Gas. Impossibile cambiare distributore

L’Energo annuncia rincari. Il servizio pubblico è affidato all’azienda zagabrese GPZ i cui canali sono inaccessibili causa il numero dei contatti

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Gas. Impossibile cambiare distributore
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

La Croazia avrà gas sufficiente fino in primavera. La notizia arriva dal Governo per tranquillizzare la popolazione, le imprese, enti e istituzioni in vista della stagione del riscaldamento. A che prezzo? Si attende con impazienza il pacchetto di misure che il premier Andrej Plenković illustrerà oggi alla Nazione.

Nell’attesa, rimane l’incertezza, amplificata dall’impossibilità di capire che cosa fare per anticipare i tempi ed evitare il tracollo del budget familiare. In quest’occasione parliamo di utenze domestiche con riferimento ai consumatori fiumani. Finora la maggior parte di loro erano e sono tutt’ora legati da contratto con l’azienda fiumana Energo, che essendosi assicurata delle quantità di gas prima della serie di rincari sul mercato internazionale, l’ha erogato quest’anno riuscendo addirittura a ridurne il prezzo per i consumatori.
L’incantesimo, però, è destinato a spezzarsi il 1.mo ottobre. A livello nazionale il servizio garantito (servizio pubblico) viene fornito dall’azienda zagabrese GPZ (Gradska plinara Zagreb), mentre gli operatori locali (fornitori contrattuali) stabiliscono i prezzi in base alle loro politiche aziendali. Per chi non fosse soddisfatto delle tariffe praticate dai distributori locali c’è la possibilità di rescissione del contratto per passare all’operatore nazionale che in questo momento, per Legge, deve erogare il gas a un prezzo stabilito, che al momento è superiore del 60 per cento circa a quello dell’Energo. Come ha più volte spiegato Sanjin Kirigin, direttore dell’azienda fiumana, l’aumento dei prezzi praticati dall’Energo sarà inevitabile e potrebbe essere anche di 5-6 volte superiore a quello attuale. La conseguenza di ciò è l’esodo in massa. A Samobor e in altre città dell’entroterra i distributori locali hanno deciso di interrompere l’attività e quindi, per automatismo, decine di migliaia di utenze sono passate alla Gradska plinara Zagreb. Si teme il suo collasso, se non succede qualcosa.
Questa settimana, intanto, è crollato il server, cioè l’indirizzo di posta elettronica tramite cui gli utenti, in circostanze ordinarie, possono rivolgersi per il passaggio dall’operatore locale alla GPZ. La casella postale traboccante non riceve più nulla e sul sito dell’azienda zagabrese c’è l’invito a rivolgersi direttamente alla società attraverso sette numeri telefonici. Abbiamo tentato di prendere la linea per saperne di più, ma l’impresa non ci è riuscita. Non c’è da stupirsi se sono in migliaia, o decine di migliaia, a telefonare.
Non rimane che aspettare, con il fiato sospeso, le parole del premier che dovrà trasmettere lo spirito, i timori e le raccomandazioni dell’Unione europea, adattate alla nostra situazione specifica che, almeno all’apparenza, sembra meno grave che in altri Paesi, quelli più colpiti dai ricatti di Putin che sta chiudendo i rubinetti del gas russo verso l’Europa. Da Bruxelles arriva l’invito a risparmiare, riscaldando di meno gli ambienti, ma se lo Stato non interviene, le utenze domestiche dovranno risparmiare per forza se gli oscuri presagi dovessero avverarsi e se i prezzi dovessero aumentare in modo incontrollato.

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