Gari Cappelli: «Questa volta corriamo per vincere»

A colloquio con Gari Cappelli, candidato dell’HDZ alla presidenza della Regione litoraneo-montana, ex ministro del Turismo, per 12 anni sindaco di Lussinpiccolo, già Console croato a Trieste, deputato al Sabor...

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Gari Cappelli: «Questa volta corriamo per vincere»

Sindaco di Lussinpiccolo per tre mandati, Console croato a Trieste, ministro del Turismo negli anni record per questo settore, oggi deputato al Sabor e a capo della Commissione esteri. Queste sono le credenziali con le quali Gari Cappelli si propone come candidato per il posto di presidente della Regione litoraneo-montana alle amministrative del 16 maggio. Nel giorno in cui l’HDZ, il suo partito d’appartenenza, aveva annunciato che sarebbe stato lui a tentare di spodestare Zlatko Komadina (SDP), in carica da oltre vent’anni, si era capito che al confronto alle urne ci si prepara con chiare ambizioni di vittoria. Alle elezioni, di solito, nessuno partecipa con l’intento di perdere, ma in questo caso l’HDZ sembra aver decisamente alzato il tiro.

 

Cos’ha portato Cappelli a occuparsi di politica?
“È avvenuto molti anni fa, quando nasceva lo Stato croato. Sono nell’HDZ da quasi trent’anni. Eravamo in un momento nel quale a Lussino ci siamo raccolti in un gruppo che voleva prendere parte a questo processo. Molti di noi hanno poi fatto parte dell’Esercito o della Polizia croata. Io ho fatto parte delle riserve della Polizia. Nell’ex Jugoslavia ero stato per molti anni a capo dell’agenzia turistica della Kompas, mentre nel ‘92 ne ho fondata una mia di cui sono titolare tutt’ora. Comunque, ho sentito il bisogno di prendere parte alla vita politica”, spiega il candidato Cappelli che, come suggerisce il suo cognome, è legato anche alla nostra Comunità nazionale: “Mio papà, nel ’91 e ’92, era stato presidente della Comunità degli Italiani a Lussinpiccolo, di cui è stato anche il fondatore. Era stato il primo, o tra i primi, a cercare di rilanciare la cultura italiana a Lussinpiccolo. Mia mamma è croata. Io lo dico sempre di fare parte sia della cultura croata che di quella italiana. Ho preso parte attivamente a tutte le ‘battaglie’ condotte da mio padre nel rivitalizzare la vita culturale tra gli italiani. Sento vicine anche le tradizioni per parte materna, di Ilovik (Asinello), dove c’era la prima scuola croata della zona. È una ricchezza che da sempre mi fa sentire parte dell’Europa”.

I due potenziali cavalli di battaglia
Passiamo alle prossime elezioni. Senza fare nomi, abbiamo espresso a Cappelli quella che in molte delle passate elezioni nella Regione è stata la nostra percezione, poi confermata dai fatti, che l’HDZ abbia partecipato “sacrificando” dei nomi per i quali si sapeva che non avrebbero vinto. La scelta di candidarsi ora è di Cappelli o del suo partito? “Faccio parte di un team che in un certo momento può decidere di cimentarsi in una corsa elettorale, che sia per un posto di sindaco, di presidente della Regione o per il Sabor. Alle scorse elezioni politiche nella circoscrizione il ministro Oleg Butković e io siamo stati eletti al Sabor rispettivamente primo e secondo. Era chiaro che eravamo noi due i potenziali cavalli di battaglia nell’ambito della nostra Regione. Siccome Butković oggi ricopre la carica di ministro del Mare, del Traffico e dell’Infrastruttura, abbiamo concluso che egli avrebbe continuato a fare il ministro, con successo come ha fatto finora. Pertanto, ci sono io a rappresentare l’HDZ che questa volta non scende in campo perché deve farlo essendo il partito più grande e nel rispetto dei propri elettori.

Questa volta partecipiamo per vincere, anche per una questione di responsabilità nei confronti dei cittadini che ci hanno dato fiducia alle ultime elezioni politiche. Sono segnali che indicano che nell’ottavo collegio siamo stati riconosciuti dagli elettori”.

Negli anni, o meglio, nei decenni passati, c’è stato spesso un marcato antagonismo tra le strutture politiche al potere nella Regione e quelle a livello nazionale. Negli ultimi cinque anni a Fiume e nella Regione lo Stato è decisamente più presente, sostenendo la realizzazione di progetti importanti, vitali e con un impegno finanziario di miliardi di kune. Il ministro Oleg Butković e il sindaco di Fiume, Vojko Obersnel, per esempio, pur facendo parte di forze politiche tradizionalmente contrapposte, ultimamente vanno d’amore e d’accordo. Dall’altra parte, tra la Città di Fiume e la Regione, in mano alla stessa formazione politica (l’SDP), la collaborazione e la comunicazione è molto meno cordiale.

Lavori in corso per tre miliardi di kune
“Effettivamente – commenta Cappelli –, in questo momento nella Regione Litoraneo-montana sono in fase di realizzazione opere del valore di tre miliardi di kune. Vi abbiamo contribuito Butković e io, insistendo su alcune opere come l’Ospedale a Sušak, un investimento di un miliardo di kune, il più grande mai realizzato in Croazia nel settore della sanità. C’eravamo noi nel governo ad alzare la mano per questo progetto quando questo denaro poteva essere destinato altrove. Grazie anche ai nostri risultati alle elezioni il premier Plenković e il governo hanno riconosciuto ciò per cui abbiamo lottato, cose di cui la Regione e soprattutto Fiume hanno bisogno. Credo che da parte dello Stato non ci sia mai stata tanta attenzione nei confronti della Regione Litoraneo-montana”.

Sono certo che potrò collaborare con tutti
Ipoteticamente, le elezioni amministrative, sia per quanto riguarda il presidente della Regione e l’Assemblea regionale che le amministrazioni locali, Fiume in primo luogo, potrebbero sortire dei cambiamenti. Ci sono vari scenari e prospettive anche per Cappelli, qualora dovesse vincere alle elezioni. Con quale spirito andrà ad affrontarli? “Personalmente, credo di non avere problemi in questo senso. Sono certo che potrò collaborare con tutti e che con la Città di Fiume i rapporti saranno eccellenti, come non lo sono mai stati finora. Comunque, non si sa mai cosa potrà succedere alle elezioni a Fiume. Credo alla possibilità che il nostro candidato sindaco, Josip Ostrogović, possa accedere al turno di ballottaggio. Chiunque dovesse essere il mio interlocutore, da parte mia non verrà mai meno la volontà di collaborare. Come ministro non ho mai avuto preferenze incontrando nella nostra Regione i rappresentanti delle autonomie locali, che ho trattato sempre senza fare distinzioni in base all’appartenenza politica. Il ministero ha contribuito a finanziare oltre 200 progetti, grandi e piccoli, nel settore del turismo, dalle spiagge alle piste per i ciclisti e ai percorsi naturalistici. In fondo, oltre 50 milioni di kune sono state assegnate per Fiume 2020, per la Capitale europea ella Cultura. Non guardiamo all’appartenenza partitica, anche se qualcuno crede che sia così”.

In passato, se lei è d’accordo, non è sempre stato così.
“È vero, ma oggi parlerei degli ultimi cinque anni, periodo in cui il ministro Butković e io abbiamo fatto in modo che si realizzino dei progetti, degli investimenti mai visti prima nella nostra Regione. Tra le altre cose, lo Stato ha contribuito in modo determinante a evitare la chiusura del cantiere 3. maj, salvando almeno 1.200-1.300 posti di lavoro. Pochi giorni fa il premier ha firmato un contratto con cui lo Stato ha riscattato una nave in costruzione. Potrei parlare degli altri progetti, da Molo Zagabria alla strada D403 fino a Porto Baross, dove avremo un marina con 500 posti barca. Tutto ciò avviene quando al potere sia a Fiume che nella Regione litoraneo-montana, c’è l’SDP”.

Con Komadina ho avuto un buon rapporto
Alla guida della Regione, come abbiamo già detto, da vent’anni abbondanti c’è Zlatko Komadina, che si è ricandidato per un altro mandato. La sua lunga permanenza dimostra che, tirate le somme, tra gli elettori egli gode di un grande consenso. Cosa offre in più Cappelli rispetto a Komadina? Inoltre, se certe cose vanno cambiate, altre, forse, vanno conservate. “Devo ammettere che con Komadina ho avuto un buon rapporto. Ho collaborato con lui per dodici anni quand’ero sindaco di Lussinpiccolo. Ci sono stati dei contrasti, dei punti di vista discordanti per quanto riguarda certe priorità. Egli ha avuto delle posizioni politiche rigide in certe questioni, come per le nomine dei membri nei Consigli direttivi in cui avrei voluto che vi siano anche dei rappresentanti della Città di Lussinpiccolo. Per il porto, per le scuole, per la Casa di cura e altri progetti, abbiamo collaborato piuttosto bene, senza grossi problemi. Ciò non significa che le cose non possano andare meglio, con più celerità. In quattro anni vengono costruite due scuole, mentre io penso che se ne possano edificare quattro o cinque. Va a rilento la costruzione di palestre e ancora di più dei campi sportivi all’aperto. Ora, in extremis, vengono firmati dei contratti in questa direzione”.

Il turismo è il motore dello sviluppo
Non andremo ad analizzare il programma elettorale di Cappelli e del suo partito, limitandoci a capire in quali segmenti si intenda operare. L’economia croata e in misura anche maggiore quella della nostra Regione, dipende dal turismo. Va bene così o può andare meglio? Lo chiediamo a un “addetto ai lavori”. Cappelli risponde: “Il Quarnero come concetto non è riconoscibile come lo è, per esempio l’Istria, come la Toscana. Sono conosciute, invece, Abbazia, Lussinpiccolo, Crikvenica… Credo che sia sbagliato qualcosa nelle politiche legate al turismo e che parte della responsabilità vada attribuita a colui che è da vent’anni presidente dell’Assembla dell’Ente per il turismo a livello regionale. La nostra non è una destinazione per i turisti che arrivano in aereo, a differenza della Dalmazia, di Dubrovnik o dell’Istria. Il 90 per cento dei turisti arrivano in macchina. Va bene anche questo, ma non a lungo termine. Non è a causa dell’aeroporto e dell’esigenza di ristrutturarlo se non arrivano gli aerei. Occorre attirare gli operatori, lavorarci parecchio e pagare affinché possano venire istituite delle linee. È un processo che dura anni, in modo continuato. Occorre, inoltre, insistere sul partenariato pubblico-privato attraverso una comunicazione costante tra tutti coloro che lavorano nel turismo, dagli Enti per il turismo ai proprietari di piccoli e grandi alberghi, ai campeggi. Ci vuole un modo nuovo per gestire la Regione come destinazione turistica. Siamo limitati agli ospiti provenienti da Italia del Nord, Slovenia, Austria e Germania, un po’ meno da Ungheria e Repubblica Ceca. Quando ero ministro si è lavorato intensamente per aumentare del 15 per cento il traffico aereo, spendendo 100 milioni. In generale, i tempi cambiano e dobbiamo adeguarci. Lussinpiccolo lo sta facendo per conto proprio, come altre località, ma è necessario gestire l’intera Regione come destinazione turistica, compreso il Gorski kotar. La differenza tra l’attuale presidente Komadina e il sottoscritto è che lui fa qualcosa per il turismo, mentre io ci vivo. Il turismo è il motore dello sviluppo. Anche i musei, in fondo, chi li visiterà se non ci sono i turisti? Ci vuole molta più attenzione per un settore come il turismo, che a livello nazionale rappresenta il 20 per cento del PIL e nella nostra Regione anche qualcosa di più”.

Cosa farà Gari Cappelli all’indomani di un’eventuale vittoria elettorale?
“Per prima cosa provvederò alla riorganizzazione dell’amministrazione. C’è gente brillante che ci lavora e che non viene sfruttata bene. Riorganizzando l’assetto attuale sono certo che chi vi lavora avrà la possibilità di rendere di più. Non annuncio licenziamenti, ma certi cambiamenti ci saranno. Tra l’altro, lo stesso Komadina ha provveduto a molti cambiamenti nell’organico”, sono le parole rassicuranti di Gari Cappelli, che affronta una sfida di cui è difficile prevedere l’esito: sarà una tornata elettorale quanto mai incerta.

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