
“Quando si parla di gestione di un territorio, sia esso una città o una regione, si pone sempre molta enfasi sulla gestione delle spese. L’idea è che evitando gli sprechi si possano risparmiare dei mezzi per usarli in qualche cosa di più utile per le persone. Questo modo di pensare è però fondamentalmente sbagliato, perché l’unica possibilità di crescita reale è aumentare le entrate. È di questo che parleremo: come aumentare il benessere dei cittadini aumentano i profitti di tutti e dunque anche quelli della Città di Fiume e della Regione litoraneo-montana”, è con queste parole che Boris Popović ha dato il via alla tavola rotonda intitolata “Visione di Fiume: di cosa vivremo?”, tenutasi nell’atrio della Casa croata di cultura (HKD) a Sušak.
Da buon imprenditore – Popović è il contitolare dell’Alarm Automatika –, ha preso in esame tutta una serie di parametri economici riguardo allo stato della concorrenza, dell’imprenditoria, dell’infrastruttura e di altri fattori all’interno di Città e Regione, spiegando come quasi tutti i dati siano in calo e come anche nei settori dove questi territori erano generalmente al vertice si sta verificando un inesorabile declino, chiedendo agli altri partecipanti se si aspettavano di vedere, durante la presentazione, dei dati così negativi. Una delle prime reazioni è arrivata dal preside della Facoltà di Economia, Saša Drezgić, il quale ha spiegato come a Fiume manchi un’industria ad alto valore aggiunto. “Una possibilità è rafforzare le aziende locali affinché si colleghino con l’azienda farmaceutica Jadran Galenski Laboratorij e permettano all’intera Fiume e alla Regione di prosperare grazie a esso. Un’altra possibilità è attrarre grandi attori globali come la Maersk. Senza un’industria forte, è difficile trattenere i giovani e le persone qualificate in città e offrire loro posti di lavoro di qualità”, ha affermato Drezgić, ringraziando Popović per avere citato nella sua nota introduttiva tutta una serie di studi condotti dalla Facoltà di Economia di Fiume.
L’azienda di maggior successo a Fiume, la JGL, è un esempio di come investire nelle persone e nell’innovazione portando a dei risultati. “Siamo partiti con un fatturato di 200.000 euro e oggi siamo a 200 milioni. Il nostro obiettivo strategico per i prossimi cinque anni è raddoppiare questa cifra. Tuttavia, il problema è che non ci sono aziende che possano seguirci. Noi siamo come una locomotiva, ma quanti vagoni ci sono dipende dalla comunità”, ha dichiarato Mate Poropat, direttore delle operazioni farmaceutico-tecnologiche in seno alla JGL, il quale ha spiegato come l’azienda abbia collaborato con l’Università con l’obiettivo di creare il dipartimento di biotecnologie, ora promosso a Facoltà, e più recentemente per aprire un Corso di laurea in Farmacia in seno alla Facoltà di Medicina.
Il direttore dell’agenzia marittima CMA CGM CROATIA, nonché professore alla Facoltà di Marineria di Fiume, Jakov Karmelić, ha spiegato come il capoluogo quarnerino possieda un’industria marittima riconosciuta a livello mondiale, ma che il suo ulteriore sviluppo dipenda dalla modernizzazione della rete ferroviaria. “La collaborazione tra l’amministrazione cittadina e l’Autorità portuale deve essere una priorità. La questione chiave è come sfruttare gli spazi portuali di valore che non sono utilizzati nella loro funzione principale. Inoltre, Fiume deve valorizzare meglio il suo status di centro marittimo e incentivare lo sviluppo della logistica e dei trasporti”, ha affermato Karmelić.

Foto: IVOR HRELJANOVIĆ
Le domande dei presenti
Una parte molto importante della tavola rotonda è stata dedicata alle domande dal pubblico, dove c’è stato molto interesse per la questione dello sviluppo infrastrutturale. In particolare, sul tema dello sviluppo del porto e della mancanza di una rete ferroviaria adeguata, è intervenuto anche Vlado Mezak, ex presidente della Port Authority fiumana, in carica durante il periodo in cui è stato costruito il terminal container di Brajdica. Nel suo rivolgersi ai presenti, ha spiegato che lo studio originale, al quale aveva partecipato in qualità di rappresentante della Porth Autority nel 2011, aveva evidenziato un’altra località come ideale, ma che in seguito, per motivi politici, si era deciso di fare tutto a Fiume, perché “Mirela Ahmetović dopo aver vinto le elezioni a Castelmuschio, aveva detto a Zlatko Komadina di non volere i container nel suo Comune”.
Questo è soltanto uno dei tanti esempi di situazioni al limite dell’assurdo che sono emerse nel corso della serata, dove per un motivo o per l’altro la classe politica ha preso delle decisioni che non seguivano le raccomandazioni degli esperti di settore.
“Fiume ha bisogno di una visione a lungo termine, indipendente dai cicli politici. Per questo proponiamo lo sviluppo di cinque nuove zone imprenditoriali che attirerebbero investitori e stimolerebbero la crescita economica, perché i nuovi posti di lavoro vengono creati dalle micro e piccole imprese. Fiume deve diventare leader nell’innovazione, nell’istruzione e nello sviluppo sostenibile, e la chiave è la collaborazione strategica con l’Università, le aziende e i Comuni limitrofi”, è stata la conclusione di Iva Rinčić, candidata sindaca di Fiume nonché docente della Facoltà di Studi sanitari di Fiume.
Popović ha aggiunto che non ci può essere futuro senza i giovani, che vanno trattenuti con politiche semplici, ma efficaci che devono partire da tre pilastri fondamentali: il diritto a un’abitazione a costi accessibili, posti di lavoro ben pagati e posti a sufficienza negli asili.

Foto: IVOR HRELJANOVIĆ
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