Il volto vintage della «città che scorre»

Nato cinque anni fa da un’idea di Klaudia Ružić, oggi il «Veseljak Buvljak» è una tappa fissa per chi ama il «second hand» e il contatto umano. Lo abbiamo visitato di recente per assaporare di persona il bell’appuntamento

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Il volto vintage della «città che scorre»
Uno scorcio di Piazza Matija Vlačić Flacius durante il mercatino. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Fiume ha la bella caratteristica che a volte è capace di sorprendere inaspettatamente. Tra i suoi palazzi dallo stile mitteleuropeo, le vie ricche di storia e le piazze dove la vita scorre a ritmo vivace, allo stesso tempo si nasconde un piccolo fenomeno urbano dal cuore grande: il Veseljak Buvljak, che potremmo tradurre in italiano come il “Mercatino Allegro”. Nato quasi per caso cinque anni fa, è diventato oggi una realtà stabile e amata, un’occasione di ritrovo, scambio, sostenibilità e, soprattutto, di umanità. Organizzato circa ogni tre settimane, sempre al sabato mattina, nella piazza dedicata a Matija Vlačić Flacius in centro città, il Veseljak Buvljak è diventato una tappa fissa per chi vuole liberarsi del superfluo senza sprecare, incontrare nuove persone e magari anche ritrovare il piacere delle piccole cose.

Biscotti, vestiti vintage e solidarietà
“C’è un’energia speciale qui”, ci hanno raccontato Heni e Iva, in un momento in cui anche noi abbiamo deciso di recarci ad assistere in prima persona a ciò che sta accadendo in pieno centro a Fiume. Si erano presentate per la prima volta come partecipanti venditrici e ci hanno fatto capire di divertirsi molto. “È tutto molto piacevole perché parliamo con le altre venditrici e ci godiamo la giornata di sole”, ci dissero in quell’occasione. Le due amiche decisero di mettere in vendita alcuni vestiti e gioielli personali, e per rendere il tutto ancora più accattivante, prepararono anche dei deliziosi biscotti a base di cioccolato per coccolare i passanti. Alla domanda se avessero comprato qualcosa dagli altri stand, Heni rise: “Per carità! Alla fine finisce sempre che compro più di quello che vendo!”. E aggiunse ironicamente: “Nemmeno mi metterò a guardare in giro, lo so già…”.
La filosofia che sta alla base del mercatino è chiara: non si tratta solo di vendere, ma di ridare valore a ciò che già esiste. “Abbiamo gli armadi pieni di cose che non usiamo più, e ci sembra un peccato che finiscano nella spazzatura. Il mercatino è una soluzione perfetta: una situazione win-win. Se qualcun altro può usare ciò che a noi non serve più, siamo contente!”.

Heni i Iva.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Circuito di… seconda mano
Heni ci confidò che, di solito, acquista quasi esclusivamente abiti di seconda mano, sia nei negozi specializzati che proprio ai mercatini, mentre Iva aggiunse: “Una cosa che facciamo spesso, io e le mie amiche, è scambiarci tra noi i vestiti che non ci piacciono più. Anche quello è second hand, ma ‘interno’, nel nostro piccolo giro”. Una cultura dello scambio che, secondo loro, è molto più sviluppata tra le donne. Non a caso, la stragrande maggioranza degli espositori al Veseljak Buvljak è rappresentata da donne. “Tra gli uomini non è così comune. Le donne tendono molto di più a prestare o regalarsi le cose tra di loro”. Seppure, proprio durante la nostra visita in loco, c’era anche un venditore maschio che proponeva la sua collezione di videogiochi.
Quando domandammo se ci fossero oggetti di cui è difficile separarsi, Heni ci disse con sincerità: “Per quelli mettiamo un prezzo più alto. Se si vendono, bene. Se no, va bene lo stesso, perché un legame affettivo rimane”. Poi Iva aggiunse, più sicura: “Io comunque mi sono già separata pricologicamente da tutto quello che ho portato qui”.

Tutto è nato da una semplice idea
A raccontarci com’è nato il tutto è stata, in questi giorni, Klaudia Ružić, l’ideatrice e l’organizzatrice del Veseljak Buvljak: “A settembre saranno cinque anni. Come ogni donna, avevo vestiti in più, e così mi sono rivolta a Jelena di un negozio che opera ad Albona. Le ho proposto di fare qualcosa insieme. Il primo anno eravamo solo in due. Poi lei ha lasciato per altri impegni, e io ho continuato”.
Il primo mercatino, ci ha raccontato, si è tenuto in un bar del centro culturale sloveno ‘Bazovica’. “Lavoravo lì. Quel sabato pioveva tantissimo e pensavo che non sarebbe venuto nessuno. E invece… è arrivato un sacco di gente! Sono rimasta stupita. Il secondo mercatino è stato all’inizio di giugno, con un bel tempo come in questi giorni, quella volta non venne quasi nessuno, a conferma del fatto che non vi è una regola fissa”.
Con il tempo, Klaudia ha coinvolto altre persone, tra cui Igor, gestore dell’ex bar “Cukar i Café”, dove per un periodo si sono tenute le edizioni successive. “Era fantastico lì, ma ora che Igor ha trovato la gestione di un locale in piazza Matija Vlačić Flacius, posso affermare in tutta tranquillità che è anche meglio. È stato un colpo di fortuna che abbia preso in gestione un locale proprio lì”.

Klaudia Ružić.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Comunità vera, nata senza pretese
Il numero degli espositori varia di volta in volta: “A volte siamo solo in 17, a volte anche in 40. In media direi tra i 20 e i 25”, ha detto Klaudia. Ma quello che più colpisce è la coesione del gruppo che si è formato: “Ci sono persone che partecipano fin dal primo giorno. Spesso le ragazze vengono pensando di liberarsi di tutto in una sola volta, il che non succede. Ma succede che loro si affezionano. E diventano parte del ‘giro’. Quella mattinata del sabato diventa un rituale, un modo per staccare dalla routine, evitare di cucinare o fare le pulizie, e semplicemente incontrare le amiche e divertirsi”.

E oggi… Fiume ha più mercatini
“Prima che nascesse questo mercatino, Fiume non aveva un evento del genere che fosse costante. Ora, oltre a noi, ce ne sono altri due: uno che dura già da tre anni e uno davanti all’Hotel Continental, dal tocco più ‘design’. E segnatevi anche la data del 26 giugno, perché la sottoscritta farà un mercatino di design proprio nella Casa dell’infanzia al Benčić. Siete tutti invitati!”, ha concluso Klaudia con entusiasmo.
La partecipazione ha un costo simbolico: solo 5 euro per esporre. Ma il vero valore sta nell’atmosfera, dove il vintage è soltanto un pretesto per creare legami.
Per chi non avesse ancora scoperto il Veseljak Buvljak, la cosa migliore sarebbe cercarlo sul profilo Facebook a lui dedicato e segnarsi le prossime date, oltre al prossimo 26 giugno. Potreste trovare il vestito che non sapevate di cercare… o degli amici che non sapevate di avere.

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