Fiume. Viaggio tra le sale cinematografiche di una volta

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Fiume. Viaggio tra le sale cinematografiche di una volta

Oggi più che mai c’è voglia di libertà, quella a cui dobbiamo giustamente rinunciare a causa di un evento epocale che miete vittime in tutto il mondo come una guerra. Il Covid-19 ci ha fatto cambiare le abitudini praticamente da un giorno all’altro. La libertà è qualcosa a cui aspira l’intera umanità, un’esigenza, un bisogno irrinunciabile. Lo è da sempre per chi è giovane e spensierato, ma animato dalla voglia di conoscere, di esplorare. Come non comprendere la necessità, almeno una volta, di trasgredire e, perché no, di marinare la scuola? Una volta messa in atto l’evasione, cosa fare? Dove andare? Dove nascondersi? Per molte generazioni di adolescenti c’era un’opzione molto semplice. Il cinema Garibaldi, con spettacoli anche al mattino, fu il posto ideale per ripararsi dalla pioggia, dai professori, al buio dove non si rischiava di farsi vedere con la sigaretta accesa. Già, al cinema una volta si fumava. Il Garibaldi, in pieno centro, seppe proteggerci da sguardi indiscreti.
Gli anni del Teatro Fenice
Motivati più che altro dalla nostalgia, ci siamo affidati alla memoria storica, ai ricordi, cercando conferme e precisazioni da chi ne sa più di noi. Fino al 2008 Miroslav Tatić, prima di andarsene in pensione, fu a lungo direttore dell’azienda Rijekakino che gestiva le sale fiumane. Quello stesso anno, dodici anni fa, il Teatro Fenice smise di proiettare film. Costruito nel 1914 come uno dei primi teatri in Europa con le strutture portanti in cemento armato, venne utilizzato come cinema dagli anni Trenta ospitando nei decenni successivi, saltuariamente, concerti e altri spettacoli. Oggi la struttura è dismessa e soltanto i vani nel seminterrato vengono presi in considerazione per organizzarvi eventi musicali, come era avvenuto nel giorno dell’inaugurazione della Capitale europea della Cultura. Nell’insieme, lo stabile godrebbe tuttora di discreta salute pur necessitando di interventi, soprattutto all’esterno.
Oscar e kolossal
Fino alla sua chiusura fu il cinema delle prime visioni, dove venivano proiettati tutti i film vincitori degli Oscar e i kolossal, non necessariamente stranieri. Qui il grande pubblico seppe apprezzare i vari Rocky, King Kong, Lo squalo, ma anche produzioni nazionali come La battaglia sulla Neretva, che a pieno diritto può venire collocata nella categoria dei kolossal. I più grandi successi arrivavano, anche se con molti mesi di ritardo rispetto all’Occidente, ma arrivavano. Un film premiato con uno o più Oscar piace anche dopo un anno di ritardo. Erano i tempi quando il cinema si chiamava Partizan. Con questo nome, dopo anni di censure, conobbe nella seconda metà degli anni Ottanta i suoi momenti a luci rosse, quando cessò il divieto della pornografia, delle scene di sesso esplicito. Fu una cosa bizzarra.
Luci rosse…
Mentre in Occidente i cinema a luci rosse erano piccoli, intimi, nel nostro caso, al Partizan, si trattava di condividere la visione con un migliaio di persone. “È vero – sorride Tatić –, ma la cosa durò poco, soltanto per i primi due-tre film. In quello stesso periodo presero il sopravvento i video club e la gente quel genere lì avevano l’opportunità di apprezzarlo tra le mura domestiche. Ebbero più successo altri film, dalla Neretva a “Hajde da se volimo” con la cantante folk Lepa Brena, al secolo Fahreta Jahić. Per quest’ultimo, tra l’altro, si arrivò a cinque-sei proiezioni giornaliere, con il tutto esaurito per settimane, 1.100 spettatori stipati in platea, balconata e galleria. Erano altri tempi e un altro modo di vivere il cinema. Il Teatro Fenice oggi, obiettivamente, non può funzionare su basi commerciali”.
Art kino, ex Beograd

L’unica sala fiumana ancora funzionante, l’Art kino, ex Beograd,

Di tutte le sale fiumane l’Art kino, ex cinema Beograd, è l’unica che ha mantenuto la propria funzione e, se vogliamo, lo spirito. “Al Beograd, che ha una capienza decisamente inferiore rispetto al Teatro Fenice, venivano proposti film di qualità, ma meno commerciali, destinati a un pubblico ristretto”. Nello stesso posto vengono proposti tutt’ora tanti film che ai botteghini non hanno fatto faville, tra loro anche Premi Oscar, ma che contribuiscono alla cultura. Per questo motivo i programmi vengono sostenuti con denaro pubblico, compresi i fondi europei. Ha funzionato come cinema Croatia, dopo lo sfascio della Jugoslavia, fino al 2008, chiudendo i battenti assieme al Teatro Fenice.
Garibaldi e Viševica per le seconde visioni

L’ex Garibaldi: qualche anno si vendono prodotti cosmetici e per l’igiene

Abbiamo cominciato il percorso con il cinema Garibaldi che assieme al Viševica si divideva le seconde visioni, cioè quelle pellicole precedentemente proposte al Teatro Fenice o al Beograd dopo che vi fosse stato un certo calo d’interesse. “Anche al Viševica, per un breve periodo, ci furono le proiezioni al mattino. Vicino c’erano la mensa della Torpedo e l’Index, per gli studenti, che c’è ancora. Quindi siamo passati al Garibaldi per la vicinanza della stazione degli autobus suburbani. Erano in molti a trascorrere il tempo al cinema in attesa dell’autobus”. Torniamo all’inizio e alle fughe da scuola. Al di là della funzione di “refugium peccatorum”, cosa c’era nel repertorio? Ci ricordiamo tutti i film con Bruce Lee, mitico lottatore, artista marziale, attore, regista e produttore cinematografico, un personaggio in cui un ragazzino si immedesimava volentieri, sempre dalla parte della giustizia e dei più deboli.

L’ex Viševica oggi è un casinò

C’era poi il filone erotico che all’epoca poteva provocare tempeste ormonali, ma che oggi, riproposto nella versione degli anni Settanta-Ottanta a cui facciamo riferimento, risulterebbe accettabile anche in prima serata TV. In offerta c’era spesso l’intramontabile coppia composta da Bud Spencer e Terence Hill. Al posto del Garibaldi, chiuso come sala cinematografica a metà degli anni Novanta, c’è oggi una delle tante rivendite della compagnia tedesca DM che distribuisce cosmetici, prodotti per l’igiene e via dicendo. Il Viševica, manco a dirlo, ha lasciato il posto a uno dei tanti casinò che occupano anche spazi in edifici prestigiosi nel centro. Alla fine degli anni Ottanta ha chiuso il Viševica, pochi anni più tardi il Garibaldi.
Jadran, l’ultimo della classe

L’ex cinema Jadran è stato trasformato in palestra

“Il cinema Jadran aveva come particolarità gli spettacoli continuati. Uno acquistava il biglietto, entrava alle 16 e rimaneva quanto voleva. Qui venivano proiettati film visti e rivisti e la qualità non era granché – precisa l’ex direttore della Rijekakino –, così come la sala stessa, che era piuttosto carente”. Chiuse i battenti alla fine degli anni Ottanta. Oggi è una palestra.
Dopo i tempi d’oro…
“Vi furono punte di un milione e mezzo di spettatori in un anno nelle sale fiumane, un numero sceso a 190mila prima che si decidesse la chiusura di alcuni cinema. L’avvento del video domestico ha reso insostenibile il mantenimento di tanti i cinema”, conclude Miroslav Tatić, spiegandoci il perché del declino dei cinema tradizionali, quelli del primo appuntamento. Più confortevole è il Cinestar, multisala nell’ambito del centro commerciale Tower Center, ma è un’altra cosa.
Dal Neboder a Zamet e Abbazia…

A Zamet c’era il cinema Sloga

Per un breve periodo anche l’attuale Casa croata di cultura a Sušak è stata un cinema che per certi versi ha anticipato la nascita nell’Art kino. Tatić ci ha menzionato il cinema Tuhobić in piazza Tito a Sušak, ma parliamo degli anni del dopoguerra, mentre noi ci ricordiamo della Casa dell’Armata, l’odierna Filodrammatica, gestita dall’ex APJ (JNA) e che proiettava soltanto film “politicamente corretti”, al massimo qualche western. Vi fu anche lo Sloga, a Zamet, oggi adibito ad attività commerciali. Anche Abbazia aveva il suo cinema, dove oggi c’è il Centro Gervais, come pure Castua e chissà quale altra località minore ancora.
Il futuro?

Anche Abbazia aveva una sala cinematografica. Al suo posto oggi sorge il centro culturale Gervais

Una volta si diceva che non è lo stesso vedere un film sul grande schermo del cinema o in TV. Tecnicamente, oggi è facile ottenere la stessa qualità di riproduzione a casa nostra. “È un’altra cosa – sostiene Tatić –, perché al cinema interagisci con gli altri spettatori, perché non ti alzi per andare al bagno o per bere un bicchiere d’acqua. In casa non ci sono le stesse reazioni, le stesse sensazioni”.

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