Fiume. Le cappelle dimenticate del Calvario

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Fiume. Le cappelle dimenticate del Calvario

Molti edifici sacri eretti nel corso della storia nell’area di Fiume, per svariate ragioni, sono scomparsi e, purtroppo, non sono più presenti nella memoria collettiva degli odierni abitanti della città. Così è accaduto anche con le dodici cappelle votive che nel XVII secolo adornavano l’impegnativa e importante scalinata nota come Salita del Calvario, nome tutt’oggi presente nella toponomastica cittadina. La stessa venne costruita due decenni dopo la fondazione della Confraternita della Santa Croce, quando padre Mijo Šorša, originario di Samobor (dove dirigeva il monastero dei Gesuiti dal 1675), affiancato dai Gesuiti e dai membri della Confraternita dell’Agonia, guidò il popolo fiumano alla festa dell’Esaltazione della Santa Croce (14 settembre) sul colle Golliach o Goliath (in croato Goljàk o Vojàk, alludendo probabilmente alle origini delle grosse cinta) per collocarvi, portato da 24 persone, un imponente crocifisso, altre due grandi croci e una candida scultura della Madonna.

La Madonna in cima alla salita del Calvario

Scoperta e origini

Con l’edificazione e l’espansione urbana del rione di Cosala e dei suoi nuclei abitativi, la parte superiore della Salita del Calvario è stata alterata. Nel 2006, durante la costruzione del gasdotto, sotto una lastra di asfalto grigio e ricoperti da depositi di terra e materiale di scarto, sono stati scoperti i resti del tempietto più antico, il primo dei succitati dodici, noto come Cappella del Sepolcro di Gesù. Dicesi che la prima pietra della stessa, che doveva somigliare alla Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, fu posta e benedetta dal vescovo di Pola, Bernardino Corniani (1664-1689). Sulle sue sorti non si hanno informazioni certe, ma si presume sia andata distrutta da un’esplosione da polvere da sparo in epoca dannunziana e, in seguito al ritrovamento delle sue rovine, nuovamente sepolta, in attesa di tempi migliori. Le sue marcature, come denota la foto sotto a sinistra, sono ben visibili e rendono l’idea della forma e grandezza della chiesetta.

La scalinata del Calvario con l’unica cappella conservata

La salita della speranza

Nei pressi della Cappella del Sepolcro di Gesù, dopo il proclama dell’imperatore Giuseppe II con il quale si vietava la sepoltura nelle chiese e nei loro dintorni, venne costruito il primo Cimitero fiumano. Accanto allo stesso, come già accennato, venne edificata, ad opera della Confraternita dell’Agonia e istituita dai Gesuiti, che vicino alla Cattedrale avevano il proprio monastero, la salita del Calvario, detta Salus Populi, protettrice del popolo. Un percorso voluto e conteso, da parte del Comune e di un certo Carlo Bernardini che se ne era appropriato, per farlo diventare, in mano ai Gesuiti, la via della salvezza, un cammino interiore. A tal proposito, il verbale della riunione del Consiglio cittadino del 12 maggio 1676 recita: “Desiderando il Padre della Comp. Di Gesu Presidente della congregazione del Crosifisso eriger nel monte Goliath vulgo Salis Populi, tre croci et a suo tempo il Sepolcro colle stazioni…”.

Una delle 12 cappelle, in evidente stato di degrado

La Salita, che originariamente aveva 12 stazioni costruite sulle rovine delle fortificazioni romane del sistema difensivo noto come Limes Liburnico (Claustra Alpium Iuliarum), a un certo punto s’interseca con la passeggiata Vladimir Nazor e termina sotto i grattacieli dell’odierna via Ante Kovačić, dove un tempo erano site le Tre Croci, innalzate nel 1876 dai religiosi di cui accennato prima. Attualmente la Salita del Calvario conta solo 5 delle 12 tappe originarie, le quali versano in pessime condizioni e si nascondono, quasi vergognandosi, agli occhi dei passanti che frettolosamente la scorrono. In cima alla scalinata, mutilata e scarabocchiata, ma pur sempre speranzosa e con lo sguardo rivolto verso il cielo e il mare, vi è a tutt’oggi la statua della Madonna, una volta ultima tappa del Calvario fiumano.

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