In auto, lontani da tutto e da tutti e con lo smartphone in mano…

Privacy e rifugio psicologico: si tratta di un fenomeno dilagante

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In auto, lontani da tutto e da tutti e con lo smartphone in mano…
Una delle tante persone che passano momenti di solitudine in macchina. Foto: LUKA ŽIVKOVIĆ

A Fiume, come in molte altre città, sembra che sempre più persone trovino un momento di solitudine e relax… nella loro auto. Passeggiando nei parcheggi, ma anche lungo la strada, può capitare di vedere automobili parcheggiate, con dentro persone che sembrano semplicemente… sedute e immobili, a non fare niente. Magari ascoltano musica, chiacchierano con un amico, o guardano fuori dal finestrino, come in una sorta di pausa sospesa nel tempo. Passano minuti, a volte anche mezz’ora, e quelle stesse persone sono ancora lì, ferme, in un silenzio che fa quasi pensare a una specie di rituale quotidiano.

La domanda che sorge spontanea è: perché questa tendenza? E perché proprio nelle auto? La risposta potrebbe essere più semplice di quanto sembri, ma porta con sé riflessioni più profonde su come viviamo e interagiamo al giorno d’oggi, nel nostro contesto sociale. Da un lato, l’automobile è diventata un rifugio improvvisato, un piccolo angolo di privacy. In un’epoca in cui le case sono spesso piene di rumori e di persone, l’automobile offre uno spazio che sembra intimo e sicuro, lontano dalle pressioni familiari o sociali. In molte famiglie multigenerazionali, dove ogni spazio viene condiviso, l’auto diventa un posto in cui poter godere di un momento di tranquillità, lontano dalle dinamiche di casa.

Isolamento sociale
Tuttavia, dietro questa tendenza si potrebbe nascondere anche un altro fenomeno, più preoccupante, ovvero l’isolamento sociale. La crescente dipendenza dai social media e dai dispositivi elettronici ha portato molte persone a sentirsi più isolate, nonostante siano costantemente connesse online. Le auto, in un certo senso, diventano rifugi temporanei per chi cerca un momento di distacco dalla frenesia del mondo esterno e dal bombardamento continuo di notifiche. Questo comportamento può essere legato a una ricerca di solitudine e tranquillità, ma anche a un bisogno di fuggire dall’ansia quotidiana e dai disturbi psicologici che, purtroppo, sono sempre più diffusi. La pressione sociale, il desiderio di “dover fare sempre di più” o semplicemente la sensazione di essere sempre osservati, possono spingere qualcuno a rifugiarsi nella propria macchina per un po’ di respiro.
In alcuni casi, le persone non vogliono tornare subito a casa, perché l’ambiente domestico potrebbe risultare ostile o carico di tensioni. L’auto, quindi, diventa non soltanto un rifugio fisico, ma anche emotivo, un modo per evitare conflitti o per ritrovare un po’ di serenità prima di entrare nel caos della vita familiare.
Ma, sebbene questa pratica possa sembrare bizzarra o “strana”, non è poi così dannosa. Può essere una semplice esigenza di quiete, di un piccolo spazio dove potersi ritirare per un attimo e ricaricarsi. In un mondo sempre più frenetico, non c’è nulla di male nel cercare un po’ di pace, anche se questo significa passare un po’ di tempo in macchina. Dopotutto, ognuno di noi ha il diritto di prendersi un momento per sé stesso, soprattutto quando la società ci impone ritmi così elevati.
Quindi, che si tratti di una ricerca di solitudine, di una necessità di spazio o semplicemente di un momento per staccare dalla routine, il fenomeno delle persone che si fermano in auto sul lato della strada, sembra essere un comportamento che, pur riflettendo un disagio più ampio, non va visto con giudizio. In fondo, anche in un’automobile, ciascuno di noi può trovare un piccolo angolo di pace.

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