Gli sforzi vengono sempre ripagati

Dignità e autonomia: la Casa per adulti di Torretta festeggia dieci anni di alloggi organizzati e supporto psicosociale per un’integrazione migliore nella società delle persone con disturbi mentali

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Gli sforzi vengono sempre ripagati
La Casa per adulti di Torretta, vista dalla strada. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Da dieci anni a questa parte, la Casa per adulti di Torretta offre il servizio di alloggio organizzato, una forma di assistenza sociale che garantisce a una o più persone un supporto continuativo nell’arco delle 24 ore. Questo modello prevede un’assistenza stabile o periodica da parte di personale qualificato o di altri operatori, con l’obiettivo di soddisfare le necessità quotidiane, sociali, lavorative, culturali, educative e ricreative dei residenti, sia all’interno che all’esterno dell’abitazione.

Il 31 gennaio ha segnato il decimo anniversario dalla fondazione delle prime comunità abitative nella regione del Gorski Kotar, precisamente a Brod na Kupi, Delnice e Mrkopalj. Queste prime esperienze hanno avuto origine dalla necessità di fornire un ambiente familiare e stabile ai pazienti che in precedenza risiedevano nella clinica dislocata di Radočaj, nei pressi di Delnice. La decisione di creare queste comunità ha permesso a molti di loro di rimanere nel contesto naturale a cui erano abituati, evitando un distacco traumatico.

Convegno tematico
Ieri, presso la sede di Torretta si è svolto un convegno tematico sul tema sempre attuale dell’abitazione organizzata per persone con disturbi mentali. Sono intervenuti Martina Baiocco, direttrice della Casa, lo psichiatra Dragan Lovrović, l’infermiera Kristina Vidović e soprattutto loro, gli utenti dell’istituzione Mile Živković, Kristian Zeba, Marina Maršić e Ana Cvijanović, moderati da Alenka Vondra Butigan, responsabile del Dipartimento per alloggio organizzato.
Nel corso degli anni, il progetto è stato ampliato e oggi esiste un appartamento a Delnice e ben sette a Fiume, con un massimo di quattro persone per unità abitativa. Gli ospiti ricevono assistenza personalizzata in base alle loro necessità, con un supporto iniziale h24 che, con il tempo, si riduce a un sostegno durante il giorno, incentivando la loro autonomia. Durante la giornata si organizzano attività diversificate, sia all’interno delle abitazioni sia nella comunità locale, per arricchire la quotidianità degli utenti e favorire la loro integrazione sociale.

Alenka Vondra Butigan, Mile Živković, Kristian Zeba, Ana Cvijanović e Marina Maršić.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Obiettivo: riabilitazione completa
Martina Baiocco sottolinea come questi alloggi siano destinati a persone altamente funzionali, in fase di remissione dalle loro difficoltà psicologiche. Nonostante la loro condizione, questi individui sono stimolati a partecipare attivamente alla società. “L’obiettivo è la riabilitazione completa: vogliamo che imparino ciò che non sanno, che recuperino abilità dimenticate e che acquisiscano nuove competenze per una vita più indipendente”, ha spiegato. Attualmente, nelle comunità abitative vivono 28 persone di età compresa tra i 23 e i 70 anni, mentre nella struttura residenziale sono ospitati 66 individui tra i 29 e i 93 anni. Inoltre, il centro diurno accoglie 14 utenti. “Negli ultimi dieci anni abbiamo fatto passi da gigante – afferma la Baiocco –. In passato, per una persona con difficoltà psichiche, l’ingresso in una struttura significava spesso rimanervi per sempre. Oggi abbiamo sviluppato una rete di servizi preventivi che evitano la necessità di un ricovero a lungo termine”.
Oltre agli alloggi organizzati, il centro offre supporto psicosociale a molte persone che vivono con le loro famiglie, spesso in condizioni di isolamento sociale. Qui trovano opportunità per inserirsi in nuove attività e migliorare la loro qualità di vita. Tra le iniziative proposte ci sono sessioni con musicoterapeuti, psicologi e istruttori specializzati, che arricchiscono il percorso riabilitativo e favoriscono l’inclusione sociale.
L’importanza dei finanziamenti europei è un altro aspetto cruciale evidenziato dalla direttrice. “Grazie ai fondi europei abbiamo potuto ampliare il nostro personale, migliorare le infrastrutture e ristrutturare alcuni appartamenti. Abbiamo persino realizzato un bocciodromo. Disporre di condizioni migliori facilita enormemente il nostro lavoro.”
Un esempio significativo è il centro diurno situato a Potok, che consente agli utenti di continuare a vivere con i loro familiari, partecipando durante il giorno a pasti, attività e controlli sanitari. “Possiamo dire di aver creato un sistema completo. I nostri utenti non solo si riabilitano, ma in alcuni casi riescono anche a trovare un’occupazione, diventando membri attivi e utili della società. Questo è il nostro obiettivo finale: chiudere il cerchio, garantendo a queste persone un futuro dignitoso e autonomo”.
Anche i datori di lavoro hanno dimostrato grande comprensione, contribuendo a rendere questa iniziativa un successo. “Ora tutto ha un senso: è una realtà concreta e siamo orgogliosi del nostro lavoro, felici di poter migliorare la qualità della vita di molte persone”, conclude la direttrice.

Martina Baiocco.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Non stigmatizzare le malattie
Uno dei relatori dell’evento, il collaboratore esterno e psichiatra Dragan Lovrović, che lavora presso il CCO di Fiume nei reparti di medicina palliativa e integrativa, ha sottolineato l’importanza della destigmatizzazione delle malattie psichiatriche. “È fondamentale avvicinare la realtà dei pazienti psichiatrici alla società, per far comprendere che si tratta di persone comuni, parte integrante della nostra comunità, nonostante le loro difficoltà mentali. Il modello attuale punta a portare l’ambulatorio più vicino al paziente e a rendere la figura dello psichiatra meno autoritaria, permettendo così un approccio più umano e accessibile alla terapia”.
Lovrović ha evidenziato come la malattia mentale non debba essere vista come un tabù: “Può capitare a chiunque, e chi ne soffre deve avere la possibilità di integrarsi normalmente nella società. In passato, le persone con disturbi psichici venivano spesso isolate in istituti lontani dalla comunità, ma oggi il nostro approccio è diverso. Non si tratta di individui pericolosi, ma di persone che necessitano comprensione e supporto per condurre una vita dignitosa e inclusiva”.

Storie semplici da ascoltare
Le storie degli utenti, quelle sì che andavano ascoltate. Sono storie semplici di persone comuni, ma capaci di compiere grandi passi per se stesse e di spiegare le ali della loro volontà. Ali d’oro, proprio come le mani di coloro che li accompagnano, passo dopo passo, nel loro percorso di crescita e nel superamento delle difficoltà.
Mile, che, per motivi di salute e problemi comportamentali, ha attraversato tutti i centri di cura psichiatrica della Croazia, per poi cercare di trovare il proprio posto nel mondo della cucina. A sostenerlo è stata la generosità di una donatrice canadese, che gli ha finanziato un corso presso l’Università popolare. Alla fine, è diventato dipendente della Čistoća, portando con sé un bagaglio di esperienze e situazioni che lo hanno formato e che possono essere d’insegnamento a molti. Kristian, invece ha vissuto tutta la vita tra Croazia e Austria e che oggi conduce un’esistenza stabile, tra lavoro, palestra e convivenza con altri tre coinquilini, tutti seguiti dal centro. Sembra realizzato e felice.
C’è anche Marina, inserita nel percorso di alloggio organizzato dal 2018, che è riuscita ad adattarsi bene al nuovo contesto grazie ai laboratori di cucina e al volontariato presso l’ospizio di Fiume. Ha scelto di formarsi in ambito informatico e oggi lavora come segretaria. Infine, Ana, sua coinquilina, racconta di sentirsi ancora molto legata all’intero centro. Dice di essersi ben abituata alla vita indipendente che il progetto di alloggio organizzato le ha permesso di costruire. È molto attiva nel panorama culturale, tra spettacoli di cabaret e trasmissioni radiofoniche.
Quando si lavora con impegno e dedizione, i risultati soddisfacenti non tardano ad arrivare, come dimostrato dai progressi di questo centro e dalla crescita del suo impatto sulla comunità.

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