“Istria – Terra Magica. Marchio turistico di portata mondiale, luogo dove la qualità di vita è molto alta e i cittadini sono felici”. Questo il titolo della conferenza tenuta da Krešimir Macan, specializzato in relazioni pubbliche, presso la Facoltà di management nel turismo e nella ristorazione di Ica, nel corso della quale ha spiegato come l’Istria sia arrivata lì dov’è e per quale motivo il resto della Croazia sia ancora molto lontano da questo titolo. “C’è un detto scherzoso: una volta oltrepassato il tunnel del Monte Maggiore, si entra nella zona del roaming. Questo a voler dimostrare che l’Istria è un paese a parte, perché l’Istria è riuscita a fare quello che nessun altro è riuscito finora. Aveva uno scopo, ci è arrivata passo dopo passo, e ora si presenta come un mondo a parte, una Toscana in miniatura, con approcci diversi in tutti i campi e non soltanto nel turismo. In Istria si è saputo valorizzare i vini, l’olio d’oliva, mantenere vive le specie autoctone quali il boscarino e presentarli nel migliore dei modi. Oggi un visitatore può in un solo giorno degustare piatti a base di quest’ultimo, specialità suine o ostriche del Canale di Leme. Non ci sono altre Regioni che offrono una simile varietà gastronomica. Chi visita l’Istria una volta ci tornerà sicuramente. Io sono nato a Ragusa (Dubrovnik) e purtroppo la mia città non offre tutto ciò. Quando la si nomina, si pensa alla serie ‘Trono di Spade’ o all’antica muraglia che circonda la città. Non ci sono altri brand sviluppati. Inoltre, l’Istria è stata la prima ad avere il turismo attivo 365 giorni all’anno, con tanto di alberghi di lusso, wellness e quant’altro. Gli hotel nella penisola istriana si sono evoluti nel corso degli anni, da semplici strutture ad alberghi extra lusso, che vengono a costare anche 700 euro a notte in alta stagione. Bisogna soltanto avere una visione, sapere ciò che si vuole ed essere coraggiosi. Insistendo sulla qualità e sostenibilità, senza le quali il turismo non può sopravvivere. Le persone che viaggiano sono alla ricerca di esperienze vive e l’Istria ne offre parecchie in un solo giorno, dalla gastronomia alla ricreazione. Per quale motivo il resto della Croazia non offre le stesse cose? Semplicemente perché mancano la strategia e l’obiettivo finale. Le persone si sono unite in vari campi e hanno deciso di offrire un qualcosa di diverso. Hanno acceso dei mutui bancari che sono serviti a migliorare i prodotti. Prendiamo ad esempio la Malvasia. Un tempo era un semplice vinello casereccio. Poi ci sono stati i primi vinai che si sono dati da fare per migliorarne la qualità e hanno ricevuto dei sussidi. Subito dopo, la medesima cosa è avvenuta anche con i produttori dell’olio d’oliva. Bisogna dapprima investire per poi godere dei propri frutti. Gli istriani hanno capito che si può vivere benissimo sfruttando la terra e offrire poi i risultati nel campo del turismo. Una parte della popolazione vive quindi di industria dell’ospitalità, l’altra vendendo prodotti propri. Quello che però è sicuramente il fattore più importante è la collaborazione tra la popolazione, cosa che in altre parti della Croazia non esiste. Hanno il miglior olio d’oliva, la mozzarella ‘fior di latte’ realizzata come se fosse italiana, i vini prestigiosi”, ha affermato Macan.
Offrire strutture lussuose
E il Quarnero? Dove lo possiamo piazzare? “Il Quarnero si sta dando da fare, anche se ha fatto un grande passo indietro rispetto al periodo in cui Abbazia era ‘il centro del mondo’. Basti ricordare il Festival canoro Dora di tantissimi anni fa, quando i personaggi più importanti della nostra realtà facevano a gara per assicurarsi il biglietto d’entrata. C’era poi il concorso di Miss Universe. Oggi c’è il problema dello spazio fuori stagione: se la Scena estiva fosse al coperto, si potrebbero avere tanti eventi anche d’inverno. A livello gastronomico ci sono tantissimi ristoranti di alta qualità, ma non abbiamo alberghi all’altezza, a differenza ad esempio di Rovigno. Abbazia, al momento, non ne ha e non può pretendere di vivere di vecchia gloria. Bisogna offrire qualcosa ai turisti. Fiume si sta dando da fare a proposito, Abbazia invece è ancora in fase di stallo. Il Quarnero è in lizza per quanto riguarda l’offerta gastronomica. Ora c’è anche la brochure pubblicata dall’Ente per il turismo, che aiuta parecchio. Quando si dice Quarnero si pensa subito agli scampi, diventati un vero brand. Queste sono le cose sulle quali bisogna lavorare. Gli eventi sono anche molto importanti, come l’Ultra a Spalato ad esempio, che attira persone da tutto il mondo. Torno a dire, senza alberghi e strutture adatte non possiamo avere un turismo sviluppato. I turisti odierni cercano esperienze, contatti con la gente locale, con il cibo, le tradizioni. Sono cose che dobbiamo saper presentare per farle diventare visibili. Forse in pochi lo sanno, ma la Croazia si trova al primo posto per quanto riguarda il turismo charter. Quanto ne sono a conoscenza? Quali sono gli utili? Vogliamo avere tante navi da crociera e poi? Non abbiamo niente da offrire ai turisti, che si limitano a passeggiare per Ragusa e ad acquistano candele che possono venir comprate in altre parti del mondo. Non abbiamo un souvenir adatto. Questo rappresenta la mancanza di una visione e di una strategia”, ha concluso Macan.
Marija Ivaniš, prof. straordinario presso la Facoltà di Ica, ha dichiarato che l’iniziativa di questa conferenza è nata dal fatto che la Facoltà è da anni l’unico istituto del genere in Regione e non solo. “Ai nostri studenti che domani saranno sul mercato del lavoro, questa conferenza offre una visione di come far diventare il turismo croato un brand, seguendo l’esempio dell’Istria che è l’unica che ci è riuscita a livello mondiale, in maniera sostenibile. Ho scelto personalmente il relatore, visto che è anche un grande conoscitore del campo del turismo e della gastronomia”, ha spiegato Marija Ivaniš.
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