La Cina scommette sulla bora di Segna

Visita guidata al più grande parco eolico in Croazia, realizzato dalla «Norinco International» in due anni

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La Cina scommette sulla bora di Segna
Una delle 39 torri eoliche, 100 metri d’altezza e in cima un generatore di 146 tonnellate. Foto: LUCIO VIDOTTO

Assieme ai docenti e agli allievi della Scuola media superiore di ingegneria tecnica di Fiume abbiamo visitato il più grande parco eolico in Croazia, progettato, costruito e gestito da una compagnia cinese. Per la visita agli impianti installati nell’entroterra di Segna sono stati scelti ragazze e ragazzi delle prime classi degli indirizzi di meccatronica e informatica meccanica.

Il principio di funzionamento di un parco eolico, all’apparenza, è semplice. In sostanza, ci sono delle grandi eliche collegate a dei generatori che producono energia elettrica da immettere nella rete di distribuzione. L’impianto che siamo andati a conoscere è stato realizzato dalla “Norinco International”, che detiene il 76 per cento della quota nell’”Energija projekt d.d.”, società per azioni in cui il rimanente 24 per cento appartiene alla famiglia di taicoon Džombić.
Con i suoi 156 MW, il massimo consentito dalla rete, supera di quasi quattro volte la capacità della seconda classificata che si trova a Sebenico con soli 40 MW. La produzione e distribuzione di energia elettrica si basa sulle leggi di mercato e la compagnia cinese non ha fatto altro che approfittare dell’opportunità. Ha investito circa 200 milioni di euro per installare 39 torri eoliche, interconnesse tra loro, alte 100 metri ciascuna e che sorreggono in cima alla struttura in acciaio dei generatori che pesano 149 tonnellate ciascuno. Per rendere l’idea, in cima alla torre d’acciaio c’è il peso di 150 auto di medie dimensioni. A muovere il generatore ci sono tre pale della lunghezza di 67 metri. Le torri sono collegate tra loro, oltre che con i cavi sotterranei, anche da una rete di sentieri percorribili da autoveicoli, lunga una sessantina di chilometri. L’energia prodotta a media tensione è “convogliata” al trasformatore in due sottostazioni elettriche di trasformazione, dove viene convertita in alta tensione per essere immessa nella rete elettrica di trasmissione. In questo caso, ogni torre è in grado di produrre 4 MW, ma ci sono già quelle di ultimissima generazione che arrivano a 8 MW. Per la realizzazione ci sono voluti due anni, un tempo breve se andiamo a sommare il trasporto, le quantità e le dimensioni del materiale impiegato. Diverse, comunque, le imprese nostrane impiegate, dalla “Končar” alla “Dalekovod”, fino a numerose aziende locali. Il 70 per cento delle operazioni sono state svolte da personale locale. Il progetto è stato illustrato da Yizhi Zhang, responsabile per questa e altre opere portate a termine negli ultimi anni, tra cui due idrocentrali in Cina, le più grandi nell’immenso Paese asiatico.
Cos’è che ha portato un’impresa dalla lontana Cina a investire proprio qui? Per cominciare, qui ci sono 300 giorni di vento all’anno. Le turbine si fermano quando il vento supera i 90 chilometri orari, situazione in cui le pale si posizionano in modo da ridurre la resistenza alle raffiche. Il vicedirettore della filiale croata della “Norinco International”, Saša Tancabel, ha detto che la compagnia dovrebbe recuperare l’investimento in circa 7-8 anni, il che dipende principalmente dal prezzo dell’energia. La concessione ha una durata, 25 anni, periodo in cui si conta di avere dei ricavi importanti. Se per recuperare 200 milioni di euro ci vogliono 7-8 anni, nei successivi 16-17 la “Norinco International” ci guadagnerà non meno di 400 milioni. Quindi, l’eolico conviene? Evidentemente sì per chi ci investe. A livello di tutela ambientale, come siamo messi? C’è l’impatto paesaggistico, l’inquinamento acustico, i rischi per i volatili e, alla fine, dopo 25 anni, l’esigenza di smaltire i componenti consumati. Le pale sono costruite con materiali compositi, resine che contengono sostanze tossiche. Questo è un altro problema che meriterebbe un discorso a parte.
Concludiamo con un dato interessante, pubblico e verificabile sulla “Norinco”, azienda statale, il cui core business è rappresentato dalla produzione di armi di ogni tipo, dagli aerei ai blindati. I ricavi vengono reinvestiti all’estero per progetti “pacifici”.

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