Lo squero di Ica in una monografia

Presentata la fotomonografia dedicata allo storico cantiere navale che per due secoli è stato il fulcro delle attività marinare della piccola località liburnica

0
Lo squero di Ica in una monografia
La copertina del volume. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Originariamente, il termine squero indicava il cantiere navale per la costruzione, la manutenzione e il ricovero delle imbarcazioni di ogni dimensione, sia a remi che a vela, dalle leggere passere ai galeoni ed era diffuso in tutte le località del golfo del Quarnero. Per secoli, l’arte della costruzione di natanti in legno, tutti lavorati a mano e con attrezzi particolari, hanno occupato le giornate lavorative di tantissime persone. Poi, con l’arrivo dell’era moderna è iniziato il lento declino degli squeri, fino a farli scomparire quasi del tutto.
Attualmente, la storia di questi minuscoli cantieri navali rivive tramite vari progetti con l’obiettivo di tutelare e presentare il ricco patrimonio marittimo del territorio: la costruzione delle imbarcazioni, la marineria e la pesca. È così pure per lo squero di Ica, la cui importanza crebbe alla fine del XVIII secolo, con lo sviluppo della marineria nell’Alto Adriatico.
Per far rivivere il passato e tramandarlo alle giovani generazioni è stato ideato il progetto “Interpretazione dei 300 anni dello squero di Ica”, del valore di circa 2,5 milioni di kune, finanziato all’85 p.c. dai Fondi europei per la marineria e la pesca e il restante dal Bilancio di Stato, tramite il Ministero dell’Agricoltura, con il sostegno della Città di Abbazia.
Il progetto è giunto al termine con la presentazione, negli ambienti della locale Facoltà di management nel turismo e nel settore alberghiero, della monografia fotografica intitolata “I 300 anni dello squero di Ica”, degli autori (del testo, nda) Radovan Trinajstić, Nikša Mendeš e Neven Ivanić. Un volume elegante, che ripercorre con foto d’archivio e recenti la storia, il passato, i vecchi mestieri del piccolo cantiere navale, luogo ideale per la costruzione di imbarcazioni di piccole e medie dimensioni, ma pure della pittoresca località di Ica, mai documentata finora in forma scritta. A presentare il volume è stato Vjekoslav Zahej, ideatore del progetto e presidente dell’associazione “Ikarski barkajoli” affiancato dall’editore e dall’art designer della pubblicazione, Robert Mohović rispettivamente Aljoša Brajdić. “La storia di Ica era poco conosciuta. Era ritenuta un piccolo villaggio alle porte della più grande Abbazia, con uno squero di qualità, ma il cui passato non è mai stato documentato in forma scritta. Ora, grazie pure a questa pubblicazione e agli autori del testo, siamo riusciti ad avere una traccia scritta non solo dello squero, ma anche della località in sé”, ha rilevato Zahej.
La monografia fotografica contiene circa 180 immagini d’epoca, cartoline e panoramiche del giorno d’oggi, che ripercorrono cronologicamente il passato del cantiere e di Ica in generale. “Abbiamo avuto a disposizione circa 400 foto d’epoca a cui vanno aggiunte quelle di oggi scattate dallo studio Foto Luigi – ha spiegato Trinajstić –. Il tutto non sarebbe stato possibile se il collezionista Julina Dobrinić non avesse messo a nostra disposizione la sua grande raccolta. Nasce così questa pubblicazione, come primo passo verso studi più approfonditi della storia del luogo e del suo squero”.
Presente all’evento di ieri pomeriggio, oltre ai membri dell’Associazione, anche il sindaco di Abbazia, Fernando Kirigin.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display