
Sono 24.932 i disabili in età lavorativa nelle Regioni – litoraneo-montana, istriana e quella della Lika e di Segna – ma soltanto il 6,98 per cento di loro risulta avere un impiego. Questo dato rappresenta un grosso problema, perché indica la presenza di una discriminazione ancora piuttosto marcata. Secondo il Centro per la riabilitazione professionale a tutela delle necessità della categoria, il problema è però molto complesso e risolverlo non è affatto semplice. Con l’obiettivo di fare chiarezza sul tema, di sensibilizzare l’opinione pubblica, ma anche di individuare delle possibili soluzioni, il Centro ha organizzato ieri un incontro con tutti gli operatori del settore, dove esperti di vari campi hanno discusso sul da farsi. “Il Centro per la riabilitazione professionale di Fiume è uno dei quattro centri regionali della Repubblica di Croazia. Fornisce servizi di riabilitazione professionale per committenti e utenti delle tre regioni, appunto litoraneo-montana, istriana e della Lika e di Segna. L’attività del Centro consiste nell’organizzare ed erogare servizi di riabilitazione professionale per persone con disabilità, con l’obiettivo di formarle per un lavoro adeguato, inserirle nel mondo del lavoro, mantenerle occupate, favorirne l’avanzamento e lo sviluppo professionale. Finora, il 79,17% delle persone che hanno completato il percorso di riabilitazione professionale presso il Centro, ha trovato una collocazione nel mondo del lavoro. A guardare i numeri complessivi, però, tutto questo è ancora troppo poco”, ha affermato Ivana Kosorčić, direttrice della struttura.
Višnja Radin, a capo dei programmi pedagogici del Centro, ha spiegato come i motivi per i quali sia così difficile fare progressi in tale senso siano molteplici e come la situazione si sia aggravata negli ultimi anni a causa delle iscrizioni online alle scuole medie superiori. “Non ci sarebbero problemi se tutti fossero a conoscenza dei loro diritti e se si comportassero di conseguenza. Purtroppo, non è così. I genitori dei bambini con disabilità dovrebbero usare le preiscrizioni, presentando immediatamente i certificati di disabilità. Se invece questo avviene soltanto al primo turno, alcune classi hanno grosse difficoltà a formarsi”, ha spiegato la pedagogista.
All’incontro erano presenti anche esponenti dell’Ufficio di collocamento, dei datori di lavoro e di scuole di vario tipo, tutti con l’obiettivo di migliorare una situazione complessa. L’idea è che permettendo a queste persone di trovare un impiego, si va a migliorare sensibilmente la qualità della loro vita e si vanno anche a ridurre tutta una serie di costi per famiglie e associazioni che si occupano del loro sostentamento. Secondo gli esperti, i margini di miglioramento ci sono, ma è necessario aumentare il dialogo e la collaborazione tra le parti.
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