«La pittura a Fiume (1891-1941)», uno sguardo sull’arte fiumana

Al Museo civico fiumano presentato il libro di Ervin Dubrović

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«La pittura a Fiume (1891-1941)», uno sguardo sull’arte fiumana
Un numeroso pubblico ha seguito la presentazione. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Un pubblico numeroso e interessato ha preso parte alla presentazione, nel Museo civico (Cubetto) di Fiume, del libro dello storico dell’arte ed ex direttore del succitato ente, Ervin Dubrović, dedicato al periodo dalla nascita dell’arte moderna al periodo del modernismo, dai primi impressionisti agli ultimi pittori cubisti e futuristi tra le due guerre, intitolato “Slikarstvo u Rijeci 1891-1941” (La pittura a Fiume 1891-1941). La Fiume odierna è all’epoca una città cosmopolita e complessa. Se si prendono in considerazione i circoli culturali e artistici di Abbazia e Sušak bisogna constatare che, accanto agli artisti formatisi nelle accademie e negli istituti artistici di Venezia, Vienna, Budapest e Zagabria, qui sono attivi occasionalmente anche artisti provenienti da Venezia, Trieste, Vienna e Budapest, per cui una parte della loro opera è legata a Fiume e al Quarnero.

I fenomeni e gli artisti
Il libro si impegna a presentare in maniera quanto più dettagliata i vari fenomeni e un gran numero di artisti. Oltre ai pittori che lavorano al cavalletto e alle loro opere (Giovanni Fumi, Leontine Littrow, Fran Pavačić, Giovanni Butcovich, Josip Moretti Zajc, Enrico Fonda, Carlo e Marcello Ostrogovich, Romolo Venucci, Ladislao de Gauss…), vengono presentati anche illustratori e fotografi legati ai circoli artistici. L’autore si sofferma anche sui dipinti dei soffitti e sui dipinti murali (i cicli allegorici) e sul rapporto tra l’arte e il potere. In questo modo viene sintetizzato uno spazio più ampio della città di Fiume nel periodo dal 1891 al 1941, il che vuol dire anche Sušak e Abbazia.
“Questo libro racchiude in sé sia la dimensione scientifica che quella pubblicistica – ha rilevato nell’occasione il direttore del Museo civico, Mladen Urem –. Si tratta di una sintesi che ha richiesto lunghi anni di lavoro. Il libro presenta uno sguardo completamente nuovo sulla storia dell’arte a Fiume nel periodo analizzato dall’autore. È stato un lavoro arduo trovare i lavori dei vari autori menzionati in quanto questi si trovano disseminati in diverse collezioni in Europa”, ha osservato Urem, aggiungendo che con questo libro prosegue la ricca attività editoriale del Museo civico.
Il sindaco di Fiume, Marko Filipović, ha osservato che Dubrović ha trascorso praticamente tutto il suo mandato di direttore del Museo civico lavorando a questo complesso libro e studiando un periodo straordinariamente affascinante sia della storia che della storia dell’arte di Fiume, dando così un grande contributo al patrimonio culturale della città.

Un pratico lessico
Il presidente della Società degli storici dell’arte di Fiume, dell’Istria e del Litorale croato, Berislav Valušek, ha dichiarato che è davvero impressionante la quantità di dati contenuti nel libro di Dubrović. “Dinanzi a noi si trova un libro che racchiude 45 anni di lavoro dell’autore e analizza un periodo di 50 anni – ha precisato –. La pubblicazione si può utilizzare come un lessico della storia dell’arte fiumana”, ha rilevato, percorrendo poi brevemente lo sviluppo dell’interesse e dell’approccio scientifico verso il patrimonio artistico di Fiume. Il primo tentativo di proporre una sintesi del patrimonio storico-culturale di Fiume, ha osservato, fu compiuto dalla storica dell’arte Radmila Matejčić negli anni Ottanta con il suo leggendario libro “Kako čitati grad” (Come leggere la città), dopodiché, negli anni Novanta, questo lavoro si intensificò e diversi autori si dedicarono al patrimonio culturale fiumano. Valušek ha osservato che la spaccatura causata dall’esodo della popolazione italiana da Fiume dopo la Seconda guerra mondiale rese difficile lo studio dei decenni precedenti per mancanza di testimoni e delle stesse opere d’arte. Inoltre, nei decenni dopo l’ultimo conflitto l’arte nata tra le due guerre era considerata fascista e pertanto anatemizzata.

Il problema dell’appartenenza
La storica dell’arte Daina Glavočić ha definito bellissimo il libro di Ervin Dubrović, il quale ha svolto “una minuziosa indagine, includendo nel libro anche l’illustrazione, la grafica e la fotografia. La pubblicazione si presenta come un mosaico dell’arte a Fiume in quel periodo e può essere utilizzata anche come manuale dagli studenti di cultura figurativa”, ha suggerito la storica dell’arte.
Ai presenti si è infine rivolto Ervin Dubrović, il quale ha rilevato che è stato un problema decidere quali artisti includere nella pubblicazione, in quanto sono stati numerosi gli artisti che giungevano a Fiume, ma anche quelli che vi trascorrevano un periodo e poi se ne andavano. Ha deciso, pertanto, di adottare il criterio contenuto nel titolo del libro di Boris Gunjević e Predrag Matvejević “Tko je tu, odavde je!” (Chi è qui, è di qui!).

Daina Glavočić, Berislav Valušek, Ervin Dubrović, Marko Filipović e Mladen Urem.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

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