Fiume. «Una pessima gestione dei problemi cittadini»

Gli esponenti dei Comitati di quartiere Centro-Sušak, Scoglietto-Cittavecchia e Crimea hanno denunciato vari casi di cattiva amministrazione del patrimonio pubblico e l’assenza di trasparenza decisionale

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Fiume. «Una pessima gestione dei problemi cittadini»
Ivica Samardžić, Alesio Komar, Azra Zubić-Zec, Boris Mijolović e Damir Baršić Derenčin. Foto: RONI BRMALJ

“La Città di Fiume, negli anni, ha gestito il patrimonio pubblico con scarsa attenzione e inefficienza, dimostrandosi un pessimo amministratore e un cattivo padrone di casa”. Con queste parole, Azra Zubić-Zec, presidente del Consiglio del Comitato di quartiere Centro-Sušak, ha aperto la conferenza stampa indetta per discutere la questione. Ad affiancarla, Ivica Samardžić, membro dello stesso Consiglio, Alesio Komar, membro della presidenza e presidente del Consiglio del Comitato di quartiere di Scoglietto-Cittavecchia, Boris Mijolović, presidente del Consiglio del Comitato di quartiere di Crimea, oltre a un cittadino la cui presenza si è rivelata di particolare importanza. Nel prosieguo di questo articolo, sveleremo la sua identità e il motivo della sua rilevanza.

“La gestione degli spazi pubblici è una responsabilità collettiva e deve essere condotta con la massima attenzione, in modo responsabile e nell’interesse di tutti i cittadini,” ha aggiunto Zubić-Zec, sottolineando la necessità di una maggiore tutela del patrimonio urbano.
Tra le questioni affrontate, una delle più urgenti riguarda la mancata registrazione nel tempo di numerose infrastrutture cittadine e passaggi pubblici nei registri catastali. Ora, con il nuovo bando che invita i cittadini a proporre progetti di riqualificazione nei vari Comitati di quartiere, emergono gravi limitazioni: alcune aree non possono essere incluse nei progetti perché non risultano ufficialmente riconosciute come beni cittadini. Un caso emblematico è quello di via Križanić, dove il cosiddetto “Passaggio” non essendo registrato come infrastruttura cittadina, non può beneficiare di alcun intervento prioritario.
Un altro problema riguarda il fatto che, proprio a causa di queste mancate registrazioni, alcuni proprietari privati hanno iniziato a chiudere passaggi pubblici, impedendo il transito in aree che da sempre erano di libero accesso. Nel contempo, ai residenti di via Križanić viene imposto l’onere di mantenere il passaggio pubblico, generando un totale caos amministrativo e un’applicazione incoerente delle normative.

Caos totale
Se vengono analizzati questi elementi, il quadro che emerge è preoccupante: sembra che la Città, per favorire alcuni interessi politici e privati, abbia danneggiato i cittadini, in particolare quelli del passaggio in questione, trasformando beni pubblici in proprietà private in violazione della legge.
Ivica Samardžić ha illustrato nel dettaglio la questione, citando l’articolo 54 della Legge sui rimborsi, il cui rispetto appare del tutto trascurato. Un caso specifico riguarda via Strossmayer, ai civici 24 e 26, dove un tempo si trovavano strutture sanitarie e l’asilo nido “Ciciban”. Oggi, quegli spazi sono stati convertiti in dormitori per lavoratori stranieri, sollevando interrogativi sulla destinazione d’uso del patrimonio cittadino e sulla trasparenza delle scelte amministrative.
Le scelte amministrative degli ultimi anni hanno avuto conseguenze dirette sulla qualità di vita dei cittadini di Fiume. Un esempio emblematico è la trasformazione degli spazi pubblici destinati ai servizi per l’infanzia e alla sanità in dormitori per lavoratori stranieri, generando profitto su beni di proprietà pubblica. A causa di queste decisioni, i bambini del quartiere sono oggi costretti a frequentare una classe adattata presso la scuola periferica di Orehovica, non avendo più a disposizione un asilo nelle vicinanze. Lo stesso destino è toccato alle strutture sanitarie: gli ambulatori del Distretto sanitario che un tempo ospitavano servizi essenziali come medicina generale, ginecologia per le gestanti, laboratori di citologia e odontotecnica, nonché studi dentistici, sono stati riqualificati in spazi privati a scopo di lucro, privando i cittadini di servizi fondamentali. Un paradosso, se si considera che proprio lo statuto della Città di Fiume stabilisce chiaramente che l’amministrazione cittadina ha il compito di garantire servizi di interesse locale fondamentali per la comunità, in particolare l’assistenza sanitaria primaria e l’educazione e l’istruzione
“Questa è una questione per l’USKOK e la Procura di Stato”, ha denunciato Ivica Samardžić, alludendo a possibili violazioni delle norme sulla gestione del patrimonio pubblico.
“È qui che è iniziato il declino del nostro quartiere: quando vengono smantellate le istituzioni pubbliche e sociali, il degrado è inevitabile”.
Le critiche si estendono anche alla campagna elettorale in corso. Lo slogan dell’SDP per le elezioni locali è “Ascoltiamo la gente”, ma secondo Samardžić, l’amministrazione cittadina uscente ha dimostrato ben poca attenzione alle reali esigenze dei cittadini. A questo proposito, il volto della candidata a sindaca Sandra Krpan campeggia su numerosi pannelli pubblicitari disseminati per la città. Tutto regolare? Tutt’altro. Solo un mese fa era stata denunciata l’installazione illegale di manifesti elettorali, e ora proprio la candidata dell’SDP si pubblicizza su cartelloni… sospetti, segnale di un totale disinteresse per la tutela del bene pubblico e per il rispetto delle regole.

Il parco STEM e il cartellone illegale
Alesio Komar ha preso la parola ricordando un vecchio detto popolare fiumano: “La roba de nissun xe la roba del Comun” oggi, invece, a dir suo, succede il contrario con l’amministrazione che sembra più interessata ad accaparrarsi beni pubblici che a tutelare i diritti dei cittadini.
Due i problemi da lui esposti (la municipalizzata “Rijeka Plus” sarà solo un bonus). La prima riguarda il parco STEM davanti alla Scuola elementare “Nikola Tesla” in centro città. Komar ha citato Renato Kostović, responsabile del settore incaricato della manutenzione del parco. Nel settembre scorso, un bambino si è ferito a causa di spuntoni metallici lasciati incustoditi nell’area giochi. Nonostante ripetuti tentativi di contatto via e-mail, Kostović non ha mai risposto. “Eppure, viene sicuramente pagato bene per svolgere un lavoro che, in effetti, non fa”, ha denunciato Komar. Dopo mesi di silenzio, solo a febbraio il problema è stato risolto in pochi giorni, grazie all’intervento dalla capodipartimento per l’educazione e l’istruzione, la cultura, lo sport e i giovani, Iva Erceg, che ha ordinato la sostituzione delle sporgenze metalliche e la sostituzione di 3 sfere. La seconda questione riguarda, come lo chiama lui, il “muro della morte”, un cartellone pubblicitario installato in modo sospetto in un punto pericoloso alla fine di via Martiri antifascisti. Nonostante i pareri contrari degli urbanisti, la ditta GO2Zagreb ha piazzato il cartellone nel luglio scorso, senza alcuna base legale, è stato sottolineato. Non è un caso isolato: situazioni simili si riscontrano anche in Cittavecchia, a Tersatto e in Corso, dove le pubblicità non dovrebbero nemmeno esserci.
Anche Željko Smojver, direttore della “Rijeka Plus”, è stato criticato per le pessime condizioni dei parcheggi in centro città.

Progetti mai condivisi con i cittadini
Proseguendo sulla linea “Ma chi li ascolta i cittadini?”, il tema centrale della conferenza è stato sollevato da Azra Zubić-Zec. Pochi giorni fa, il sindaco Marko Filipović ha annunciato due progetti per la costruzione di parcheggi multipiano, uno in Salita del pino e uno a Crimea. Tuttavia, il primo è stato bloccato dai conservatori, mentre per il secondo il Comitato di quartiere di Crimea non è mai stato informato, nonostante la legge preveda il loro coinvolgimento nella decisione.
A questo punto è intervenuto Boris Mijolović, che ha svelato un caso ancora più grave, girando la parola al cittadino, rimasto in silenzio fino a quel momento, per fargli raccontare la sua vicenda.
“Mi chiamo Damir Baršić Derenčin e sono qui come cittadino privato per denunciare un fatto assurdo: la mia famiglia è coinvolta in una causa legale con la Città di Fiume da ben 23 anni, dal 1997, per una questione di denazionalizzazione. Non abbiamo ricevuto né una decisione chiara né un rimborso. Eppure, il sindaco continua a presentare progetti per costruire garage su un terreno ancora oggetto di contenzioso legale. I miei avvocati dicono che la situazione è abbastanza chiara, ma conoscendo la gestione dell’SDP a Fiume, non possiamo stare tranquilli”, ha dichiarato.

Interessi privati e diritti calpestati
Il problema di gestione generale non riguarda solo il patrimonio pubblico. Durante la conferenza sono stati denunciati anche casi di impianti di teleriscaldamento installati all’interno di edifici residenziali privati, sebbene la legge vieti l’ubicazione di impianti industriali in zone abitate. Queste installazioni provocano rumori e vibrazioni, causando disagi ai residenti, che non sono stati consultati e presi in considerazione.

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