Gas. «Tante incertezze ma il sindaco tace»

Možemo!, Azione dei giovani e Unione del Quarnero sui prezzi

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Gas. «Tante incertezze ma il sindaco tace»
I resti del muro medievale torneranno in piazza Klobučarić? Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

“Dicano qualcosa!”, è il messaggio di Možemo!, Azione dei giovani e Unione del Quarnero al sindaco Marko Filipović e al direttore dell’“Energo” Sanjin Kirigin. Ieri, davanti alla sede dell’azienda che gestisce il sistema del riscaldamento a distanza in città e che distribuisce il gas, Vedran Vivoda e Nebojša Zelič, membri del Consiglio cittadino, rispettivamente di Azione dei giovani e Možemo!, esigono delle risposte sulla questione del caro gas e sulle incertezze legate alla crisi energetica causata principalmente dalla guerra in Ucraina e alla chiusura dei rubinetti da parte della Russia verso l’Europa.

La situazione attuale vede circa 20.000 utenze domestiche, a occhio e croce la metà della popolazione di Fiume, in condizioni di estrema incertezza. L’“Energo”, infatti, dall’1 ottobre comincerà ad applicare delle nuove tariffe, basate sulle leggi di mercato e sui prezzi attuali che sono saliti alle stelle. Secondo ciò che assicura la Legge, tutti gli utenti hanno la possibilità di rivolgersi all’operatore a cui è stato assegnato, dopo essersi aggiudicato una gara sul mercato, il ruolo di distributore a livello nazionale come servizio pubblico. Ciò che succede oggi è che l’azienda in questione, la “Gradska Plinara Zagreb” sostiene di non potere assorbire un numero così grande di nuovi utenti. Dall’altra parte il governo aveva emesso un Decreto secondo cui il prezzo del gas non sarebbe stato ritoccato fino all’1 aprile. Per legge, la GPZ ha l’obbligo di accogliere tutti.
In questo momento di confusione e di legittima preoccupazione da parte di almeno la metà dei fiumani, non si sono fatti sentire in modo chiaro né il sindaco Filipović, in qualità di presidente dell’Assemblea dell’“Energo”, né il suo direttore Kirigin. L’1 ottobre è vicino e la metà dei fiumani non sa da chi acquisterà il gas nei prossimi mesi e a che prezzo. Il passaggio, in condizioni di normalità, è semplice e un utente può cambiare operatore anche ogni mese. Oggi, però, la casella di posta elettronica della GPZ è intasata e non si sa che fine faranno tutte le richieste inviate per posta ordinaria.

Nebojša Zelič e Vedran Vivoda.
Foto: RONI BRMALJ

Una questione da discutere
Pertanto, il gruppo consiliare composto da tre partiti proporrà al Consiglio cittadino una conclusione illustrata così da Vivoda: “Siccome il sindaco è presidente dell’Assemblea, chiediamo che egli convochi d’urgenza una seduta e che metta all’ordine del giorno la questione del prezzo del gas. Noi vorremmo che non fosse superiore a quello attuale del fornitore del servizio pubblico GPZ. Se non è possibile, vorremmo che ci venisse spiegato il perché. Il sindaco di Zagabria tuona nei confronti del governo sostenendo che la GPZ non è in grado di sostenere il peso di tanti nuovi utenti, mentre Filipović tace. Per questo motivo vogliamo che se ne discuta in sede di Consiglio cittadino”.
Zelič, leader di Možemo! a Fiume, è compagno di partito del sindaco zagabrese che, a sua volta, difende la GPZ, azienda che nella capitale ha lo stesso status dell’“Energo” a Fiume. A Zelič è stato chiesto di esprimersi sul fatto che la GPZ ha l’obbligo, per contratto, di ricevere tutti gli utenti che chiedano di diventarne clienti. “Ripeto ciò che ha detto Tomašević – risponde –, anche se non ho parlato con lui. La GPZ, in base alla Legge a cui ci si riferisce, non ha potuto acquistare più gas rispetto a quello necessario per le utenze coperte dal servizio. Se lo avesse fatto, avrebbe infranto la Legge stessa. A questo punto riteniamo il governo responsabile della situazione. Non si può mandare in fallimento la GPZ. In fondo, Tomašević si occupa degli interessi degli zagabresi e noi a Fiume dobbiamo occuparci di quelli dei nostri concittadini”.

I tre partiti chiedono chiarimenti in merito alla situazione creatasi a Fiume dopo il caro gas.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Piazza Klobučarić, il muro del pianto
La conferenza stampa di ieri è stata anche un’occasione per tornare a parlare di un’altra questione relativa a quello che sarà il destino dei resti del muro medievale di Fiume, smantellato diversi anni fa da piazza Klobučarić. “Considerato come un bene culturale prezioso per la città, chiediamo venga valorizzato prima che finisca a pezzi. Oltre al muro – ha commentato Zelič –, occorre avere delle idee chiare sul futuro della piazza davanti alla scuola Nikola Tesla. Il muro stesso dovrebbe avere il compito di difendere la piazza da altre costruzioni, di edifici residenziali o commerciali. Dovrebbe diventare un’area pubblica, una zona verde per le attività ricreative”. Se ne parlerà domani per quando è prevista la riunione del Consiglio cittadino.

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