Fiume. «Riaperture benvenute ma perché proprio ora?»

Gestori di bar soddisfatti e perplessi allo stesso tempo

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Fiume. «Riaperture benvenute ma perché proprio ora?»

Volendo commentare gli ultimi provvedimenti predisposti dal governo attraverso la task force nazionale della Protezione civile, c’è il rischio di essere imparziali. Da ieri mattina i bar in Croazia hanno potuto servire il caffè anche all’interno dei locali. A Fiume ieri è stata una splendida mattinata di sole e, sinceramente, il caffè l’abbiamo preferito prendere all’aperto.

 

In Germania e in altri Paesi europei, in particolare al Nord, già da tempo l’accesso ai vani interni dei locali pubblici è consentito soltanto a chi possiede il “certificato Covid”, ma lo stesso vale anche in Italia dove, proprio da ieri, sono entrate in vigore delle misure molto restrittive che riguardano i trasporti pubblici. Disporre del “green pass” è una condizione per viaggiare in treno o sui mezzi urbani. La Croazia è in controtendenza, nonostante vi siano dei numeri sui contagi tutt’altro che rassicuranti. Questi numeri erano, o sembravano, più promettenti a inizio giugno, a inizio luglio e anche a inizio agosto, ma i bar hanno dovuto limitare il servizio soltanto all’aperto.

I locali privi di una terrazza non hanno avuto scelta. Hanno dovuto chiudere. Stando ai dati forniti nei giorni scorsi da Vedran Jakominić, a capo dell’Associazione regionale dei ristoratori, a causa della pandemia in Regione avrebbero chiuso i battenti 110 esercizi pubblici, tra ristoranti e bar. Sono dati tutti da verificare, come ci ha detto Josip Brusić, presidente del comparto ristorazione in seno alla Camera regionale d’Artigianato. “Tra un mese sapremo qual è stato l’effetto della pandemia e delle riaperture in vigore dal 1.mo settembre. Per noi ristoratori ogni apertura è benvenuta, ma allo stesso tempo considero completamente sbagliata la decisione di chiudere. Credo che servirà un po’ di tempo per riprendersi e per far ritornare la clientela alle vecchie abitudini. Ci sono ancora tanti aspetti che, in un certo senso, potrebbero rappresentare un problema”.

All’entrata dei bar ci sono le indicazioni da rispettare

Da un lockdown all’altro, nonostante i sostegni del governo, molti lavoratori nel settore alberghiero e della ristorazione sono stati costretti o a cambiare mestiere o a cambiare Paese. “Sì, è vero. Per molti gestori di attività è stato difficile assicurare l’organico per poter funzionare durante la stagione turistica. Per intenderci, la stagione sta andando bene, ma occorre sapere che non possono bastare due o tre mesi per campare tutto l’anno”, ha spiegato Josip Brusić.

Abbiamo cercato di raccogliere il pensiero di alcuni gestori di bar nel centro di Fiume che temono, dopo la riapertura dei vani interni, l’abolizione dei sostegni statali. Tenendo conto della curva dei contagi, la scelta del momento per allentare, mentre gli altri stringono, potrebbe essere un ragionamento giusto. “Ho difficoltà a commentare le misure – aggiunge Brusić –, in quanto non possiamo sapere in quale misura all’origine dei contagi vi siano stati bar e ristoranti. Per i bar notturni, forse, è diverso. Oggi non riesco proprio a capire quali siano i parametri secondo cui è stato deciso di consentire l’apertura dei vani interni dei bar. Credo che non sia chiaro nemmeno agli altri. Non c’è molta logica. Ci si chiede il motivo per cui venivano decise le chiusure quando le condizioni epidemiologiche erano migliori rispetto a quelle attuali. Sia noi addetti ai lavori che la gente comune abbiamo difficoltà a comprendere certi provvedimenti. Il Covid-19 c’è e sembra scontato che in autunno torneremo ad avere dei problemi seri. Ripeto, siamo contenti che ci siano le riaperture, ma ci dobbiamo anche rendere conto del fatto che sta avvenendo tutto all’improvviso, a sorpresa. Parliamo di tempi brevi in cui i gestori si devono arrangiare per trovare gente disposta a lavorare. Sappiamo che c’è molta incertezza. Quanta gente assumere, sapendo che entro qualche mese potrebbe arrivare un altro lockdown? Non mi stupirei se tra un mese o un mese e mezzo arrivassero nuovamente delle limitazioni. Io mi chiedo come mai noi riapriamo, mentre gli altri introducono misure restrittive”.

Ieri gli interni dei bar sono comunque rimasti vuoti considerata la giornata di sole

Non lo dice apertamente nessuno, ma si può intuire che il timore maggiore riguardi soprattutto la possibilità della sospensione dei sostegni del governo. Dal punto di vista del cliente, tra l’altro, ciò che si nota è l’incoerenza nell’applicazione delle misure. Chi riuscirà a valutare se sia rispettato o meno il limite consentito di bevitori di birra in un pub, se siano o meno appartenenti allo stesso nucleo familiare, se dispongano o meno dei 4 metri quadrati stabiliti dall’ultimo decreto?

Zoran Šimić, gestore di un pub in centro e di un locale, che in tempi “normali” è anche un bar notturno, ha interpretato così il momento attuale: “Sono contento, come gestore, che le misure vengano allentate, ma perché proprio adesso? Noi siamo qui a obbedire”.

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