Il terminal AGCT in Brajdica è pronto per nuove sfide

Concluso il progetto della Port Authority grazie al quale lo scalo container è ora in grado di accogliere le navi più grandi in circolazione

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Il terminal AGCT in Brajdica è pronto per nuove sfide
La Maersk Campton (366 metri di lunghezza) ormeggiata in Brajdica. Foto: RONI BRMALJ

Non è visibile, ma si tratta di un intervento alle infrastrutture portuali che determinerà dei grandi vantaggi a Fiume, che non nasconde le proprie ambizioni di diventare il punto di riferimento nel traffico container nell’alto Adriatico. Mentre sul Molo Zagabria vengono installate le gru nell’ambito del nuovo terminal che entrerà in funzione l’anno prossimo, il “vecchio” scalo in Brajdica è pronto ad accogliere le portacontainer Post-Panamax, le più grandi in circolazione. L’Autorità portuale, con il direttore Denis Vukorepa, ha presentato ieri ciò che è stato realizzato, cioè un tratto di banchina del terminal lungo 100 metri in cui la profondità è stata aumentata da 11,5 a 16,5 metri. Con quest’operazione il terminal dispone di 428 metri di molo operativo con una profondità di 14,88 metri. Rispetto a quanto avveniva finora, le unità portacontainer più grandi in circolazione, come quella ormeggiata ieri, la “MAERSK Campton”, lunga 366 metri, possono appoggiarsi alla banchina per tutta la loro lunghezza.

L’Autorità portuale di Fiume ha presentato il progetto in risposta all’invito del Fondo europeo CEF Blending nell’ambito dello Strumento Connecting Europe Facility – CEF, programma dell’Unione europea creato per sostenere lo sviluppo di infrastrutture transnazionali nei settori dei trasporti, dell’energia e dell’adozione delle tecnologie digitali. Il programma di cofinanziamento è stato approvato nel settembre 2018. Il valore totale stimato del progetto ammonta a 17.389.436,25 euro, IVA inclusa. Il progetto è cofinanziato a fondo perduto per il 20%, mentre il restante 80% del valore complessivo è finanziato con le risorse dell’Autorità portuale di Fiume.

Il team progettuale: Denis Vukorepa e Emmanuel Papagiannakis (secondo e terzo da sinistra).
Foto: RONI BRMALJ

Operazione di grande complessità
Il contratto era stato firmato il 18 giugno 2020, in piena pandemia di Covid, mentre i lavori, affidati all’impresa italiana NUOVA CO.ED.MAR S.r.l. sono stati avviati il 24 agosto dello stesso anno, per terminare lo scorso 24 settembre. “Questo è uno dei nove progetti che stiamo realizzando utilizzando i mezzi erogati dai Fondi europei che partecipano dal 20 all’85%, con risorse a fondo perduto. Quando iniziammo con il progetto in Brajdica, ne sono convinto, in nessun altro porto del mondo si pianificavano operazione di questa complessità”, ha sottolineato Vukorepa aggiungendo che finora sono stati investiti oltre 150 milioni di euro provenienti dai Fondi europei. “Potete notare – ha proseguito – che qui vicino c’è una portacontainer lunga 366 metri. Quando decidemmo di affrontare questo investimento, a motivarci furono in primo luogo i principali operatori che annunciavano l’entrata in servizio di unità sempre più grandi. In quegli anni il terminal Jadranska vrata non soddisfava queste richieste. La nave ormeggiata qui accanto, per esempio, può trasportare 15.413 TEU. Fu necessario prendere delle decisioni, cioè accettare un cofinanziamento europeo limitato al 20% per imbarcarci in quest’avventura. Ci fu un certo scetticismo e qualche interrogativo, nel senso che l’adeguamento dello scalo si sarebbe potuto addebitare al concessionario AGCT. Io ero sicuro in quel momento che con l’inizio dei lavori avremmo lanciato un messaggio chiaro a tutti gli armatori che intendevamo fare sul serio, per rendere competitivo questo terminal con tutti gli altri nell’alto Adriatico. Nel frattempo, come sapete, avanzano i lavori su Molo Zagabria e in questo modo poniamo Fiume come punto di riferimento in questa parte d’Europa”.

Aumento delle capacità manipolative
Per raggiungere la profondità voluta e per il rafforzamento della banchina sono state utilizzate 2.000 tonnellate d’acciaio e 10.000 metri cubi di cemento. Il passo successivo è la preparazione della documentazione, affidata al concessionario AGCT, per altri 200 metri da portare a una profondità di 16,5 metri.
Il direttore dell’AGCT Emmanuel Papagiannakis, compiaciuto, ha spiegato: “Grazie alla profondità che è stata raggiunta, il terminal in Brajdica potrà accogliere contemporaneamente due navi e ci aspettiamo un incremento sensibile per quanto riguarda le nostre capacità manipolative. Affrontiamo quindi la sfida delle navi di nuova generazione. Da quando ci venne assegnata la concessione, nel 2011, l’AGCT ha investito 35 milioni di dollari, ai quali si aggiungono 11,5 milioni relativi alle due nuove gru che dovrebbero arrivare a novembre, previste per le navi Super-Post-Panamax”.
Ci sono fattori che possono rallentare i lavori e aumentarne i costi. Le operazioni durate quattro anni in Brajdica, ad esempio, sono state condizionate dall’esigenza di non condizionare le attività portuali. Nel 2025 entrerà in attività lo scalo concorrente in Molo Zagabria. La capacità complessiva del porto di Fiume, con i due terminal, supererà il milione di TEU all’anno.

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