Igor Prodan. Il nuovo che avanza

Il presidente della CI di Laurana ha tracciato un bilancio del suo primo anno a capo del sodalizio. A soli 34 anni è ora chiamato a dare nuova linfa a una realtà pronta a voltare pagina per avvicinare la vita comunitaria ai giovani

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Igor Prodan. Il nuovo che avanza

Largo ai giovani. Le ultime elezioni hanno “svecchiato” un bel po’ le varie Comunità degli Italiani, con tante facce nuove che hanno preso in mano le redini dei vari sodalizi (o comunque entrate a far parte della governance). In questa “nouvelle vague” troviamo anche Igor Prodan, dallo scorso luglio alla guida della CI di Laurana. A soli 34 anni, anche se con quella faccia da ragazzino che si ritrova ne dimostra molti di meno, ha già dato una sventagliata di freschezza, di nuove idee e di progetti, grazie a una determinazione e a un entusiasmo che sono parte integrante del suo carattere. Per alcuni la sua elezione era stata una sorpresa, per altri invece una scelta nel segno della continuità. Dopo aver guidato per ben 18 anni la Comunità lauranese, Fausto Abram aveva deciso di farsi da parte per cedere il testimone a un giovane e, Igor, il quale negli ultimi due mandati aveva ricoperto il ruolo di vice, essendosi ricandidato, è stato considerato dai soci il successore ideale. Una scelta sostanzialmente logica dopo otto anni di “apprendistato”. Tuttavia, egli stesso era rimasto un po’ sorpreso e, nonostante qualche remora iniziale, alla fine ha deciso di mettersi in gioco accettando una sfida certamente impegnativa, ma necessaria per dare nuova linfa al sodalizio.

A tempo perso

“Onestamente avrei preferito un altro mandato da vicepresidente – ammette sorridendo mentre siamo seduti davanti a una tazza di caffè nella sede della CI –. Il bilancio di questo primo anno da presidente? Ammetto che non è facile, in primis per una questione di problematiche organizzative dovute al fatto che la maggior parte di noi lavora e quindi ciò che facciamo per la CI si riduce in pratica a volontariato, ossia attività che portiamo avanti a tempo perso. Fare il presidente è un po’ come essere a capo di un’azienda e impone la gestione di diverse persone e attività, ma anche l’espletamento della parte burocratica e amministrativa, come la redazione di resoconti o piuttosto dei bilanci finanziari, sempre stando attenti a far quadrare i conti. A questo proposito sono quattro le principali fonti del nostro finanziamento: l’Unione Italiana, il Comune di Laurana, la Regione litoraneo-montana e l’Ufficio per i diritti dell’uomo e delle minoranze nazionali del governo della Repubblica di Croazia, tutti fondi che devono venire spesi con oculatezza evitando sprechi”.

Tocca ai giovani

Uno dei problemi maggiori che accomuna un po’ tutti i sodalizi riguarda il coinvolgimento dei giovani, l’avvicinarli al mondo comunitario e infondere in loro l’importanza del senso d’appartenenza.
“Noi cerchiamo di farlo organizzando mostre, concerti, incontri sportivi, gite, spettacoli messi in scena dai bambini della sezione italiana del nostro asilo, corsi di lingua italiana, ma anche ‘scambi culturali’ con le CI di tutta la CNI e in particolare con gli amici di Lipik. Potremmo anche fare di più, soprattutto ora che da due anni abbiamo traslocato nella nuova sede che è molto più spaziosa e funzionale, ma ripeto, se solo avessimo più tempo a disposizione perché gli impegni di lavoro inevitabilmente ci limitano. Ad esempio, stiamo pensando di organizzare una sorta di piccolo cinema dove proiettare film italiani, seguendo un po’ il modello della CI di Fiume, ma non riusciamo a organizzarci perché il tempo a disposizione è quello che è. Le ultime elezioni hanno un po’ ‘svecchiato’ i vertici dei vari sodalizi e ora tocca a noi più giovani darci da fare, promuovendo nuove idee e attività, diversificandole e adattandole alle varie fasce d’età”.

Senso d’appartenenza

Lasciamo la sede della CI e decidiamo di fare un giro per Laurana. Quello che ci colpisce è vedere tantissime persone fermare Igor. Lo conoscono praticamente tutti.
“Nei piccoli centri è così, ci si conosce un po’ tutti. Che cosa mi ha spinto ad accettare la sfida? Il senso d’appartenenza a un territorio che storicamente è legato alla cultura e alla lingua italiana che io sento mie, anche per la storia della mia famiglia”.
Egli stesso ammette che sarebbe stato più semplice e meno oberante continuare a fare da braccio destro al suo predecessore, anche in virtù dei suoi impegni professionali che spesso lo portano lontano dalla sua Laurana, soprattutto in Norvegia, da dove è tornato pochi gironi fa.
“Dopo la laurea alla Facoltà d’Ingegneria di Fiume ho lavorato quasi nove anni nel cantiere 3. maj, dal quale me ne sono andato poco meno di un anno fa per motivi che credo non ci sia bisogno di spiegare. Attualmente lavoro per la società fiumana Metal CAD, subappaltatrice dell’azienda norvegese VARD Electro, dove mi occupo di progettazione di installazioni elettriche per le navi, in particolare crociere, posacavi, traghetti e magayacht. Visto che i cantieri e gli uffici della VARD si trovano in Norvegia, e in parte anche in Romania, ogni tanto vengo richiamato lì.

Mini vacanza

Alla Metal CAD lavorano in 15, la maggior parte ragazzi under 40 e tra di loro non manca chi sarebbe tentato dalla possibilità di venire trasferito in Norvegia, in perfetta linea con il fenomeno della fuga di cervelli con cui è costretta a fare i conti la Croazia. E se a Igor Prodan venisse offerto un posto alla “casa madre” nel profondo nord europeo?
“Non lo so. L’altro giorno un mio collega stava guardando quanti anni bisogna lavorarvi per garantirsi la pensione (ride)… Io comunque al momento sto bene così. Pochi giorni fa sono tornato da Ålesund, una città situata nella parte centro-meridionale del Paese, dove ho trascorso tre settimane e francamente l’idea di volare lassù di tanto in tanto mi piace un sacco, perché è un po’ come regalarsi una mini vacanza”, ha concluso al termine del nostro giro che ci ha portati sul molo di Laurana, sotto un sole cocente e a un irresistibile richiamo di un tuffo in mare.

«Non ho ancora visto l’aurora boreale»

“La Norvegia è un Paese meraviglioso. A partire da una natura maestosa dove il mare e la montagna si fondono nei fiordi, un Paese che fa dello stato sociale il proprio cavallo di battaglia, un Paese che ha un bassissimo livello di criminalità, un Paese in cui c’è lavoro per tutti, un Paese meritocratico, un Paese con un’alta qualità di vita dove il tuo stipendio ti permette di vivere una vita agiata”.

Ma la Norvegia dovrà pur avere un difetto. “Il clima. D’inverno fa un freddo boia… L’aurora boreale? Sono stato solamente una volta lì durante la stagione invernale e purtroppo non sono riuscito a vederla. Mi auguro di avere più fortuna in futuro”.

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