
Domenica scorsa nella Cattedrale di San Vito l’arcivescovo di Fiume, monsignor Mate Uzinić, affiancato da don Mario Gerić, vicario per la Pastorale, nell’ambito della Santa Messa, ha solennemente introdotto al servizio il nuovo rettore della stessa, Ivan Stošić, ex parroco di Kostrena.
Liberarsi dalla mentalità dello schiavo
In seguito alla lettura del brano evangelico relativo alla traversata di Gesù dall’altra parte del mare di Galilea, nel contesto dell’esodo dall’Egitto e della schiavitù egiziana, nella sua omelia mons. Uzinić ha riferito che in molti non vollero seguirlo perché prigionieri dell’idea di un Egitto mentale, inerente alla mentalità degli schiavi. A tale riguardo ha rilevato l’importanza di farlo notare in quanto Gesù voleva loro, come anche noi, liberi. Nel prosieguo, riallacciandosi alle suddette riflessioni, l’arcivescovo ha rilevato due tematiche di attualità, la prima relativa alla cerimonia di apertura dei Giochi olimpici di Parigi e alle polemiche inerenti alla parodia dell’Ultima Cena e di Gesù e la seconda legata alle commemorazioni delle Giornate della Vittoria e del Ringraziamento e dei Difensori croati. In merito a entrambe ha sottolineato che coloro che sono stati liberati e/o hanno conquistato la libertà, uscendo dalla succitata mentalità degli schiavi “possono sopportare, se tale vuole essere l’interpretazione di chi lo effettua, lo schernimento dei loro Santi o dei loro luoghi di culto senza rispondere a tono, il che appartiene a chi è stato liberato da Gesù Cristo”.
In tale senso ha ricordato le parole del cardinale Franjo Kuharić, il quale durante la Guerra patriottica disse: “Se il mio avversario ha bruciato la mia casa, io non brucerò la sua”, osservando che non voleva rispondere al male con il male e che ciò significa essere liberi.
Al termine della Messa, il nuovo rettore della Cattedrale, nominato anche guida spirituale della Comunità Nazionale Italiana di queste aree, ha espresso la sua gratitudine per la fiducia riposta in lui in qualità del suo nuovo ruolo, rimarcando di sperare in una buona collaborazione, consona ai compiti ecclesiastici e, sulla scia del motto gesuita, tesa a un agire comune per una glorificazione di Dio sempre maggiore. In tale contesto, ha affermato che “i gesuiti hanno innalzato e gestito questa Chiesa, come pure le istituzioni di formazione superiore di cui, in concerto con la Città, andiamo orgogliosi”.

Foto: ŽELJKO JERNEIĆ
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