Il Rijeka conquista tutto, Fiume risponde col cuore

La città celebra il nuovo «doblete» calcistico dopo quello meritato nel 2017: «È bello essere fiumani di questi giorni»

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Il Rijeka conquista tutto, Fiume risponde col cuore
La bandiera con lo stemma della squadra del cuore è sempre presente. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Fiume è stata travolta da un’ondata di entusiasmo con l’euforia calcistica delle ultime settimane: la fase finale del campionato di serie A croata e le due finali della Coppa di Croazia hanno riportato la febbre bianco-blu ai massimi storici.

Per chi ha il Rijeka nel cuore, l’esito è stato semplicemente perfetto: la squadra ha conquistato tutto ciò che c’era da conquistare in una stagione particolare, dove anche la fortuna sembra essersi schierata dalla parte del club guidato dal presidente Damir Mišković. I verdetti finali hanno portato una gioia incontenibile tra i tifosi. Secondo quanto confermato anche dal settore marketing della società, le vendite del merchandising ufficiale sono schizzate verso l’alto. Ma più ancora della soddisfazione materiale, si è percepita una felicità autentica, di quelle che non hanno prezzo: una gioia profonda, troppo raramente provata dai sostenitori della squadra.
Camminando per il centro di Fiume, tra una chiacchiera e l’altra con i cittadini, si può cogliere un sentimento comune: entusiasmo, soddisfazione e orgoglio. “Siamo felici, il Rijeka ci ha regalato emozioni forti”, ci ha detto più di una persona che abbiamo fermato lungo il Corso. “È bello essere di Fiume in questi giorni”, ha aggiunto una signora da noi intercettata nell’area del Mercato centrale.
Con l’arrivo della stagione più bella, la primavera, fare due passi per le vie del centro e scambiare qualche parola con i passanti si è trasformato in un autentico piacere. La città, insomma, si gode un momento raro di unità e positività. E in un tempo così, anche solo camminare per Fiume diventa una piccola festa. E che bello imbattersi in persone che s’intendono davvero di sport. Abbiamo avuto, infatti, la fortuna di incontrare, tra i cittadini in giro per il centro, anche l’olimpionico Zoran Roje, ex allenatore e giocatore di pallanuoto, di origini spalatine, ma a Fiume da ormai più di sei decenni, il quale si è detto felice per il trionfo del Rijeka. Non soltanto lui, ma anche un gruppo di amici seduti in uno dei bar nei pressi del porto, intenti a chiacchierare e a sorseggiare un po’ di vino bianco.
“Questo Campionato è stato insolito, per non dire illogico. Si giocava a ‘chi fa meno’, in un certo senso, e ci sono state tante occasioni perse da tutte le squadre in lizza. Ma quello che conta è il finale, che è stato buono per noi perché ci ha regalato il Campionato, che è una cosa fantastica, e anche la Coppa, altrettanto importante. Ci ha portato una felicità incredibile”.
“A cittadine e cittadini”, gli ha urlato un amico, giustamente, per parità nei confronti delle donne.
Zoran Roje ci ha detto di avere visto la partita in TV, in piena tranquillità tra le mura domestiche. “Per l’anno prossimo vedremo. È importante che il club segua una politica economica che ci permetta di essere autosufficienti anno dopo anno. Dobbiamo vendere, sì, ma siamo in attivo. Non possiamo competere con la Dinamo, che ogni anno riceve decine di milioni di euro da varie fonti, eppure noi ci inseriamo sempre nella lotta per i trofei. Con il nostro piccolo budget tiriamo fuori il massimo, e questa è la cosa più importante, insieme al fatto che non abbiamo la pressione di dover vincere per forza: è un grande vantaggio”.

Squadra del cuore
“È significativo anche il fatto che abbiamo un proprietario che rispetta il lavoro degli addetti ai lavori del club e non si intromette, come invece accade altrove. Ritengo che abbiamo ottime possibilità di accedere alla fase a gironi dell’Europa League, il che rappresenterebbe un’iniezione economica straordinaria per il nostro club”, ha dichiarato Svetomir Sveto Popović, detto Ceco, seduto allo stesso tavolo, fresco di premiazione con la Targa d’Oro della Città di Fiume per i 40 anni di attività artistica e per il contributo alla tutela e allo sviluppo del canto delle klape, che dirige e ha diretto in formazioni quali ‘Crikvenica’, ‘Fortunal’, ‘Luka’…
Alla domanda su quale dei due campionati vinti dal Rijeka negli ultimi otto anni gli sia più caro, il signor Zoran ha detto: “Come il primo amore, il primo non si dimentica mai, ma devo ammettere che quello di quest’anno è molto dolce, forse anche di più”.
Su un’altra terrazza, qualche passo più avanti, abbiamo incontrato Filip, grande tifoso e frequentatore delle partite casalinghe del Rijeka. Dopo avere lodato l’allenatore Radomir Đalović, ha ammesso che quest’anno il Rijeka lo ha fatto soffrire, ma alla fine i due titoli hanno cancellato tutte le sconfitte e i brutti momenti, rendendolo felice, e questa felicità continua anche adesso che la stagione è finita.
C’è stato poi il signor Boris, che tutti chiamano “Buco”, nella sua enoteca nel cuore del Mercato cittadino. All’ingresso, ben visibile, la bandiera con lo stemma del Rijeka e della città di Fiume:
“Era lì anche alcune stagioni fa, quando eravamo in fondo alla classifica. Non la toglierò mai. Io tifo Rijeka da quando eravamo nella Seconda lega jugoslava, andavamo perfino a piedi fino a Cantrida, quindi mi considero un vero tifoso. Il Rijeka è il club che amo più di tutto. Devo fare i complimenti a Mišković, vero uomo d’affari, capace di far quadrare i conti. Gli porterei tutte queste bottiglie di champagne gratis, quanto mi ha reso felice. Non capisco chi continua a criticarlo e a dubitare di lui. Anche se svendessimo tutto e tutti, chissenefrega! Questo titolo di campioni è il mio preferito, e dico bravo a Mišković per aver creduto ciecamente in Đalović anche dopo l’eliminazione contro l’Olimpija la scorsa estate”.
Poi un giro al fan shop, dove siamo stati indirizzati al reparto marketing del club, che ci ha confermato che in questi giorni la vendita dei gadget della squadra è aumentata vertiginosamente. Lì abbiamo incontrato una donna: “Lei è di Vinkovci, quindi tifa per la squadra della sua città. Io ho le mie radici a Fiume, anche se ora vivo in Svizzera, a Zurigo. Quando gioca il Rijeka, lo seguo sempre, e oggi abbiamo comprato una maglietta per lei, così inizierà almeno un po’ a tifare Rijeka”, ha detto Luka. “99% Cibalia e 1% Rijeka”, ha contrabbattuto Marija, che ha cominciato a cedere almeno un po’. Passo dopo passo…
Immergendoci tra la gente, abbiamo potuto assaporare la felicità che accomuna tutti i fiumani dopo le due grandi vittorie, e quanto siano orgogliosi e felici dei successi della loro amata squadra del cuore.

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