“Siamo preoccupati per il modo in cui ci si approccia alla pianificazione del territorio a Fiume”, sostiene Iva Rinčić, consigliera indipendente oggi e candidata sindaca tra pochi mesi, con una propria lista. Ieri ha convocato una conferenza stampa nel parco davanti al Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc”, affiancata nell’occasione dal consigliere Marin Račić, architetto, che si è aggregato a Rinčić, rinunciando di fatto a candidarsi come aveva precedentemente annunciato.
“Ciò di cui ci siamo resi conto nel corso di questo mandato – ha aggiunto Rinčić –, è che i Piani urbanistici sono stati modificati in funzione delle esigenze e agli interessi degli investitori, della lobby dei costruttori, e non delle necessità dei cittadini. Fiume è specifica, una città densamente popolata, racchiusa entro 44 chilometri quadrati, conseguenza dell’assetto amministrativo che ha penalizzato fortemente la città, togliendole vasti territori assegnati ad altri enti locali. Questa suddivisione ingiusta ha ridotto notevolmente le risorse intese come territorio. Per questo motivo dobbiamo gestirlo come un bene prezioso, anche se le strutture al potere oggi non lo considerano in questo modo”.
Le modifiche ai documenti di pianificazione del territorio a cui si è fatto riferimento sono il Piano urbanistico per l’area del’ex “Istravino” a Vežica e quella dello stadio di Cantrida. “Sono comparse delle visualizzazioni simulate del progetto nell’ex Istravino con una serie di edifici prevalentemente adibiti a uso residenziale. Solo successivamente è stata proposta la modifica del Piano urbanistico”. La stessa cosa, avvenne circa un anno fa, quando si volle presentare il progetto dell’area sportiva e ricreativa di Cantrida, trasformata in una “mini Dubai”. Le modifiche e le integrazioni del Piano per l’ex Istravino, comunque, erano state inserite nell’ordine del giorno del Consiglio cittadino la settimana scorsa, ma il sindaco Marko Filipović le ha ritirate. Anche se non è stato detto, il motivo del rinvio del dibattito su questo tema era dovuto principalmente alle condizioni poste dai consiglieri i cui voti erano necessari per approvare la proposta del Bilancio di previsione per il 2025.
“In questi tre anni e mezzo di mandato ho solo potuto accertarmi che nelle politiche SDP non ci sono idee chiare su cosa fare con il territorio. Non c’è una visione chiara di ciò che si vuole fare per i prossimi 20-30 anni. Gli investitori sono i benvenuti, ma non sono loro a poter decidere di fare qualcosa chiedendo alla Città di modificare i Piani urbanistici. Dopo le elezioni avremo un team preparato – ha assicurato Račić, architetto di professione –, per affrontare seriamente queste tematiche. Farei l’esempio dell’Ospedale pediatrico di Costabella. Lo si sapeva da decenni che si sarebbe trasferito nel nuovo Ospedale per la mamma e il bambino in località Sušak. Ora che il trasferimento è avvenuto, gli edifici sono lì, vuoti, e non si sa che farne”.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.