Gli affreschi della cappella della Santa Trinità

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Gli affreschi della cappella della Santa Trinità

Negli ultimi anni, Fiume sta riscoprendo i resti materiali del suo ricco passato. Infatti, nonostante nella storia dell’arte sia stata per decenni riconosciuta in prevalenza per i monumenti e i palazzi del XIX e XX secolo, ultimamente, in seguito agli scavi archeologici è stato scoperto e presentato al pubblico lo strato tardoromano, ma è pure stato rivalutato l’arredo sacro delle chiese fiumane, giudicato dagli esperti come particolarmente prezioso. In linea con il rinnovato interesse per il patrimonio storico-culturale di Fiume, è stata presentata ieri al pubblico la cappella gotica della Santa Trinità nell’ambito del Convento domenicano di San Girolamo, sito in piazza della Risoluzione fiumana.

Nella cappella, raro esempio di gotico a Fiume, si sono infatti conclusi di recente i lavori di restauro degli affreschi sul soffitto, che risalgono al 1450. Gli affreschi, realizzati nella tecnica a secco, furono commissionati da Martin Raunacher, che nella cappella trovò la sua ultima dimora assieme alla consorte Margareta Lamberger. Ciò che rende particolari e molto preziose queste pitture murali è l’apparato iconografico raro e insolito. Vi sono rappresentate delle figure umane nude che cavalcano un cinghiale, un’aquila, un drago e un pesce, personificazioni di quattro elementi: Terra, Aria, Fuoco e Acqua. Nel segmento centrale dell’apside sono collocate invece le immagini antropomorfa della Luna e del Sole come attributi dell’Anno, il che conclude una rappresentazione medievale del mondo materiale, l’Imago mundi.

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Giornate europee del patrimonio

Come dichiarato da Biserka Dumbović Bilušić, a capo dell’Istituto di conservazione dei beni storico-culturali di Fiume, la presentazione degli affreschi della cappella della Santa Trinità si svolge in concomitanza con le Giornate europee del patrimonio.
“Il 2018 è stato proclamato Anno europeo del patrimonio, mentre le Giornate europee vengono celebrate dal 1991 in tutti i Paesi che fanno parte del Consiglio d’Europa – ha spiegato la capodipartimento –. Lo scopo della manifestazione è presentare a un vasto pubblico il ricco patrimonio culturale tramite le varie istituzioni che se ne prendono cura. L’idea è di rendere più visibili i conservatori, restauratori e tutti gli esperti che in un modo o nell’altro si occupano del patrimonio storico-culturale di ciascun Paese europeo e di impegnarsi a costruire il futuro su ciò che abbiamo ereditato dal passato. Questo spazio apre una storia nuova di Fiume, ovvero il suo ricco e prezioso strato storico che va dall’epoca tardoromana al tardo Medioevo. Spero che il progetto di recupero di questo Convento proseguirà presto e che una volta conclusa l’opera di restauro dell’intero complesso questo verrà aperto al pubblico”, ha rilevato Biserka Dumbović Bilušić, la quale ha voluto ringraziare gli esponenti del Convento per il loro contributo all’opera di restauro.

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Apparato iconografico particolare

Željko Bistrović, conservatore in seno all’Istituto di conservazione, ha riassunto brevemente il percorso dell’opera di restauro degli affreschi. “Nel 2016 sono stati portati avanti i lavori di ispezione della cappella, in quanto era noto che vi si trovavano degli affreschi – ha puntualizzato Bistrović –. In seguito abbiamo ottenuto dal Ministero della Cultura e dal Convento domenicano 550mila kune per potere avviare l’opera di restauro. Vorrei ringraziare il prof. Egidio Budicin che ha ritoccato gli affreschi con particolare sensibilità artistica”, ha osservato Bistrović, aggiungendo che Martin Raunacher e la sua famiglia erano dei personaggi importanti nella Fiume dell’epoca ed ebbero un influsso notevole sulla politica di queste terre. “Per quanto riguarda l’iconografia – ha proseguito Bistrović –, la personificazione dei quattro elementi che vediamo su questi affreschi ha soltanto tre esempi in Europa, per cui è davvero una rarità, mentre la personificazione dell’Anno con la Luna e il Sole la troviamo soltanto nella Cattedrale di Losanna in Svizzera. Per quanto riguarda lo stile pittorico, l’autore degli affreschi proviene con tutta probabilità da Salisburgo o dalla Baviera meridionale”.
La restauratrice Marina Ferenžir ha riferito che l’intervento di restauro è durato 10 mesi ed è stato un lavoro molto delicato, in quanto ha richiesto la rimozione dello strato di intonaco che copriva i dipinti. “Una volta rimosso l’intonaco, abbiamo scoperto che la superficie degli affreschi era piena di piccoli fori praticati affinché il cemento potesse attaccarsi meglio alla superficie – ha puntualizzato la restauratrice –. Bisognava, quindi, riempirli di cemento, dopodiché il prof. Budicin ha ritoccato i dipinti con maestria”, ha concluso Marina Ferenžir.

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