Hrvoje Burić: «Programmi e non ideologie»

Il presidente della lista indipendente Bura, scende in campo per la terza volta alle elezioni amministrative. Tenterà di subentrare al sindaco uscente Vojko Obersnel con un programma che punta sul rinvigorimento dell’economia

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Hrvoje Burić: «Programmi e non ideologie»

Ci proverà per la terza volta a diventare primo cittadino di Fiume. Hrvoje Burić, imprenditore, classe 1967, membro HDZ della prima ora, dal 1990, ma oggi a capo di una formazione politica indipendente alla quale ha dato il nome Bura. In seno al Consiglio cittadino e nell’Assemblea regionale è indubbiamente uno dei personaggi più attivi, e tra le voci più forti dell’opposizione.

 

L’acquolina in bocca…
Si ricandiderà a sindaco, incoraggiato dal successo personale sia in qualità di ex membro dell’HDZ, che come politico indipendente, arrivando per due volte al ballottaggio dove è stato superato da Vojko Obersnel, che dopo 21 anni sta per portare a termine il suo ultimo mandato. Il sindaco uscente aveva previsto che con la sua uscita di scena a qualcuno sarebbe venuta l’acquolina in bocca e fin d’ora possiamo prevedere un numero record di candidati. Per poter concorrere, naturalmente, servirà raccogliere anche un certo numero di firme e già in questa fase è probabile che qualcuno possa venire eliminato. Burić non ha di questi timori. Ultimamente, dopo aver annunciato di volersi candidare, si propone all’opinione pubblica con due temi in particolare. Il primo è la questione demografica e il secondo l’autostazione in Žabica, ritenuta dall’opposizione il simbolo dell’incapacità delle strutture politiche al potere in città.

I cittadini al primo posto
Chi è Hrvoje Burić e come è entrato in politica? Cos’ha fatto e cosa fa oggi nella vita? Si presenta così: “Nel mio passato c’è lo sport, una carriera di calciatore, nelle file dell’Orijent e nel Pomorac. Come hobby, c’è il mio cane, il secondo. È da vent’anni che mi dedico ai quattro zampe. Un altro hobby è quello di andare in barca a pescare. È così che trascorro il mio tempo libero, nei fine settimana e durante l’estate. Dal 2013 sono imprenditore privato, ho una ditta e conosco bene quelli che sono i problemi in questo segmento per il quale credo di essere qualificato a parlare. La politica? Ci sono entrato presto, iscrivendomi nel 1990 all’HDZ. Sono stato difensore, volontario nella Guerra patriottica, ufficiale nell’Esercito croato. Nel 2015 ho concluso la mia storia con l’HDZ. Posso dire che è molto meglio poter operare senza vincoli partitici, esprimendosi in modo indipendente. Credo che in questo modo vi siano più possibilità per occuparsi dei problemi dei cittadini. Per me sono loro al primo posto, come lo è Fiume. Gli interessi dei grandi partiti talvolta vengono anteposti a quelli della gente. Sono contento di poter agire con forza, sia in città che a livello regionale”.

Il calo demografico
La campagna e soprattutto le elezioni si preannunciano interessanti, più incerte che mai. Cos’è che ha indotto Hrvoje Burić a tornare alla carica? “Fiume è interessata da uno spaventoso calo demografico, l’economia è a livelli bassissimi, anche se la città ha delle grandi potenzialità. Ciò che desidero è che la gente, a Fiume, ci venga a vivere. L’attuale struttura politica alla guida della città non è stata capace di realizzare il progetto dell’Agglomerato urbano, del valore di 1,760 miliardi di kune e, come ho già detto, c’è il più grande decremento demografico in rapporto al resto della Croazia. I servizi comunali sono i più cari nel Paese. A tutto ciò aggiungerei anche un altro dato sconfortante, che è quello relativo all’affluenza alle urne. Vorrei che i fiumani partecipassero in modo più massiccio alla politica. Alle amministrative vota tra il 27 e il 30 per cento della popolazione, mentre la media a livello nazionale equivale al 38 p.c. Inviterei soprattutto i giovani a votare, a pronunciarsi in merito ai programmi o, comunque, a esprimere nei seggi elettorali le proprie preferenze”.

«L’era di Obersnel è terminata»
Obersnel, che lo si voglia ammettere o no, ha guidato la città esprimendo una forte personalità. Senza di lui in campagna elettorale vi sono più chance per l’opposizione. “L’era di Obersnel è terminata e i suoi risultati sono noti. L’economia va a rotoli. Fiume Capitale europea della Cultura è un progetto condizionato dalla pandemia del coronavirus, ma c’è quello dell’autostazione che aspetta vent’anni di essere realizzato. Non parlerei degli altri candidati, ma di programmi. Ritengo che nel Consiglio cittadino vi siano state attività corruttive, nel senso che determinati consiglieri sono stati ‘comprati’. L’HNS si era presentato da solo, dichiarando di voler cambiare il potere politico, ma i suoi membri si sono poi aggregati a Obersnel. Qualcosa di simile lo ha fatto anche la Lista per Fiume. Hanno sostenuto il Bilancio e tutti gli altri progetti. Noi siamo contro la corruzione ed è per questo che scendiamo in campo da soli, convinti che non si possano accettare cambiamenti di posizioni e schieramenti. Purtroppo, questo è un male ricorrente in tutta la Croazia. Avviene nel Sabor e anche nel Consiglio cittadino e credo sia la cosa peggiore che possa succedere. L’HNS a livello nazionale sostiene il governo HDZ e qui in città il potere SDP. Questa è la massima espressione dell’ipocrisia nella politica che sta cancellando l’HNS dalla scena. Abbiamo sporto denuncia nei confronti di Vojko Obersnel per 21 milioni di kune per il progetto Preluca, mai realizzato, ma la Procura di Stato, purtroppo, l’ha respinta. Comunque sia, sono andati persi 21 milioni del Bilancio cittadino. Sono risorse finanziarie gettate all’aria”.

L’autostazione dei desideri…
Al potere c’è una coalizione di centrosinistra, mentre sul lato opposto del panorama politico ci sono tre candidati, con altrettante liste. Per essere precisi, l’HDZ non ha ancora reso noto il nome del proprio candidato, mentre per il MOST ci sarà Marin Miletić, deputato al Sabor. Burić è il terzo a farsi interprete di un pensiero politico di centro-destra. “Sono convinto – sostiene Burić – di arrivare nuovamente al ballottaggio, anche perché proponiamo dei programmi concreti, dall’autostazione alla proposta di avere asili gratis per tutti. Sappiamo che non ci sono capacità sufficienti e che 300 bambini rimangono esclusi. Nelle scuole elementari pasti gratuiti e quindi, per le imprese degli sgravi fiscali, con una riduzione dal 15 al 10 p.c. dell’imposta sul reddito, l’affitto dei vani d’affari al prezzo di partenza, la creazione di un Fondo per l’imprenditoria. Sono cose molto concrete, con dei programmi che possono realmente venire realizzati. Le priorità, quando verrà costituito il nuovo Consiglio cittadino, saranno da parte nostra la crescita demografica, il rilancio dell’economia e quindi la costruzione dell’autostazione per la quale abbiamo già avuto modo di presentare un progetto sul Delta che costerà non più di 10 milioni di kune”.

Opposizione concreta
Anche operando come opposizione si possono dare dei contributi. Lo sottolinea Burić, in riferimento ad alcune proposte che si sono concretizzate nell’ambito dell’Assemblea regionale. Oggi parliamo di Fiume e della corsa per il posto di sindaco, ma concediamo a Burić di elencare alcuni dei successi della lista Bura: “Ci siamo espressi contro il progetto del terminal GNL a Castelmuschio e consegnata la dichiarazione, con le firme dei consiglieri regionali al Sabor. Siamo stati contrari alla ‘Lex LNG’. Siamo riusciti ad assegnare 300.000 kune al Centro clinico-ospedaliero per il Centro per la psicologia infantile, attraverso un emendamento, 50.000 all’associazione per gli affetti dalla sindrome di Down, sostegni aggiuntivi per lo sport con un milione aggiuntivo all’anno, assieme ad altri emendamenti per il settore sportivo, scolastico e sanitario”.

Stella rossa, Galeb, etnie…
I simboli fanno parte della politica. La stella rossa sistemata sul grattacielo di Fiume nell’ambito del programma di Fiume CEC, Burić ce l’avrebbe messa? “C’è anche il progetto della nave Galeb, economicamente non giustificato. Credo che la Città si debba occupare d’altro, come del progetto dell’Agglomerato per il quale dal 2019 non è stato fatto nulla, nonostante i mezzi siano stati assicurati. Hanno preferito occuparsi della stella a cinque punte e della Galeb. Non è la via giusta, senza andare ad analizzare questioni ideologiche. I fiumani sono stati manipolati con delle ideologie”.
Il rapporto con le minoranze e, nello specifico, con la CNI? “Più sostegno per tutti. Noi non abbiamo problemi in questo senso. Nella nostra dirigenza ci sono rappresentanti di tutte le etnie”.

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