Il piacere di conoscere la propria città

Un fine settimana per scoprire il rione di Vojak e la storia della scalinata di Tersatto in compagnia dello storico dell'arte Theodor De Canziani

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Il piacere di conoscere la propria città
Un centinaio di cittadini interessati all’inizio del giro per il rione di Vojak

È stato un fine settimana molto impegnativo, quello appena trascorso, per lo storico dell’arte Theodor de Canziani, il quale ha accompagnato tutti i cittadini interessati a conoscere dapprima il rione di Vojak, sabato, e poi la scalinata di Tersatto il giorno dopo.

Partiamo da sabato, una bellissima giornata di sole, in cui l’ineffabile, accattivante e coinvolgente Theodor de Canziani ha cercato di far conoscere il rione di Vojak, ossia la sua storia, sconosciuta ai più, a un centinaio e più di persone che si sono presentate all’appuntamento, all’incrocio tra via Crimea e via Kumičić, da dove si è saliti, a piano a piano, fino a Vojak, rione conosciuto con questo nome per la presenza decennale di una caserma militare. Non tutti, però, sapevano che in passato questo quartiere era chiamato “DECSA”. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, l’intera area era una landa disabitata, o quasi, nel bel mezzo della quale c’era una discarica di rifiuti che, grazie all’amministrazione comunale e al giardiniere, agronomo e botanico Josip Kulfanek, è stata bonificata e trasformata in un bellissimo parco, quello che conosciamo oggi come il Parco degli eroi, o parco di Tersatto. Kulfanek (nato a Brno, nell’attuale Repubblica ceca, nel 1899 e morto a Fiume nel 1976) meriterebbe senza dubbio uno spazio maggiore. Ci limiteremo a dire che il parco di Tersatto è stato creato nel lontano 1926 e inizialmente si estendeva su una superficie di 33.500 metri quadrati, ai quali verso la fine degli anni Trenta del secolo scorso sono stati aggiunti altri 11.500 metri quadrati per un totale di 45.000 metri quadrati, con un dislivello di 50 metri (da 95 a 145 metri sopra il livello del mare).

Le case DECSA e i grattacieli

L’iniziativa era partita dall’allora sindaco di Sušak, Juraj Kučić, il quale aveva ordinato il progetto all’architetto Zlatko Prikril, che a sua volta si era avvalso della collaborazione, appunto, di Josip Kulfanek, a cui va il merito di aver ricostruito pure i Giardini pubblici in Mlaka la cui origine, ricorderemo, risale al 1874, anno in cui il sindaco Giovanni Ciotta diede all’architetto Filiberto Bazarig il compito di creare un parco che sia una specie di confine tra il centro città e la periferia occidentale.

De Canziani accanto alla tomba di Josip Kulfanek

Un terreno adatto
Ma ritorniamo a Sušak, che nel 1941 entrò a far parte dei territori annessi all’Italia e lo fu fino alla caduta del fascismo. In questo periodo, le “nuove autorità italiane” erano intenzionate a dare lavoro alla popolazione e a prevenire qualsiasi forma di malcontento e decisero pertanto di costruire un grande insediamento residenziale, con case economiche. Bisognava trovare un terreno adatto, che venne individuato nell’attuale Vojak. Furono realizzate le dovute lottizzazioni e iniziò la costruzione della strada che dall’attuale ufficio postale porta fino all’ex caserma. Venne abbattuta una collinetta vicino alla Posta e venne creato un terrapieno verso l’ex caserma. Su tutta quell’ampia area c’erano soltanto due case, quella della famiglia Polić, caposquadra della segheria a Pećine, e quella delle sorelle Serdar, polacche, una delle quali sposò il grossista di legname Murković.
Dopo la costruzione della strada fino alla caserma, si procedette alla costruzione delle strade trasversali a destra e sinistra, condizione indispensabile per poter procedere alla costruzione delle case. I lavori vennero affidati all’azienda italiana D.E.C.S.A. – da qui il nome del rione –, che aveva ottenuto l’appalto per costruire case economiche per l’intero insediamento. Manco a dirlo, tutte le case erano dello stesso tipo. L’intero insediamento non fu completato poiché sopraggiunse la caduta dell’Italia e i fondi a disposizione dell’azienda si esaurirono. Era il turbolento 1943. La costruzione fu però completata dopo la Seconda guerra mondiale… Oggi su quell’area sorge una “foresta” di grattacieli, ai piedi dei quali le case DECSA sembrano quasi dei funghi. Sebbene non sia protetta come bene culturale, DECSA è riconosciuta nel Piano urbanistico generale come un’importante entità urbanistica.

Prima del 1941, Vojak si presentava come una landa quasi disabitata

 

Un’immagine storica della costruzione delle case popolari DECSA

Mentre questo primo incontro è stato voluto dal Comitato di quartiere di Vojak, nella persona di Nela Valerjev Ogurlić, ex collega del Novi list, ora impegnata a far rivivere il rione, la “scalata” domenicale è stata organizzata dalla solita e instancabile Đulijana Desanti, segretaria del Comitato di quartiere di Podmurvice, la cui “missione” sembra proprio essere quella di far conoscere la città ai cittadini, naturalmente non senza Theodor de Canziani, una miniera non soltanto di dati storici, ma anche di aneddoti, immancabile condimento dei dati storici. La salita al colle è iniziata nel punto in cui sorgeva la cappella che era consacrata a San Giovanni Nepomuceno, ovvero Jan Nepomuk, presbitero ceco, canonico nella Cattedrale di Praga e predicatore alla corte di re Venceslao, il quale lo fece uccidere per annegamento. Proclamato Santo da papa Benedetto XIII nel 1729, è patrono della Boemia, dei confessori e di tutte le persone in pericolo di annegamento. Al gruppo si è aggregata anche Dragica Fadljević, responsabile del Dipartimento cittadino per l’autogoverno locale.

Đulijana Desanti e Dragica Fadljević durante la salita verso Tersatto

La faticosa salita fino al Santuario
La scalinata di Tersatto è senza dubbio la via più breve per raggiungere dal centro a piedi il colle che sovrasta la città, anche se non la più agevole. Fu il famoso condottiero Petar Kružić, l’“eroe di Clissa”, comandante dell’esercito croato nelle lotte contro i turchi, a dare inizio alla costruzione di questa scalinata nel lontano 1531. In un primo momento i gradini erano 128 e dal centro di Sušak aiutavano a superare la parte iniziale, quella decisamente più ripida. Partendo dalla sponda sinistra della Fiumara si arrivava così al colle di Tersatto, dove Petar Kružić fece costruire anche la cappella votiva dedicata a San Nicola, protettore dei marinai. L’inizio della scalinata è indicato da una cappella barocca a forma di arco di trionfo. Il rilievo di Maria consolatrice degli afflitti, risalente al 1745, posto in una nicchia, dovrebbe invece incitare i pellegrini alla faticosa salita fino al Santuario mariano.
Nel 1726 ci pensò un altro militare, il comandante della Baviera, Carinzia e Carniola, Franz Gabriel Aichelberg, a completare la scalinata, che oggi conta 539 gradini e, se vogliamo aggiungerci i 22 da superare, una volta attraversata via Joakim Rakovac, per raggiungere il sagrato della chiesa di Tersatto, arriviamo a 561. Secondo una leggenda popolare, fu il diavolo a costruire la scalinata. I francescani avrebbero fatto un… patto con il diavolo promettendogli l’anima di chi avrebbe percorso per primo la scalinata. Una volta conclusi i lavori, tuttavia, i frati fecero scendere una capra e la cosa suscitò l’ira di Satana, padrone degli Inferi, il quale… rimescolò tutti i gradini rendendone impossibile la conta. Ad ogni modo, si dice che nessuno sia in grado di dire con precisione quanti siano i gradini. L’importante, però, è che siano sicuri e che i pianali non siano dissestati. Eppoi, se Fiume aveva la sua Salita del Calvario, anche Sušak doveva averne uno di calvario. Se a Fiume nacque il mito del crocifisso miracoloso, sull’altra sponda del Fiume nacque quello della Santa Casa della Vergine Maria, che secondo la leggenda approdò a Tersatto nel 1291 e vi rimase per tre anni, prima di raggiungere la costa adriatica opposta dando origine alla Basilica della Santa Casa di Loreto.
Tra una leggenda e l’altra, raccontate con il suo modo di fare da Theodor de Canziani, la passeggiata domenicale si è conclusa davanti alla cappella, anche questa a forma di arco di trionfo, che porta al sagrato della chiesa del Santuario mariano. Arrivederci al prossimo giro…

L’inizio del “calvario”
La piccolla cappella accanto al sagrato della chiesa di Tersatto

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