Il plurilinguismo è una ricchezza che va nutrita

Relazione e pannello di discussione sui vantaggi cognitivi

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Il plurilinguismo è una ricchezza che va nutrita
La relazione di Tihana Kraš nella Casa dell’infanzia. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Ha suscitato grande interesse la conferenza sul tema del plurilinguismo, intitolata “La posizione della lingua tedesca nella nostra regione”, organizzata dalla Società croata degli insegnanti e professori di lingua tedesca, tenutasi negli ambienti della Casa dell’infanzia, con in veste di relatrice Tihana Kraš, docente al Dipartimento di Anglistica dell’Ateneo fiumano, la quale ha esposto in maniera chiara e avvincente i vantaggi del plurilinguismo, come pure gli svariati malintesi e/o fraintendimenti al riguardo. In riferimento a questi ultimi, ha rilevato sia sbagliato pensare che i bambini che parlano più lingue non ne interiorizzino alcuna in modo adeguato, oppure che incontrino difficoltà nell’imparare la lingua della scuola o che il multilinguismo sia utile solo in determinate combinazioni di lingue e dialetti (soprattutto quando si tratta di alcune lingue più diffuse o prestigiose). “Considerando i vantaggi linguistico-cognitivi, gli stessi possono manifestarsi indipendentemente dalla combinazione delle lingue utilizzate dal parlante. Dal punto di vista del cervello non c’è differenza tra lingue e dialetti, in quanto sono ugualmente importanti. Se, altresì, prendiamo in considerazione anche le utilità sociali della conoscenza di più lingue, ciò non può che essere uno stimolo all’avvicinamento al plurilunguismo”, ha rilevato la relatrice, soffermandosi successivamente sull’insegnamento delle lingue ai bambini. “È fondamentale capire che, soprattutto nel caso dei bimbi, un’educazione plurilingue riuscita ed equilibrata coinvolge i concetti di motivazione e occasione, il che vale anche per l’apprendimento delle lingue straniere. Per ‘occasione’ intendo situazioni in cui sono immersi ed esposti alla lingua, se possibile quanto più naturali, che gli dovrebbero arrivare da vari contesti comunicativi. Per ciò che concerne, invece, la motivazione, ritengo siano molto importanti gli atteggiamenti di chi trasmette i contenuti, i modi di fare, il modo in cui si comunicano e da come si fanno arrivare”. L’esperta, inoltre, ha rilevato che, in base a ricerche recenti, le persone plurilingui mantengono più a lungo le capacità di memoria e che il plurilnguismo può rimandare, addirittura per un periodo equivalente a quattro anni, l’avvento della demenza senile. È sbagliato affermare, ha inoltre aggiunto, che le persone che parlano due o più lingue siano più intelligenti – dal momento che l’intelligenza è un insieme complesso di facoltà mentali –, ma possiedono una marcia in più rispetto ai coetanei monolingui e sono più efficienti in determinate situazioni. Lo stesso, quindi, va sempre inteso come una risorsa, una ricchezza.

Un valore aggiunto
In seguito Kraš ha brevemente illustrato le attività, le finalità e le collaborazioni del Centro “Bilingualism Matters”, fondato nel 2008 e diretto dalla docente di linguistica e di linguistica acquisizionale, Antonella Sorace, all’Università di Edimburgo (ospite della Comunità degli Italiani di Fiume nel 2012), nato con l’obiettivo di diffondere informazioni e consigli sul bilinguismo, insieme ad altre filiali sorte in tutto il mondo. Tra queste, anche quella di Fiume, al momento unica città in Croazia in cui opera una delle suddette filiali. Nel capoluogo quarnerino il Centro Bilingualism Matters è stato istituito il 6 giugno del 2014 nell’ambito del progetto FP7 dell’Unione europea “Advancing the European Multilingual Experience” (AThEME), e opera in seno alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Fiume. È guidato, appunto, dalla docente Tihana Kraš. L’organizzazione, ha spiegato quest’ultima, è tesa alla diffusione delle scoperte scientifiche sul multilinguismo al di fuori del mondo accademico, alla crescita della consapevolezza dell’importanza e dei vantaggi del plurilinguismo e alla promozione dello stesso nella società. Con le sue attività, destinate ai professionisti dell’istruzione, della salute, della cultura e delle imprese, ai responsabili politici, genitori, studenti, alle famiglie multilingui e a chiunque sia in contatto con il multilinguismo nella vita privata o professionale, si propone quindi di gettare un ponte fra il mondo della ricerca e la comunità, in modo tale che sempre più bambini possano godere dei benefici del conoscere e sapere usare più di una lingua.
A seguire si è tenuto un pannello di discussione sul tema “L’importanza della conoscenza delle lingue straniere”, nel corso del quale le docenti dell’Ateneo fiumano, Nataša Košuta del Dipartimento di Germanistica e Iva Peršić del Dipartimento di Italianistica hanno parlato dell’insegnamento, degli usi, delle difficoltà e degli ostacoli, come pure dei vantaggi (professionali, sociali e personali) della conoscenza di più lingue. Tra i tanti interventi di professionisti di vari settori, anche quello della presidente della Comunità degli Italiani di Fiume, Melita Sciucca, la quale ha affermato che “a mio avviso non è un fiumano vero colui che non conosce al minimo tre delle quattro lingue che si parlavano a Fiume all’inizio del XIX secolo. In tal senso vorrei rilevare che mia nonna, nata nel 1904, nonostante i pochi anni di scolarizzazione, ne parlava quattro – l’italiano, il tedesco, il croato e l’ungherese. All’epoca era una cosa naturale, che faceva parte dell’ identità e dell’appartenenza a questa città. E questo plurilinguismo, come l’importanza della diversità e la tolleranza, è ciò che cerco di trasmettere ai miei studenti”.

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