Le tradizioni non devono scomparire

Gli scampanatori di Žejane e Mune e i Dondolaši del Grobniciano hanno dato il via alla quinta stagione

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Le tradizioni non devono scomparire

Le tradizioni vanno rispettate ma soprattutto tramandate e nulla può sospendere o interrompere le usanze secolari, nemmeno una pandemia o la corsa dei soccorsi alle zone terremotate. Così era e così rimarrà, lo confermano gli scampanatori di Žejane e Mune della Cicciaria e i dondolaši del Grobniciano. La quinta stagione dell’anno, quella dedicata al Carnevale non si ferma e seppur ridimensionata e in parte annullata, ha da conservare il folclore e il passato delle genti dei luoghi.

Il primo scampanellio è toccato a Romano Petrović, miglior scampanatore 2020

Come tradizione vuole nella sera prima dell’Epifania, cioè dei Tre Re, gli scampanatori di Žejane, senza pubblico e incontro conviviale, hanno percorso, con i soli campanacci e sotto la neve che cadeva copiosa, tutto il paese per tre volte. Ieri è stata la volta della cerimonia nel paese di Mune dove ha avuto luogo l’impiccagione di Messer Carnevale. Sul palo più alto aspetterà la sentenza delle malefatte, e quest’anno la lista delle accuse sarà piuttosto lunga.

La bandiera dei Dondolaši del Grobniciano

Nel Grobniciano, i dondolaši e i loro sostenitori, sempre nel rispetto delle misure antipandemiche hanno aperto la quinta stagione con l’innalzamento della campana stilizzata a Cipica nel borgo di Cernik. Una cerimonia che si svolge ogni anno nella serata dell’Epifania, quando suona la campana per dare l’inizio del pellegrinaggio nei borghi del Grobniciano. Il tradizionale giro non è stato ancora definito per ovvie ragioni di disposizioni pandemiche. Con il scampanellio e rumore dei campanacci si spera di allontanare l’inverno e tutti mali che hanno contrassegnato l’anno appena lasciato alle spalle.

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