ITALIAN EXCELLENCE. Un concentrato puro di salute

Extralife – Eli S.r.l. di Pordenone, partner del Consolato Generale d’Italia a Fiume

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ITALIAN EXCELLENCE. Un concentrato puro di salute
Daniele Corelli (a destra) con il suo socio Lorenzo Pizzuto. Foto via Daniele Corelli

Coloranti, aromi, conservanti, acqua vengono aggiunti su quasi tutti i succhi di frutta che troviamo sugli scaffali dei supermercati, anche sui prodotti con marchi molto conosciuti. Leggere l’etichetta è un buon consiglio per tutti. Sull’etichetta degli estratti “Quick” non c’è nulla di tutto ciò e, ovviamente, nemmeno all’interno delle bottigliette.

Nell’ambito di un progetto di collaborazione e sponsorizzazione con il Consolato Generale d’Italia a Fiume, l’Extralife – Eli S.r.l. di Pordenone – che con i suoi prodotti sarà presente al ricevimento del prossimo 5 giugno ad Abbazia, organizzato dal Consolato in occasione della Festa della Repubblica italiana – vuole varcare le frontiere, già completamente abbattute con l’ingresso della Croazia nello Spazio Schengen. Così come i vini non sono tutti uguali, così pure i succhi di frutta non lo sono. Le filosofie delle multinazionali seguono ragionamenti diversi da quelli che andiamo a cogliere con Daniele Corelli, uno dei quattro soci dell’azienda Extralife: “Questa sponsorizzazione la vediamo come un’opportunità per farci conoscere da qualche potenziale cliente, da qualche catena di alberghi, ristoratori e via dicendo”.
Il marchio conosciuto e il prezzo giocano un ruolo importante nelle scelte, come pure per i vini, ma anche la qualità sa spuntarla, partendo con altre prerogative. Se un prodotto costa poco, un motivo deve pur esserci. Se lo paghiamo di più, deve esserci una giustificazione. Ne sanno qualcosa anche i sommelier che, oltre a proporre l’aperitivo, il vino più adatto alle pietanze scelte, ha anche il compito di venire incontro alle esigenze di chi è astemio e, ovviamente dei bambini. Di questi tempi, inoltre, non è insignificante l’assenza di glutine nei confronti del quale ci sono sempre più spesso diverse forme di intolleranza.
“Produciamo estratti di frutta e verdura, spremuta a freddo, senza alcun tipo di riscaldamento o centrifuga. È una pressatura dolce e lenta. Il prodotto, inoltre, non viene pastorizzato a caldo, bensì con un trattamento innovativo chiamato HPP (High Pressure Processing), una tecnologia che consente di utilizzare le alte pressioni per sanificare il prodotto”, ci spiega Corelli precisando che una volta portato a termine il trattamento, l’estratto ha una scadenza di novanta giorni, un periodo in cui va tenuto in frigorifero. “È un prodotto che va considerato in ogni senso come ‘vivo’, da conservare in frigorifero come la mozzarella. Altrimenti, comincia a fermentare”.
Abbiamo compreso che non ci si rivolge alla grande distribuzione. “Nei locali che riforniamo cerchiamo di convincere i proprietari a sostituire il cosiddetto succo di frutta con i nostri estratti che sono i veri succhi di frutta perché non contengono né aromi, né coloranti, ne conservanti, né acqua, né zuccheri aggiunti. Quelli che vengono venduti come succhi di frutta contengono tutte le cose che ho elencato. Qualcuno percepisce questo nostro messaggio e li sostituisce con i nostri estratti. In altri casi c’è chi li tiene entrambi e a quel punto il nostro diventa un prodotto un po’ di nicchia. Si tratta comunque di un prodotto di qualità superiore”.
Nell’assortimento ci sono 10-12 estratti diversi, da quelli classici, per intenderci, come lo può essere una spremuta d’arancia a quelli più “evoluti” come un estratto di carota, zenzero, mela e limone. “Curiosamente – precisa Corelli –, è proprio quest’ultimo a essere il nostro prodotto più venduto”.
Già presenti sul mercato croato? “Qualcosina con un’azienda di Zagabria – risponde Corelli –, ma ora ci proponiamo con l’intento di estendere il nostro business all’estero, partendo dai Paesi più vicini. È naturale partire dalla Croazia. Tra l’altro, mio nonno è un profugo istriano. Era di Cherso. Inoltre, vengo a Lussinpiccolo in vacanza. Anche mio papà è nato a Cherso, partito quando aveva tre anni, nel 1951”.

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