
Continuità, efficienza e progresso, poggiati su un approccio proattivo e rapido. Sono questi gli elementi chiave su cui intende puntare Ivica Lukanović, candidato dell’SDP alla presidenza della Regione litoraneo-montana, nonché presidente della sezione regionale del partito ed ex sindaco di Castua, ma soprattutto imprenditore con pluriennale esperienza. Una mente rivolta a soluzioni veloci e a uno snellimento delle procedure. In vista delle amministrative del 18 maggio, Lukanović spera di poter succedere a Zlatko Komadina, rimasto ai vertici della Regione per 24 anni consecutivi.
Una sfida decisamente complessa. È d’accordo?
“Certo. Non sarà facile, perché il lavoro svolto dal presidente uscente nell’arco di sei mandati è ineccepibile, nel senso che è riuscito, insieme al suo team, a creare un sistema funzionante, ordinato ed efficiente, a cui io, in caso di vittoria, intendo dare la giusta e dovuta continuità. La responsabilità è grande e ne sono più che consapevole. Quella litoraneo-montana non è una Regione qualunque. È estremamente ampia e ricca di contenuti, anche complessi, e come tale rappresenta una sfida molto stimolante. Mi sento pronto a prendere in mano le sue redini, perché credo di avere i necessari requisiti: esperienza, fiducia nelle mie capacità e conoscenza. Qualora ottenessi la fiducia dei cittadini, darei una mia personale impronta gestionale, che mi caratterizzerebbe”.
In che modo intende farlo? Ci dia un esempio concreto?
“La Regione litoraneo-montana è un sistema molto ben strutturato, ben amministrato e ben organizzato, che in 24 anni non è stata compromesso da scandali, situazioni problematiche o altro. Ciò che vedo in questo momento è la necessità di una maggiore efficienza del sistema in sé e di una più marcata ambizione verso il progresso. La proattività è una delle caratteristiche che mi definiscono e, nel caso in cui venissi eletto, adotterei appunto un approccio proattivo, dando una marcia in più a tutti i campi di competenza della Regione, ovvero istruzione, sanità, pianificazione e gestione territoriale ed economia. Quando parlo di progresso non penso soltanto all’economia, ma anche e soprattutto ai servizi pubblici. Un esempio concreto è dato dall’attenzione rivolta alle persone anziane e dalla necessità urgente di ampliare le capacità ricettive per questa categoria di cittadini. Per entrare nelle Case di riposo non dovrebbero esserci liste d’attesa. Non è importante se sei il 70º o il 250º sulla lista, bensì la garanzia che potrai entrarci nel momento in cui lo andrai a richiedere. Un esempio molto chiaro, che la dice lunga sulla problematica in sé. La mia mentalità da imprenditore non può accettare una cosa del genere. Sono abituato a individuare soluzioni in tempi brevi, a vedere possibilità ovunque, a non considerare il problema come tale, ma vederlo piuttosto come uno stimolo a trovare una via d’uscita. Uno dei compiti che spetta alla Regione è la pianificazione di una rete delle istituzioni nei campi sanitario, sociale, culturale e dell’istruzione. In questo senso, parlo come cittadino e come fruitore dei servizi pubblici, che devono essere efficienti e veloci, senza intoppi burocratici o di altro tipo”.
La sua è una critica al presidente uscente? Come valuta il lavoro svolto da Zlatko Komadina?
“Non è assolutamente una critica. Anzi. Se il suo lavoro non fosse stato com’è stato, la sua gestione non sarebbe durata così a lungo e i cittadini non lo avrebbero rieletto tante volte. Zlatko Komadina ha contribuito a mettere in piedi e a mantenere un sistema molto valido, che io tenderei forse a snellire un po’, prendendo in considerazione i tempi odierni, velocissimi, e lo sviluppo tecnologico, sfruttando appieno i benefici che esso offre e che possono aiutare a rendere i servizi pubblici molto più svelti”.
Un breve accenno al turismo, alla cultura e allo sport?
“Il turismo è in costante sviluppo, ma dobbiamo aumentarne i contenuti. Abbiamo tutte le carte in regola per farlo, perché abbiamo la fortuna di avere una natura meravigliosa. L’industria dell’ospitalità deve seguire costantemente la componente della novità se vogliamo rimanere interessanti. Dobbiamo assolutamente ampliare l’offerta, trovando però una misura adatta a noi. Per quanto riguarda la cultura, credo sia uno dei settori più importanti che caratterizzano questo territorio. Il mio programma comporta un accento maggiore sul patrimonio e sulla cultura ciacava. È importantissimo iniziare a insegnare ai bambini, sin dalla più tenera età, l’importanza delle loro origini, del loro dialetto, delle tradizioni locali. Lo ritengo un fattore essenziale, che va coltivato. Lo sport? Dobbiamo essere molto più ambiziosi. L’infrastruttura è buona, ma i nostri club giocano in seconda lega o sopravvivono a stento, gli allenatori sono sottopagati, specialmente quelli che allenano le categorie giovanili. Per avere il giusto stimolo, i bambini devono percepire il successo, avere degli idoli da prendere come esempio, perché altrimenti la loro motivazione cala. Bisogna investire costantemente nello sport se vogliamo che arrivino dei risultati”.
Infine, una domanda forse prevedibile: quanto ha inciso il “caso Marko Filipović” sul rating dell’SDP? Si contano i danni o la vicenda non ha influito minimamente sulla reputazione del partito in queste aree, note per essere uno dei baluardi della socialdemocrazia?
“Ritengo che la decisione presa dal Comitato cittadino sia stata molto coraggiosa, dopo la quale si è tentato di trasformare la vicenda in un caso mediatico. In realtà, tutto si è svolto in modo piuttosto prevedibile e conforme alle norme stabilite, rappresentando una procedura abituale in seno ai partiti politici. Filipović stesso era consapevole di quanto sarebbe accaduto. Non sussiste un caso. Giunti fin qui, mi sento di dire che, oltre ad auspicare la mia vittoria, spero pure in quella della mia collega di partito, Sandra Krpan, che diventerà così la nuova sindaca. Abbiamo un ottimo rapporto e, se otterremo la fiducia degli elettori, il nostro lavoro sinergico potrà portare a delle cose bellissime. Per Fiume e per la Regione”.
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