Fiume. La moneta unica a molti non piace

Nel giorno dell’introduzione, ai Mercati cittadini si pagava sia in kune che in euro. Diversi rimangono i dubbi sulla restituzione del resto

0
Fiume. La moneta unica a molti non piace
Foto Sanjin Strukic/PIXSELL

Con l’introduzione della moneta unica, l’enigma euro sta dando preoccupazione a parecchi cittadini. Il periodo di transizione di due settimane, in cui si potrà pagare in entrambe le valute, sembra non tranquillizzare abbastanza la popolazione, soprattutto quella più anziana. Per ovviare al problema e non dovere immedesimarsi “ufficio di cambio valute” con due casse attive, una per le kune (in uscita) e una per gli euro (in entrata), a Fiume numerosi commercianti, ristoratori e piccoli imprenditori hanno deciso di prendersi quindici giorni di ferie, finché non passa la… tempesta.

Ieri, ai Mercati cittadini, nella prima giornata lavorativa dell’anno, i venditori e gli acquirenti risultavano scarsi, ma un viavai si notava soprattutto tra le poche bancherelle di frutta e verdura operative. A causa del fermo pesca, la pescheria appariva deserta.
Durante un breve sopralluogo tra gli stand, abbiamo chiesto a varie persone come hanno vissuto il primo impatto con l’euro? “Non posso dirmi soddisfatto, seppur lavori all’estero e abbia dimestichezza con l’euro – ci racconta Roland che, con la figlioletta Mila, è intento a fare acquisti di frutta e verdura –. I venditori sono in questo momento in prima linea, indaffarati a calcolare in tutta velocità il cambio tra la kuna e l’euro. Ho preferito pagare alla signora in euro per non doverla oberare con la conversione. Mia moglie, piccola imprenditrice e con un’attività in proprio, ha preferito prendersi due settimane di ferie per non dovere operare su doppio binario per i medesimi introiti”.
La venditrice Snježana afferma che sarebbe stato meglio effettuare un taglio netto. “Siamo stati subissati di informazioni per adeguarci all’euro. C’era tempo per adattarsi, abbiamo acquistato l’importo concesso – 145 euro in monete –, le persone avevano modo di depositare le kune rimanenti sui propri conti correnti in modo da iniziare l’anno con l’euro, senza dovere subire il periodo di transizione, che a noi che lavoriamo con il denaro darà parecchio da fare. In questi giorni ho preparato tutto, due casse, mio figlio mi ha scaricato sullo smartphone un’app per il cambio, per cui posso operare in tutta tranquillità. Il difficile sta nello spiegare alle persone a quanto ammonti l’importo da pagare in euro, quali sono le monetine o le banconote da dare al momento del pagamento”.

Snježana.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

In una delle maggiori edicole ortofrutticole troviamo Emir che, assieme alla moglie gestisce la vendita di prodotti dell’orto. Ha messo in bella mostra la tabellina del cambio, che facilita non solo ai clienti, ma anche a lui le transazioni. “A poco a poco, ci stiamo adeguando. Abbiamo una somma abbondante di euro, sia in monete che in banconote, e per il resto per ora non abbiamo difficoltà. In media la metà degli acquirenti paga in kune, per nostra fortuna sono banconote di piccolo taglio che facilitano oltremodo il cambio. Le banconote di kune di grosso taglio in questo momento potrebbero crearci delle difficoltà, ma ci arrangeremo in qualche modo. Spero caldamente di non rimanere in mattinata senza euro e di ‘rimpinguare’ la cassa con altrettanta valuta. Le kune ricevute verranno depositate in banca appena finisce l’orario di lavoro”.

Emir.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Taglio drastico
La venditrice Verica si facilita il lavoro ponendo dapprima la domanda se la merce verrà pagata in kune o euro. “Ci sono state due persone che hanno chiesto il resto in kune, transizione che dovremmo fare solo nel caso in cui rimaniamo senza euro, ma erano due anziani che non avevano dimestichezza con le operazioni di cambio. Ho accettato la transazione perché sono miei clienti abituali. Per il resto, mi sono premunita per tempo del pacchetto di monete in euro, avevo da parte delle banconote di piccolo taglio, che ho messo in cassa e per ora sono a posto. Tutto dipenderà da come andrà con il passare delle ore: se rimarrò senza euro dovrò restituire il resto in kune”.

Verica.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

“Non ho riscontrato difficoltà – ci fa sapere Branko, assiduo frequentatore dei Mercati cittadini –, ho acquistato l’euro e così pago. Il resto mi viene restituito nella stessa moneta. Ci sono poi quegli ‘intelligentoni’ che pensano di potere darmi il resto in kune, con la giustificazione che possono farlo fino al 15 gennaio. In questo caso, mi appello all’articolo 40 della Legge sull’introduzione dell’euro richiedendo tassativamente il resto in euro”.

Branko.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Dora ha pagato, invece, in kune e chiesto il resto nella stessa valuta. “Ci vorrà un po’ di tempo per abituarmi al nuovo denaro, ma ci sono 15 giorni di adattamento e in questo periodo riuscirò a trovare un bancomat funzionate in euro. Intanto, sto spendendo le ultime kune in acquisti mirati”.

Dora.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

“Dire assurdo è poca cosa – afferma il macellaio Dražen, dipendente di una catena di macellerie –. Gli ultimi giorni dell’anno tutti i programmi sono stati aggiornati al 1º gennaio 2023 e il listino prezzi ora mette in primo piano l’euro e poi in caratteri piccoli, la kuna. Tantissime persone al momento del pagamento chiedono quale sia la cifra in kune, anche se poi pagano in euro. Ci vorrà del tempo per abituarci. Sarebbe stata forse più efficace una transizione immediata”.

Dražen.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display