Fiume, la città che si allargò… verso l’alto

Lidija Butković Mićin, docente dell’Università di Zara, ha raccontato la storia dell’edilizia abitativa nel dopoguerra del capoluogo quarnerino

0
Fiume, la città che si allargò… verso l’alto
Podmurvice e Torretta con i grattacieli residenziali più alti a Fiume e in Croazia. Foto: Lucio Vidotto

“Allargare la città in altezza” è il titolo della conferenza organizzata dalla Biblioteca civica in cui Lidija Butković Mićin ha raccontato la storia dei grattacieli fiumani, con riferimento a quelli abitativi che oggi costituiscono il profilo distintivo della nostra città, la sua skyline. Che ci piaccia oppure no, questa è la nostra realtà. Tanto vale accettarla.

Lidija Butković Mićin, dopo essersi laureate nel 2007 a Zagabria alla Facoltà di filosofia (filosofia e storia dell’arte), ha conseguito il titolo di dottore in scienze all’Università di Zara (dove insegna anche oggi) scegliendo il tema “Tipologie dell’edilizia residenziale a Fiume durante il socialismo”. Come rappresentante di una generazione “incontaminata”, che non ha vissuto in prima persona quel periodo, ha proposto una sintesi disincantata del processo che ha portato Fiume a diventare la città che conosciamo oggi, una foresta di grattacieli. Nella parte introduttiva della sua relazione ha commentato: “Non c’è un punto in città da cui non si possa vedere qualche grattacielo”. Anche dal quarto piano della “Casa dell’infanzia”, nell’ex complesso Benčić, dove abbiamo ascoltato con interesse il racconto, spiccano dei grattacieli.

“Sono qui per illustrare la genesi di questo modello abitativo a Fiume, un estratto dalla tesi con cui go conseguito il dottorato. A Fiume, a causa della sua superficie limitata, si è dovuto ricorrere alla costruzione di torri residenziali, un processo che non è iniziato in modo traumatico, anzi. Di grattacieli in città ne erano stati costruiti anche nella prima metà del XX secolo, ma nel dopoguerra, a partire dagli anni 50, la crescita è stata esponenziale. Propongo una sorta di dramma, per alcuni una tragedia, per raccontare la nascita di interi quartieri che abbiamo ereditato dal socialismo. Ci rendiamo conto che oggi è impossibile scattare una foto della città senza inquadrare dei grattacieli. Nonostante sia molto visibile, direi dominante, questa componente non è mai stata oggetto di ricerche”.

Pensandoci oggi, qualcuno se ne potrebbe anche vergognare, ma non è da considerare tutto in un contesto negativo. Non è stato analizzato un aspetto, per certi versi cruciale, ed è quello dello spazio, più precisamente della sua mancanza. Possiamo valutare che negli anni 60 e 70 in un condominio circa il 60 per cento delle famiglie disponeva di un’automobile. Oggi, secondo valutazioni approssimative, c’è un’auto e mezza per ogni famiglia.

Cosa abbiamo ereditato? “Tutti i grattacieli costruiti a partire dagli Anni Sessanta, dopo il terremoto di Skopje del 1963, sono stati progettati e realizzati nel rispetto delle più rigorose misure antisismiche. Pertanto, acquistare un’abitazione in questi condomini può essere un buon investimento anche in virtù del fatto che, senza vincoli di conservazione, possono venire adeguati agli standard odierni in tema di efficienza energetica. Dobbiamo ricordare, però, che solo in quelli più recenti, costruiti nella seconda metà degli Anni 70, ci sono degli ascensori in grado di assicurare l’intervento medico e il trasporto del paziente in barella. Sembrerà un discorso cinico, ma in certi grattacieli, chi vive ai piani alti, in caso di infarto, ha meno chance di sopravvivere”.

Comunque sia, Fiume detiene tutt’ora il primato con i due grattacieli in via Čandek, i più alti edifici residenziali nel Paese. Chiudiamo con una curiosità, sottolineata dalla relatrice. Alla fine degli Anni ’70, con la costruzione dei cinque grattacieli “Š” a Rastočine, venne stabilita la moratoria per la costruzione di grattacieli a scopo abitativo. Un ultimo tentativo riguarda Pećine dove si tentò di edificare tre torri residenziali di oltre 20 piani, un’idea che venne osteggiata dalla “Comunità locale”, sostituita oggi dai Comitati di quartiere. Allora, però, nonostante il sistema monopartitico, anche dal livello più basso del potere si potevano arrestare dei progetti inaccettabili per i residenti. Ogni riferimento a situazioni analoghe recenti, è casuale.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display