Fiume. Una medicina naturale sulle ali delle note

L’Associazione «Muzikopert» insegna come la musicoterapia è un toccasana per i bambini e le persone con difficoltà psichiche e motorie

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Fiume. Una medicina naturale sulle ali delle note
Tanta musica e divertimento durante una lezione di musicoterapia. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

La musica è apprezzata e riconosciuta da tutti come fonte di benessere e piacere. “Tutti noi nasciamo tra gli suoni e la musica e la musicalità fanno parte di noi, per tutta la vita”, con queste parole la professoressa e musicoterapeuta, Irena Magaš, ha definito un’interessante disciplina, la musicoterapia, un trattamento di tipo educativo e riabilitativo e uno strumento fondamentale per chi entra in contatto con essa. Assieme a Petra Brusić, musicologa e insegnante nel Centro per l’autismo. ha fondato nel 2014, l’Associazione “Muzikopter”, per la musicoterapia e il lavoro educativo-terapeutico. Recentemente sono state affiancate da Katarina Jurić, professoressa di pianoforte e in procinto di terminare gli studi di arteterapia.

“La musica è il mezzo che viene utilizzato in questa terapia. Essa è fonte di espressione, di condivisione, di sostegno e contenimento delle emozioni e dei pensieri, che non sempre vengono espressi verbalmente all’interno di un incontro di musicoterapia – spiega Irena Magaš – e noi ci siamo concentrate sul lavoro con i bambini e giovani con esigenze particolari. Da specificare che la musicoterapia, oltre che nel lavoro con la fascia più giovane, viene utilizzata negli ospedali, nelle Case dell’anziano e pure nelle cure palliative. Purtroppo, in Croazia, questi ultimi metodi sono ancora agli inizi”.
Nell’Associazione viene applicato il metodo attivo, cioè vengono svolti incontri individuali e di gruppo e agli assistiti viene lasciata la libertà di decidere come intraprendere la lezione, con l’aiuto dei vari strumenti che hanno in dotazione. Le educatrici fungono da accompagnamento, nella maggior parte dei casi al pianoforte o alla chitarra.
“Una lezione tipo? Il tutto dipende dall’umore del nostro allievo. Se desidera cantare o persino comporre una canzoncina questo ci fa piacere. Noi lo indirizziamo verso la melodia, verso il ritmo e lo strumento adatto. Poi ci sono le canzoncine di saluto, che vengono ideate sul posto, ma non tralasciamo pure di dare spazio all’improvvisazione. Ci sono dei bambini che, a causa delle loro patologie, non riescono ancora a parlare, ma con il suono d’una parola ripetuta ce la fanno, se non a parlare, ma a trasmetterla. Abbiamo pure un giovane che si dedica alla poesia e qui siamo noi ad aiutarlo a ideare la musica. In programma pure la musica come tale, da quella moderna, come il rock – in questo momento la più richiesta e ‘Mama ŠČ’ dei Let3 – per arrivare alla classica con arie di opere – la ‘Habanera’ tratta dalla ‘Carmen’ e la marcia di Radetzky –. I nostri assistiti reagiscono bene al trattamento, perché diamo spazio ai loro sentimenti, alla voglia di dimostrare quanto la musica piace e fa parte di loro”.

Lavoro di gruppo
Il lavoro di gruppo è particolarmente bene accetto e molto interessante. “La voglia di far parte di un gruppo e molto importante. La musicologia è pure un modo di socializzare tra le persone, in questo caso bambini e giovani, che spesso hanno difficoltà motorie e di articolazione vocale. Qui formano una squadra, che si supporta e sostiene, divertendosi a cantare e suonare lo strumento preferito, nella maggior parte dei casi a percussione o da ritmo, come le maracas, i tamburelli e i triangoli, ma sono richiesti pure quelli a percussione. Ci sono poi gli incontri individuali per quei bambini e adulti che hanno problemi nel stare in gruppo, ma pure questi si divertono e accettano la terapia con piacere”.
Il percorso per aprire l’associazione “Muzikopter” non è stato facile. “Quando abbiamo iniziato eravamo ‘ospiti’ di varie associazioni con cui abbiamo avuto un ottimo rapporto e collaboriamo ancora, però ci mancava uno spazio proprio, adatto alle necessità dei nostri allievi. Precisamente vani adatti alle persone disabili, due o tre stanze per i corsi individuali e uno o due ambienti per il lavoro di gruppo, il tutto doveva essere al pianterreno e privo d’umidità in quanto è importante tenere gli strumenti in un ambiente adatta. Dopo assidue ricerche abbiamo trovato il posto ideale, si tratta di un ex asilo nel quartiere di Potok e ora siamo soddisfatti. Tutto il lavoro si svolge durante l’anno scolastico, perciò noi ci adeguiamo agli impegni dei nostri allievi, che arrivano pure da varie associazioni di Abbazia, Crikvenica e Novi Vinodolski. Sono in tutto una ventina che frequentano i corsi individuali e una decina quelli di gruppo. Purtroppo, essendo solo in tre a partecipare agli incontri, non siamo in grado di accettare, per ora, più di questo numero, ma la richiesta supera le nostre aspettative” ci fa sapere, al termine, Irena Magaš.
L’arte non si può insegnare, ma viene creata. In ogni momento, in ogni incontro, in ogni istante ognuno può apportare qualcosa di nuovo nell’incontro con un musicoterapeuta. Che sia un semplice suono, una nuova canzone o un nuovo strumento, la creatività consente di essere libero dagli schemi, di improvvisare, di arricchire con l’armonia e colori un momento musicale e di varcare i confini dell’usuale attraverso l’inibizione. È in questo contesto che la musicoterapia diviene un mezzo di crescita e conoscenza basato sull’individualità e la soggettività, nonché sulla bellezza e le giovani docenti ne sono pienamente consapevoli e con professionalità, attaccamento al lavoro e tanta empatia dedicano il loro tempo agli allievi della loro Associazione.

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