La salvaguardia dell’Adriatico in primo piano

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La salvaguardia dell’Adriatico in primo piano

Il Centro formativo e di ricerca per il contrasto all’inquinamento del mare (ATRAC) compie quattro anni e per celebrare la ricorrenza ieri è stata organizzata la Giornata delle porte aperte, alla quale hanno preso parte i vertici della Regione litoraneo-montana, i rappresentanti del Ministero delle Infrastrutture, della Capitaneria di porto di Fiume, ma anche diversi ospiti giunti da Slovenia, Italia, Montenegro, Albania e Turchia.

Come hanno sottolineato gli organizzatori dell’evento, incontri come questo vogliono essere un punto di ritrovo internazionale mirato alla salvaguardia dell’Adriatico.

L’inquinamento non ha confini

“Il nostro compito è quello di sensibilizzare sui rischi relativi all’inquinamento marino, sull’importanza della prevenzione, nonché tutelare il nostro mare agendo congiuntamente assieme ai Paesi vicini perché l’inquinamento non conosce confini – ha sottolineato il responsabile del Centro, Vedran Martinić –. Inoltre, questa rappresenta un’occasione ideale per creare una rete di conoscenze, competenze e scambio di esperienze volte a salvaguardare l’Adriatico da possibili disastri ambientali, perché bisogna ricordare che il nostro è un bacino chiuso e anche un piccolo incidente rischia può provocare grossi danni ai nostri vicini”.
Fortunatamente in Croazia, e in particolare nel Quarnero, non si registrano particolari criticità. Tuttavia, bisogna tenere presente che un’emergenza locale non è una questione di poco contro in quanto l’inquinamento marino è sempre un evento complesso che richiede la disponibilità di mezzi adeguati, tempestività d’intervento e capacità di prevederne gli sviluppi.
“Lo scorso giugno nel Canale d’Arsia – prosegue Martinić –, si era verificato lo sversamento di carburante da una nave cargo. Un incidente che ha richiesto diversi mezzi e risorse finanziarie per la bonifica dell’area. Ma si tratta di casi isolati. Raramente siamo chiamati a fronteggiare emergenze di una cera portata e gli interventi si limitano soprattutto alla stagione estiva quando lungo tutta la costa croata circolano 150mila imbarcazioni di piccole e medie dimensioni”.

Collaborazione transfrontaliera

Il Centro è nato nel 2015 grazie alla partecipazione della Regione litoraneo-montana al progetto di collaborazione transfrontaliera HAZADR. Ed è proprio l’aspetto internazionale a essere stato maggiormente evidenziato, come ha infine aggiunto Muamer Hajdarpašić, segretario di Stato presso il Ministero del Traffico e del Mare del Montenegro.
“Siamo Paesi vicini che condividono lo stesso mare, quindi è nostro dovere lavorare fianco a fianco alla sua tutela. La prevenzione in questo settore è di fondamentale importanza perché quando si verifica un inquinamento il danno è fatto, e quasi sempre ogni forma di inquinamento lascia tracce la cui neutralizzazione richiede tempi lunghi”, ha concluso.

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