette giorni. “La priorità viene data a chi deve recarsi in ospedale o a eventi, ma non per i viaggi all’università o a scuola”, spiega Luka. Questo servizio è interamente finanziato dalla Città, ma un solo furgone risulta insufficiente per soddisfare tutte le esigenze. “A volte, gli utenti si mostrano poco responsabili: prenotano il furgone e poi cancellano la prenotazione all’ultimo minuto. L’Autotrolej ha tre autisti per questo tipo di servizio, ma non sempre sono abilitati per il trasporto di persone con disabilità”.
Per ovviare alla necessità di assumere un altro conducente, le associazioni hanno stabilito un accordo con i loro autisti: “Se necessario, li compensiamo con fondi del Bilancio”. Luka spiega che l’associazione riceve finanziamenti dai Bilanci cittadino e regionale, che non sarebbero sufficienti senza il supporto dell’Università di Fiume. Altre fonti di finanziamento includono il Ministero del Lavoro, delle Pensioni, della Famiglia e delle Politiche Sociali, nonché il Ministero della Scienza, dell’Istruzione e della Gioventù. “I dicasteri pubblicano bandi di finanziamento, e noi ci candidiamo, ad esempio, per fornire assistenti agli studenti che ne hanno bisogno”.
Rispondendo alla nostra domanda sul numero di persone con disabilità a Fiume e nella Regione, Luka rivela che rappresentano circa il 6% della popolazione complessiva. “In passato si consideravano disabili soltanto coloro la cui disabilità era visibile; oggi, invece, sono inclusi anche casi di autismo, persone che hanno subito trapianti, malati oncologici e, in ambito educativo, dislessici o con amputazioni. Anche i pazienti con malattie renali rientrano in queste statistiche”.
Le persone autistiche dispongono di proprie associazioni specializzate, ma Luka sottolinea che “le nostre porte sono sempre aperte per loro”. Molti disabili non sono membri di associazioni perché credono di non averne bisogno, ma quando si trovano di fronte a un problema, ci contattano immediatamente. “Alcuni genitori si affidano eccessivamente ai consigli trovati online, cercando di risolvere i problemi da soli, ma spesso peggiorano la situazione. Consiglierei a tutti di portare i loro figli qui, anche solo per socializzare. La socializzazione è fondamentale sia per i bambini che per gli adulti”.
Il presidente delle due suddette associazioni conclude affermando che molti ricevono assistenza attraverso la loro struttura, ma una volta ottenuto il supporto, alcuni smettono di farsi vivi. “Tuttavia, con i nostri 90 membri, manteniamo una comunicazione costante, almeno una volta al mese. Tra gli studenti, Mirta fa sapere che molti di loro, anche se non tutti, sono attivi”.

Foto: IVOR HRELJANOVIĆ
I bagni pubblici
In città, la carenza di bagni pubblici accessibili rappresenta un problema significativo per molte persone, non soltanto per quelle con disabilità. Fortunatamente, i centri commerciali si rivelano essere una soluzione parziale, offrendo servizi attrezzati che spesso fungono da rifugio per coloro che necessitano di un luogo dove soddisfare le esigenze fisiologiche primarie. I nostri interlocutori, sottolineano l’importanza di questi spazi: “Quando ci lamentiamo della proliferazione dei centri commerciali e della loro apparente inutilità, dovremmo ricordare che per alcune persone rappresentano un’ancora di salvezza. Sono luoghi dove poter usare il bagno, riposarsi e svolgere attività quotidiane essenziali”.
L’assenza di bagni pubblici accessibili all’aperto rende questi centri commerciali ancora più cruciali per le persone con handicap. “In città non ci sono WC per andare a fare i bisogni quando ci si trova all’aperto. Per fortuna, ci sono centri commerciali dotati di servizi igienici appositamente attrezzati”, afferma Luka, evidenziando la necessità di spazi inclusivi.
I centri commerciali non solo offrono bagni accessibili, ma sono anche ambienti riscaldati e dotati di parcheggi gratuiti. “Quando ci lamentiamo della loro quantità e del fatto che sembrano superflui, dobbiamo tenere a mente che, per alcune persone rappresentano molto di più. Sono vere oasi nel deserto per soddisfare necessità quotidiane”, continua Luka. Tuttavia, la situazione rimane critica, e infine ci fa notare: “Solo gli edifici di Zara e McDonald’s hanno bagni accessibili ai disabili”.
La questione degli autobus
Nel corso della conversazione, Luka e Mirta non nascondono il loro malcontento per la situazione relativa al trasporto pubblico a Fiume per quanto concerne le persone disabili. “Fiume è una città particolare”, dice Luka. “Sin dall’inizio, è svantaggiata dal punto di vista della configurazione urbana, e ciò che potrebbe essere migliorato viene frequentemente trascurato”.
Per quanto riguarda gli autobus, la città ha ordinato mezzi attrezzati per il trasporto dei disabili, dotati di pedane ribassate e rampe. Tuttavia, Luka evidenzia che, al di là di questa iniziativa, non sono stati attuati ulteriori miglioramenti: “Manca la formazione degli autisti sull’uso di queste rampe e le fermate non sono adattate nel modo giusto per renderle realmente funzionali. Anche se alcune fermate lo sono, è necessario segnalare chiaramente il loro accesso per i disabili”. Luka sottolinea che la Città e l’Autotrolej dovrebbero stabilire un protocollo chiaro su come utilizzare questi bus e organizzare il servizio in modo più efficiente. “È come comprare un condizionatore e non leggere le istruzioni: se qualcuno sa accenderlo, bene, altrimenti rimane spento”, afferma.
Attualmente, non esiste un coordinamento centralizzato in città. Esistono solo alcuni dipartimenti a cui segnalare i problemi, ma la risoluzione è complicata a causa di un approccio che funziona secondo il principio “qualcuno segnala, poi si vede se si può risolvere”. Nessuno sembra preoccuparsi più di tanto del fatto che molti negozi in Corso abbiano scalini all’ingresso, invece di accessi adeguati per i disabili. “Nessun commerciante agirà di propria iniziativa, ma solo se riceve un ordine in merito. Eppure, installare una rampa non è certo un problema”, puntualizza Mirta.
La situazione è principalmente sotto l’ingerenza dei dipartimenti per le infrastrutture municipali e i trasporti. “Inviamo ufficialmente email per assicurarci che abbiano l’obbligo di rispondere. Se invece si chiede qualcosa a voce, la risposta non arriva mai. E se non rispondono, dobbiamo chiamarli per ricordarglielo. La collaborazione è lenta e macchinosa”, aggiunge Luka.
Tuttavia, non mancano esempi positivi: “Le rampe sono state installate presso la Casa regionale della salute, e questo è un passo avanti”.

Foto: IVOR HRELJANOVIĆ
Il problema dei parcheggi
Alla nostra domanda sui parcheggi in città, Luka e Mirta ci dicono di metterci comodi perché la loro risposta sarà lunga.
“Adesso ne hanno addirittura rimossi alcuni perché ci sono lavori in via Adamich e praticamente non si può parcheggiare da nessuna parte. Per accedere al Corso usiamo il parcheggio in Delta. Il nostro furgone (di cui parleremo dopo) affronta un vero calvario quando deve fermarsi ai margini della strada per far scendere le persone. In pratica, l’unico posto in cui si può davvero fermare è piazza Jelačić, ma anche lì di giorno c’è il caos: tra furgoni, rider, camion, privati… un disastro, e il tempo per la sosta è sempre troppo poco”.
E poi le persone: spesso parcheggiano nei posti riservati ai disabili perché in città, di parcheggi in generale, non ce ne sono abbastanza. Spesso si utilizza il contrassegno per disabili e si parcheggia l’auto per tutto il giorno. Ma non lo fanno solo i disabili, bensì anche i loro familiari e amici. Si tratta di un totale abuso. Nonostante ciò, Mirta tiene a precisare la buona collaborazione con l’Ufficio del difensore civico per le persone con disabilità a Fiume, la consigliera Tea Rubeša e il direttore Dario Jurišić, “con i quali abbiamo un ottimo rapporto quando è necessario correggere qualcosa, fare domande legali o avviare iniziative”.
Spiagge, parchi, musei e cinema
“Anche quando la Città organizza eventi e riunioni che ci riguardano – proseguono –, spesso non c’è grande adesione da parte dei disabili, appunto. Una cosa che ci rattrista ma, nonostante ciò continuiamo a ribadire la necessità di avere un proprio ufficio dedicato esclusivamente ai disabili, con un approccio proattivo ai problemi che li riguardano. Non si tratta di casi isolati, i disabili ci sono e ci saranno sempre. Quindi, il problema non si risolve reagendo alle singole segnalazioni, ma creando un sistema inclusivo che soddisfi le loro esigenze.
Per quanto riguarda la spiaggia Ploče, nei pressi del complesso natatorio di Costabella, si è creata una situazione paradossale: i bagni si trovano all’inizio della spiaggia, mentre l’area riservata ai disabili è relegata in fondo a destra. Senza contare che l’ascensore che dalle piscine porta in spiaggia, non funziona. Esistono carrozzine speciali per entrare in acqua, ma devono essere mantenute affinché svolgano la loro funzione. A Kostanj ci sono, ma nei pressi della spiaggia Ploče no.
Molte cose vengono fatte solo per dire che sono state fatte, senza preoccuparsi della loro reale utilità. Ad esempio, la spiaggia Ploče sembra essere stata attrezzata solo per ottenere la Bandiera Blu.
Lo stesso vale per il nuovo parco che sovrasta il garage al coperto “Zagrad”. Se voglio usare l’ascensore, devo chiamare il servizio di emergenza, aspettare che qualcuno venga ad aprirlo e solo allora posso usarlo. A volte l’attesa supera la mezz’ora. Esistono ascensori che funzionano su chiamata o che non funzionano per niente. Li costruiscono solo per ottenere le autorizzazioni, senza pensare di installare una semplice rampa, che potrebbe venir usata da chiunque, senza dover chiamare nessuno. Oppure l’ascensore che porta allo spiazzo davanti al Teatro Fenice, che viene spesso vandalizzato dai giovani, ma che è essenziale per accedere alla via Dolac e poi al Corso. Non capisco perché non abbiano ancora installato una videocamera”.
Per quanto riguarda i parchi, l’Associazione per i disabili ha un progetto triennale nell’ambito del quale è previsto di fare ogni anno qualcosa all’interno dei parchi. Attualmente ci stiamo occupando del parco Ponsal (nei pressi del Palazzo della stampa), dove abbiamo piantato degli alberi da frutto, sistemato l’accesso e reso il parco più accessibile per le persone in sedia a rotelle, grazie a un’iniziativa realizzata in collaborazione con la Città. Continueremo a lavorarci anche quest’anno quando torneranno i giorni caldi. Avevamo pensato anche di intervenire nel parco di Mlaka, ma lì la situazione è complicata a causa dei vincoli relativi alla tutela dei beni culturali. Per quanto riguarda l’accesso al TNC ‘Ivan de Zajc’, la situazione è un po’ problematica perché ci sono delle scale. Gli operatori devono portare la rampa per accedere, ma poi, una volta dentro, si incontrano altri gradini e la rampa deve essere trasportata a mano. A volte ci dispiace per le signore che, con tutti i loro sforzi, devono far fronte a questi pesanti requisiti, come se fosse così costoso e complicato installarne un’altra. Per quanto riguarda il cinema, l’accesso alle sale di Cinestar non presenta alcun problema. Anche il complesso del Quartiere artistico Benčić è stato realizzato in modo impeccabile, a differenza degli spazi del Palazzo del governo. Anche il Museo della farmacia vicino al Duomo è accogliente dal punto di vista dell’accessibilità”, sottolineano all’unisono i nostro due interlocutori. “Per me, gli edifici che non sono funzionali, perdono il loro scopo”, dice Luka.
Andare al mare a Fiume è un’altra sfida. “Recentemente sembra che la strada d’accesso alla spiaggia ‘Kostanj’, destinata ai disabili, sia stata finalmente asfaltata. Prima era una strada sterrata e ora è stata sistemata. La spiaggia è fantastica, ma arrivarci è un calvario; inoltre, il parcheggio è un problema. Ci sono solo una decina di posti disponibili. È tutto molto stretto, anche quando arriva il nostro furgone per scaricare le persone, e poi dobbiamo fare 300 metri indietro in retromarcia, il che è un problema”.
“Per quanto riguarda la spiaggia – interviene Mirta – la situazione è buona; c’è una rampa per entrare in acqua, ci sono i bagnini e c’è un sollevatore per aiutare le persone a entrare in mare”.
“Per noi è un vero problema e tutto il processo di andare al mare è un vero travaglio”, dicono ancora.
Alla nostra osservazione che, con le imminenti elezioni amministrative, i candidati dovrebbero pronunciarsi su queste problematiche, Luka risponde: “Sono molto cortesi e democratici quando devono promettere qualcosa, ma alla fine si occupano maggiormente di coloro che hanno di più e meno di coloro che hanno veramente bisogno d’aiuto. In un mondo in ciu si parla ormai di viaggi su Marte, è impossibile che una semplice spiaggia per disabili non possa essere completamente attrezzata…”.
Tema marciapiedi. “Sono adatti ai disabili, ma spesso ci sono alberi o auto, e noi siamo costretti a scendere in strada per tornare sul marciapiede”.
Luka e Mirta affermano che, attualmente, con i lavori in corso, la situazione lascia a desiderare. Spiegano che, oltre a piazza Jelačić, non ci sono altri modi per accedere al centro città.
Accessibilità nelle scuole
Le scuole adatte ai disabili sono pochissime. Tra gli esempi positivi ci sono la Scuola media superiore di economia, la SMSI e la SE di Vežica. Ma non sarebbe così costoso adattarne anche altre.
Luka racconta di aver frequentato la sua scuola locale a Jelenje invece di quella di Vežica, perché ritiene che un bambino debba crescere nel suo ambiente, altrimenti una volta adulto non conoscerà nessuno nella sua comunità. Ogni realtà dovrebbe attrezzare le proprie scuole per renderle accessibili ai disabili, perché si tratta anche di una questione di integrazione sociale.
Conferenza sull’istruzione
A fine conversazione, Mirta e Luka annunciano una conferenza internazionale sull’istruzione, che si terrà quest’estate. “Ci saranno relatori e temi interessanti, e l’evento si articolerà in due giorni con lezioni e uscite in alcuni punti della città, di modo che gli ospiti possano vivere la città a pieni polmoni”, concludono.

Foto: IVOR HRELJANOVIĆ
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