Fiume nelle mani di 600 aspiranti architetti europei

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Fiume nelle mani di 600 aspiranti architetti europei

Per le prossime due settimane Fiume sarà la casa di oltre 600 studenti di architettura di una quarantina di Paesi europei nell’ambito del progetto EASA (Assemblea degli studenti europei di Architettura). Istituita nel 1981, con la prima edizione tenutasi a Liverpool, EASA è un evento itinerante che viene organizzato ogni estate in un Paese diverso in cui centinaia di studenti, provenienti da oltre 200 Atenei europei, sono impegnati nella realizzazione di un programma denso di attività come workshop, laboratori, mostre e altre iniziative collaterali. EASA non ha alcuna organizzazione centrale e ogni evento è organizzato da un nuovo team come una manifestazione unica. Ciò le permette di essere in continuo sviluppo e di trarre beneficio dalle diversità culturali dei Paesi ospitanti.
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Edifici abbandonati come risorsa

“EASA non produce progetti su carta, ma è piuttosto un’occasione importante per vedere fisicamente realizzate le idee dei partecipanti – ha sottolineato il sindaco Vojko Obersnel nel corso della conferenza stampa di presentazione –. È un bene che a ospitare quest’edizione sia Fiume, che sta affrontando un importante processo di valorizzazione del proprio patrimonio culturale, includendo lo spazio fisico della città nelle riflessioni che stanno portando ad azioni mirate di rigenerazione urbana e di sviluppo del territorio”.
A dare un contributo decisivo nel portare EASA sulle rive del Quarnero è stato il noto architetto fiumano Idis Turato. “Spesso – ha raccontato – ci lamentiamo del fatto che in città abbiamo numerosi edifici abbandonati e logorati dal tempo. E in effetti è vero, però d’altro canto ciò rappresenta una preziosa occasione per i futuri architetti nel sbizzarrire tutta la loro creatività e talento. Sono convinto che Fiume sia il luogo ideale in cui trarre ispirazione per ideare design originali e soluzioni innovative”.

Il maxi dormitorio

A proposito di soluzioni innovative, una di queste vedrà tutti quanti i 600 aspiranti architetti abitare sotto lo stesso tetto. Infatti, gli ex magazzini dell’Exportdrvo verranno trasformati in un maxi dormitorio, e i primi studenti giunti in città sono da due giorni impegnati nell’allestire il tutto, come ci ha svelato una delle organizzatrici, la fiumana Vana Pavlić.
“Avremmo anche potuto scegliere di alloggiare altrove, ma l’idea di costruirci da soli la nostra casa è subito piaciuta a tutti. Ho già avuto la fortuna di partecipare a ben cinque edizione di EASA e devo dire che si tratta di un’esperienza unica. Il progetto sta inoltre crescendo e oltre agli studenti europei, ce ne saranno alcuni provenienti anche da India, Nord e Sud America”.
Tra le più indaffarate nel montare letti e mobili vari è Cecilia Jakobsen. E ciò non sembra pesarle affatto. “E perché mai dovrebbe? – ci domanda stupita ­–. Quando lavori in compagnia tutto diventa più facile. È la terza volta che partecipo a EASA, ma purtroppo anche l’ultima dato che sto per prendere il master alla Scuola di Design e Tecnologia di Copenaghen. Seicento persone sotto lo stesso tetto? L’idea mi piace un sacco, ma per fortuna sono soltanto due settimane perché se fossero di più molto probabilmente ci sarebbe il pericolo di scannarci a vicenda”, ci sorride, si asciuga un po’ di sudore dalla fronte e torna a districarsi nella giungla di ponteggi e impalcature.

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