
Fiume, grazie anche al suo importante e turbolento passato, è una città dalle mille sfaccettature e dal potenziale enorme, che potrebbe fare grandi cose. Nonostante ciò, il suo percorso è spesso altalenante e alterna momenti di ascesa a quelli di stasi, in cui sembra non avere una direzione chiara. Uno di questi lo sta vivendo oggi, quando sembra essersi ritirata in letargo, non solo invernale, ma diremmo piuttosto cronico. Una situazione a cui, nostro malgrado, stiamo assistendo da un bel po’ di tempo, potremmo dire, a occhio e croce, negli ultimi due decenni. Eppure, i cittadini che la abitano sono persone spesso talentuose, che potrebbero (e fanno) delle belle cose, volte al progresso della città o, semplicemente, a offrire dei bei contenuti ai propri concittadini e ai tanti ospiti che ultimamente la visitano con gioia.
Una di queste persone, che alla città in cui è nato tiene davvero tanto, è Dino Damjanović, di 28 anni, residente da sempre del rione di Marčeljeva Draga, dove ha concluso le scuole elementari prima di proseguire con le medie superiori ad Abbazia. Un ragazzo sempre attivo, con tanta voglia di fare. Da giovanissimo, ancora studente, si dava da fare lavando i vetri delle automobili alla stazione di servizio Porte del Quarnero (Vrata Jadrana), sulla tangenziale fiumana, con un’ambizione già chiara: aprire e gestire un giorno un bar tutto suo. E chi lo dice che gestire un bar sia soltanto un lavoro? È spesso arte, perché nessun locale è uguale all’altro; ogni posto riflette le idee e la creatività di chi lo dirige. E se il gestore è creativo, anche il bar più semplice può trasformarsi in una specie di salotto di casa per i clienti che lo popolano.
Prima di raggiungere il proprio sogno, Dino ha lavorato anche presso l’albergo abbaziano Mozart, in cucina, dove è stato presto promosso a capoturno, insegnando il mestiere ad altri ragazzi come lui. Dall’età di 18 anni si è immerso completamente nel mondo della ristorazione, arrivando a realizzare il proprio obiettivo con il caffè Tornero, grazie anche e soprattutto al sostegno dei suoi genitori, sempre presenti, ma mai invadenti, che lo hanno sempre supportato. “Senza di loro nulla sarebbe stato possibile. Assieme a mio fratello, sono il mio pilastro. La famiglia per me è sacra”, ci ha detto durante un lungo colloquio da noi voluto per conoscerlo meglio. Nel suo curriculum figurano pure l’apertura dell’Opera – storico spazio operante, in tempi felici, nell’ambito del Teatro Fenice –, in occasione dell’inaugurazione della manifestazione “Fiume Capitale europea della Cultura 2020”. Ha anche organizzato due open air party sotto l’ex Hotel Park nel rione di Pećine, eventi che avevano attirato più di 1.500 persone. Tra le sue iniziative c’è persino un drive-in nel parcheggio di Cantrida, con il DJ posizionato su un bus turistico a due piani.
Il giorno dell’intervista, ci incontriamo con Dino nel suo attuale locale, situato all’ingresso del parco Nikola Host, per parlare di tutto un po’. Lo spazio, affittato in condizioni precarie, è stato rimesso a nuovo con uno sforzo basato sullo spirito di squadra. Seduti su sedie che, per comodità, potrebbero competere con quelle di Buckingham Palace, siamo circondati dai ritratti di Dino Dvornik, Tom Jones, Josipa Lisac, Amy Winehouse ed Elvis Presley. La musica spazia in un ampio ventaglio di generi. L’unica esclusa è la musica popolare tradizionale. Jazz, blues, rock, elettronica: va bene tutto e Dino riesce a valorizzare ogni genere. L’atmosfera è amichevole, e nonostante abbiano aperto da soli due mesi, hanno già una clientela fedele: dipendenti del vicino Archivio di Stato, insegnanti della Scuola di musica e operatori museali dei vicini enti di riferimento, per i quali il bar è diventato in poco tempo un’oasi di buon gusto, praticamente in pieno centro città.
Le idee non mancano al nostro interlocutore: il suo locale ospita serate culturali con ascolto di dischi in vinile una volta a settimana e weekend dedicati ai bambini con gonfiabili dove possono giocare in tutta sicurezza, mentre i genitori si godono un caffè. Un’idea semplice, ma geniale. Non mancano i concerti dal vivo e persino i festeggiamenti di Capodanno… a mezzogiorno.
Dino ci racconta con entusiasmo anche di un progetto ispirato al passato: la creazione di un lapidario con busti di figure influenti di Fiume, simile a quello che i nostri predecessori avevano ideato nel parco, accostandolo a piante botaniche. La prima opera è il busto di Nikola Host – su cui il nostro quotidiano aveva scritto –, una sorta di omaggio alla città, che resterà permanentemente davanti al locale. La realizzazione è stata affidata a Filip Miletić, giovane studente di scultura all’Accademia di Arti Applicate di Fiume. “Siamo tutti giovani pieni di voglia di fare, ci aiutiamo a vicenda e cerchiamo soluzioni win-win. Filip avrà una vetrina per esporre la sua arte, e la città otterrà nuovi monumenti di valore turistico e culturale. Quando noi non ci saremo più, le opere resteranno”. L’arte è un elemento fondamentale nella filosofia di vita di Dino, così come lo spirito imprenditoriale, che caratterizza le sue giornate.
Oltre al bar, con il suo team gestisce una nuova attività di street food nel centro di Fiume, basata su hamburger gourmet e dessert serviti in modi creativi e unici. L’offerta punta a distinguersi dalla massa, combattendo il trend che sta trasformando il capoluogo quarnerino in una città di soli kebab e hamburger anonimi. “Cerchiamo di creare qualcosa che rappresenti un’identità, che sia unico e che i clienti possano trovare soltanto da noi. Nonostante siano i miei dipendenti, ci consideriamo tutti un grande team, per non dire una famiglia. Ci sono Danilo Ljubić, Ana, Anamarija, Marko, Denis, Naomi. Ci copriamo le spalle a vicenda”.
L’ostello amico degli animali
Cinque anni fa, a Draga di Sušak, grazie a questo valente gruppo di entusiasti giovani, gli spazi della vecchia scuola elementare, abbandonati all’incuria, al degrado e alla presenza dei senzatetto, sono stati ristrutturati e riqualificati in un ostello che rispecchia il loro ormai riconoscibile stile: assolutamente originale!
“Abbiamo trovato lo spazio in uno stato deplorevole. Dopo esserci candidati più volte al bando di concorso e alla fine essere stati gli unici a insistere, cinque anni fa abbiamo deciso di rimetterlo a nuovo. È uno degli ostelli più grandi della città, e per di più io ci vivo sopra. Abbiamo anche animali domestici, e non animali qualunque: vi abitano nove maialini, alcuni dei quali hanno dato alla luce dei nuovi… eredi. Sono animali talmente sensibili e intelligenti che è impossibile non innamorarsene. Inoltre, il nostro ostello è pet-friendly, una caratteristica sempre più richiesta al giorno d’oggi. Penso che siamo stati bravi a trasformare qualcosa di fatiscente in qualcosa di positivo, con le nostre mani. Quando siamo entrati per la prima volta, c’erano ancora le vecchie lavagne e i vecchi banchi di scuola: potete immaginare il lavoro che c’è stato da fare”.
Pur essendo un po’ fuori città, l’ostello offre molti servizi a portata di mano: il supermercato, la fermata degli autobus e, inoltre, un enorme terrazzo che permette a tutti di sentirsi immersi nella natura a pochi passi da Fiume. Il parcheggio è ampio. L’ostello dispone di 44 posti letto e collabora con vari gruppi stranieri, come boy scout dal Belgio o grandi comitive italiane di tutte le età. Offrono anche la possibilità di organizzare team building o di affittare una parte dell’ostello per feste private senza interferire con le normali attività della struttura.
La passione per il Carnevale
“Da quest’anno abbiamo inoltre preso in gestione il gruppo ‘Lako ćemo’, fondato dagli amanti delle maschere che abitano nel rione di Pehlin e dagli scampanatori dello Halubje, i quali sono stati tra i primi a dare vita al Carnevale fiumano. La nostra nonna Marija, una delle fondatrici di questo gruppo, ci ha sempre aiutati nelle varie preparazioni di eventi, anche per l’Avvento. Negli ultimi anni, il gruppo aveva perso energia e già l’anno scorso ci avevano chiesto se volevamo dare una mano o addirittura prenderne la guida. Quest’anno lo abbiamo fatto. Con la nostra energia, speriamo di dare nuova vita a questo gruppo storico, che è un pezzo importante del Carnevale di Fiume. Siamo più di 40 persone, tutte pronte e cariche per la grande sfilata in Corso in programma il prossimo 2 marzo. Non abbiamo mai pensato di creare un nuovo gruppo, anche se amiamo il Carnevale, ma prendere in mano un nome con una storia simile è davvero un onore”, ci spiega.
Un’altra cosa che abbiamo notato di Dino è che ama unire persone di background diversi, situazioni, storie e possibilità lavorative con i suoi interessi e passioni. Ad esempio, ci racconta che nell’ostello ci saranno laboratori per bambini dedicati alla creazione di maschere di Carnevale, con lezioni sulla storia del Carnevale fiumano. Ci sarà anche Karmelino, il clown, oltre a Mastro Sandi e alla Reginetta Nora Marčelja. Ma non finisce qui: anche Doris Vlah, nota per la sua partecipazione a MasterChef Croazia, terrà laboratori di cucina, insegnando come preparare dolci tipici del periodo, quali frittelle, crostoli e krapfen. “Amo connettere le cose, le persone, le mie idee. La mia mente lavora sempre e corre a cento all’ora. Spesso scrivo su carta le mie idee, alcune fin da quando ero bambino. Alcune le ho già realizzate, altre aspettano ancora il loro momento. Non c’è niente di più piacevole che trasformare un’idea in realtà”.
Fiume: un potenziale enorme
Dino afferma che non potrebbe mai immaginare di fare un lavoro che non lo appassioni e che vede in Fiume un potenziale enorme ancora inespresso. La passione lo spinge a lavorare dalla mattina alla sera, sempre credendo in ciò che fa: un turno come cameriere, un altro in cucina nel fast food. “Non mi fermo mai. I soldi arriveranno piano piano – dice –, l’importante è creare un buon brand e farsi riconoscere”. Ha già nuovi progetti in mente: “Forse un giorno… Chissà”. Per ora si concentra nel restituire l’aiuto ricevuto in passato, offrendo il suo know-how a chi gli è stato accanto, sia per dare una mano concretamente, che come supporto morale. “Funzioniamo così”, spiega, e noi aggiungiamo che è sicuramente la strada giusta. Tutto resta in questa bella community, ovvero in quel che si suol dire… trame mura dell’azienda.
Abbiamo già parlato delle iniziative culturali e turistiche che Dino ha avviato, ma ora vediamo quali sfide si prospettano per il prossimo futuro. Al momento siamo in pieno clima carnascialesco, e in programma ci sono due serate di ballo presso la Casa di cultura di Zamet. “La cosa di cui vado molto fiero è il fatto che non abbiamo mai avuto bisogno dell’intervento della polizia”.
L’Avvento nel parco Nikola Host
Le sue idee si sono fatte conoscere anche durante il mese di dicembre. “Abbiamo avuto l’idea di abbellire l’area che circonda il nostro caffè e di valorizzare finalmente questo bellissimo parco situato nel cuore della città. Non abbiamo chiesto nulla alla municipalità e nulla abbiamo ricevuto, ma la gente ha subito notato che qualcosa stava cambiando. Grazie al passaparola, sempre più persone hanno cominciato a trascorrere le serate dell’Avvento qui da noi. Anche questa iniziativa potrebbe essere una buona occasione per rafforzare e incentivare ulteriormente la collaborazione con le autorità cittadine. La collaborazione non è male, ma potrebbe essere ancora più fluida. Abbiamo un grande desiderio di realizzare costantemente qualcosa di nuovo, utile e di qualità per Fiume e ci auguriamo che anche la Città ci ascolti un po’ di più. Non chiediamo fondi, ma vogliamo lavorare senza dover affrontare ostacoli inutili. Per l’Avvento, ad esempio, abbiamo acquistato noi stessi le luci e sistemato i photo-point. Le persone apprezzano quest’approccio e speriamo che lo apprezzino anche le autorità, che potrebbero tentare di conoscerci meglio e di iniziare a considerare il nostro impegno come una garanzia per il lavoro futuro, invece di avere ogni volta la sensazione di doverci presentare daccapo. Con l’Ente per il turismo di Fiume la collaborazione funziona bene, e ribadisco che il principio del win-win è molto importante”, spiega Dino, sottolineando anche che il parco sta finalmente diventando un’oasi sicura, non più un boschetto oscuro e quasi inquietante, in cui camminare la sera e la notte provocava paura. “Siringhe, bottiglie di vetro e altri oggetti indesiderati stanno diventando sempre più un brutto ricordo, ma non bisogna abbassare la guardia. Secondo me, le cose si stanno muovendo in una direzione positiva”, conclude. Ci viene da dire, Dino continua così!
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