Fiume. Tanti interrogativi senza risposte plausibili

Una riflessione sullo stato di degrado di alcune risorse locali che potrebbero rappresentare un potenziale anziché un peso

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Fiume. Tanti interrogativi senza risposte plausibili
Con il sistema della raccolta differenziata a Fiume ancora non ci siamo... Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Un’amministrazione cittadina deve far funzionare una città. Deve rispondere alle domande dei cittadini. Se le domande sono sensate, possono essere stimoli per un cambiamento. Fiume, al giorno d’oggi, presenta situazioni ferme da anni, paradossali e con punti dolenti che mostrano i problemi che può avere una grande città. Ne è abbastanza piena. E allora, citiamone alcuni, forse qualcuno deciderà di rispondere. Oppure, meglio ancora, farà qualcosa.

La raccolta differenziata
Non ci addentriamo nei dettagli, ma diciamo quello che è sotto gli occhi di tutti. Quale giustificazione può avere la terza città per grandezza della Croazia per non essere riuscita ancora a creare una rete consolidata di raccolta dei rifiuti, che obblighi chi li getta a differenziare carta, umido e plastica? Abbiamo la Slovenia e l’Italia a due passi, da cui non solo si potrebbe imparare, ma anche prendere come esempio un sistema che funziona. Prendere come modello qualcosa che funziona, è una virtù, ma anche un indicatore di maturità e di volontà di migliorare. Ci sarebbero mille motivazioni con cui chi amministra la città potrebbe giustificare questa mancanza, ma siamo abbastanza convinti che chi tende a giustificarsi di anno in anno, basi il proprio operato sulla pigrizia.

I cestini per l’immondizia
Una città, se vuole essere pulita (e concorderete che Fiume è lontana dall’esserlo), deve dare alle persone, soprattutto nelle aree più frequentate dai pedoni, la possibilità di liberarsi dei rifiuti mettendo a disposizione un numero maggiore di cestini, che a nostro avviso andrebbero collocati a intervalli regolari di 100-200 metri. La gente non deve essere costretta a tenere un pezzetto di carta in tasca per evitare di buttarlo a terra. Sindaco, ci faccia questo favore!

Il mercato in Braida
Altra domanda. Perché il bell’edificio, una volta cuore del mercato del rione di Braida, è stato rinnovato per poi essere lasciato desolatamente vuoto? Quando sarà individuata una soluzione? Ma non è un peccato che un palazzo storico versi in una situazione simile? Quanti soldi sono stati utilizzati per il suo restauro? Perché il canone di locazione per chi vende dev’essere così alto? Come si potrebbe riqualificare lo spazio se non lo si immagina più come mercato? Ditecelo! È un immobile chiaramente destinato a ospitare un mercato.
Che non risulti più nei piani un suo utilizzo di questo tipo può essere legittimo, ma fate qualcosa affinché venga convertito per altri fini!

I padiglioni vuoti al primo piano del mercato in Braida. anche quelli al pianterreno sono privi di… vita.
Foto: Goran Kovacic/PIXSELL

L’ex dormitorio delle Ferrovie croate
Cosa ne facciamo, inoltre, dell’ex dormitorio delle Ferrovie croate in via Primo maggio? Potrebbe essere un gioiello perfettamente sfruttabile per molte funzioni. Vogliamo dare un tetto sopra la testa alle famiglie disagiate, creare un punto di partenza per famiglie giovani, qualunque cosa andrebbe bene. Qualsiasi soluzione sarebbe la benvenuta, ma bisogna mettersi all’opera e avere la buona volontà di muovere le cose. Le giustificazioni che puntualmente arriverebbero si dovrebbero concludere con la frase: “Non sei capace? Lascia fare a qualcun altro!”. Si tratta di 15 piani che da più di un decennio restano inutilizzati e perdono valore.

L’ex dormitorio delle Ferrovie croate, chiuso da anni…
Foto: Goran Kovacic/PIXSELL

Il parco in Mlaka
Discorso che vale per tutti i parchi di Fiume. Belli perché progettati per esserlo, ma brutti perché lasciati al degrado e senza una vera idea di come utilizzarli. Centro città, signori, dove chi porta il cane a passeggio a volte non trova nemmeno i sacchetti per gli escrementi, né cestini per la spazzatura e l’illuminazione è inadeguata. Questo permetterebbe di tagliare il tragitto da via Krešimir a via Vukovar, senza il rischio d’incappare in un maniaco sessuale, un borseggiatore, un drogato, un ubriaco oppure un assassino. Non vedendo dove si mettono i piedi, ci si può anche far male mettendo un piede in qualche crepa lungo i sentieri piuttosto trascurati. E la gente non è che non vorrebbe usufruirne: ricordiamoci solo le iniziative dell’associazione Urbani Separe che, nonostante le iniziative di volontariato e la buona volontà di una lodevole, ma comunque insufficiente schiera di entusiasti, non sono sufficienti.

Gli spazi dell’INA in via Milutin Barač
E infine la raffineria dell’INA in Mlaka, un tempo simbolo dello sviluppo della città, che oggi tiene in ostaggio la città stessa. 300mila metri quadrati di spazio dal 2008 risultano “spenti”, in stato di degrado e necessitano di essere bonificati e risanati nel sottosuolo. Cari responsabili, basta con le giustificazioni. Fareste meglio a rimboccarvi le maniche e a mostrare almeno la buona volontà di cambiare le cose!

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