
Chiusura a chiave delle porte d’ingresso degli edifici scolastici. Questa la novità entrata in vigore ieri nelle scuole della Croazia, per innalzare il grado di sicurezza nelle istituzioni dopo la tragedia avvenuta nell’elementare “Prečko” di Zagabria l’ultimo giorno di lezione prima delle festività natalizie. In virtù del protocollo firmato dal Ministero della Scienza, dell’Istruzione e dei Giovani, in alcune scuole da ieri si funziona in un modo del tutto diverso da quello adottato finora. In seguito a quanto avvenuto e alla luce di questa nuova disposizione, il cui scopo è prevenire tragedie come quelle successe alla “Prečko”, ci siamo recati ieri nelle quattro scuola con lingua d’insegnamento italiana di Fiume, per scoprire il tipo di misure adottate in ogni singola struttura.
In tutte si è ricorso, per il momento, alla chiusura a chiave degli edifici, ma in quanto alle modalità è cambiato poco o nulla, in quanto tutti e quattro gli edifici delle SEI disponevano già da tempo della videosorveglianza e del citofono, ovvero neanche prima si poteva entrare o uscire a piacimento. A confermarcelo per prima è stata la direttrice della “Dolac”, Dunja Kučan Nikolić. “Il secondo semestre è iniziato senza alcun cambiamento per quanto riguarda l’entrata a scuola. Noi da anni abbiamo la videosorveglianza e il citofono collegato con la segreteria e con le aule del doposcuola. I genitori sanno che per quanto riguarda quest’ultimo possono suonare soltanto dopo le 14-14.30 onde evitare di interrompere le lezioni. Per quanto riguarda la comunicazione dei genitori con i capiclasse, questa funziona benissimo ed è stata introdotta già nel periodo della pandemia di Covid. Gli alunni a loro volta sanno che non è permesso uscire dalla scuola prima della fine delle lezioni. Noi abbiamo la fortuna di avere un cortile interno e quindi i ragazzi sono liberi di giocare durante il grande riposo. L’unica novità riguarda la presenza di un poliziotto davanti all’entrata principale. A proposito, noi non abbiamo ricevuto alcuna delibera ufficiale e solo parlando con l’agente siamo giunti a conoscenza del fatto che a loro è stato detto di presentarsi oggi (ieri per chi legge, nda) davanti alle singole scuole. Non ci è dato sapere fino a quando dovranno esserci. Non abbiamo nemmeno informazioni riguardo a eventuali guardie di sicurezza. Domani (oggi per chi legge, nda) ci sarà la riunione del Ministero e quindi forse sapremo qualcosa di più. Comunque sia, per il momento il protocollo funziona. Sono del parere che la sicurezza nelle scuole debba essere al primo posto, senza però far diventare le stesse delle… carceri per gli alunni. Quello che è successo a Zagabria è una tragedia terribile e spero non si ripeta mai più. Non saprei dire, però, se con le nuove misure casi del genere potrebbero venir evitati perché sono situazioni che succedono senza preavviso”, ha concluso.
Prevenire necesse est
Dello stesso parere Iva Bradaschia Kožul, direttrice della “San Nicolò”. “Penso che stiamo cercando di controllare cose che sono purtroppo incontrollabili. Le scuole non devono trasformarsi in prigioni. Si dovrebbe lavorare di più sulla prevenzione e sulla cura di persone che hanno, come nel caso di Zagabria, dei problemi e che vanno curate e seguite. La stessa cosa poteva accadere durante il grande riposo, in una banca o al mercato. Il carnefice della ‘Prečko’ è una persona con problemi che non sono stati curati. Se poi si considera il fatto che si tratta di un ex alunno di quella stessa scuola, mi viene spontaneo chiedermi se dovremmo chiudere in faccia ai ragazzi la porta della scuola che hanno frequentato per anni. In seno al nostro istituto scolastico, in realtà, non è cambiato nulla. Videosorveglianza e citofono c’erano anche prima e i genitori venivano a scuola previo accordo con i capiclasse. L’unica cosa che cambierà è che d’ora in poi anche questo loro arrivo verrà controllato un po’ più dettagliatamente, nel senso che una volta giunti a scuola, verranno accolti dal capoclasse o insegnante di materia, accompagnati fino in classe e poi fino all’uscita. I ragazzi, invece, potranno uscire solo durante il grande riposo sotto la sorveglianza degli insegnanti, come succedeva finora. Bisogna sottolineare che i nostri docenti non sono abilitati a reagire in ‘caso di attacco’ o di pericolo e quindi non so come potrebbero reagire in tali situazioni. Per il resto, rimane tutto come finora. La sicurezza al primo posto”, ha detto.

Foto: IVOR HRELJANOVIĆ
Chiusure automatiche
Il direttore uscente della “Belvedere”, Denis Stefan, ha dichiarato che il rientro a scuola si è svolto ieri in tutta normalità. “Per motivi di sicurezza abbiamo in funzione più entrate che vengono usate da tutti, ma che rimangono chiuse durante le lezioni, eccezion fatta per l’intervallo quando gli alunni fanno merenda. Come da prassi già collaudata, la porta principale è provvista di un campanello esterno. Le persone o gli alunni che desiderano entrare per vari motivi, suonano il campanello e una persona del corpo docenti o del personale scolastico va ad aprirla e chiede il motivo della visita o dell’entrata a scuola, se si tratta di qualche allievo. Da quanto fattoci sapere tramite la circolare del nostro fondatore, la Città di Fiume, dobbiamo attendere che i periti vengano a controllare per decidere se verremo muniti di un citofono collegato con la segreteria oppure se verranno installati dei meccanismi di chiusura automatica su tutte le porte”.

Foto: GORAN ŽIKOVIĆ
Come in «prigione». Bisogna evitarlo
La “Gelsi”, che ha un solo ingresso nell’edificio, ma ha diversi portoni nei due cortili esterni, ha già attivato le misure di sicurezza. “Abbiamo definitivamente chiuso il portone del cortile superiore, che non verrà più riaperto – ci ha fatto sapere la direttrice, Glora Tijan –, in quanto stiamo aspettando che venga avviato il progetto di costruzione della palestra proprio in quello spiazzo. Il secondo portoncino che dà sul parco rimane aperto dalle ore 7.30 e alle 8 o poco più, mentre il portone che s’affaccia sulla via Vukovar rimane aperto costantemente. Per quanto riguarda il portone d’ingresso dell’edificio della scuola, rimane aperto dalle 7.30 alle 8.30 sotto la sorveglianza del bidello. Di seguito viene chiuso. Le persone o gli alunni che non seguono la prima lezione, per entrare si avvalgono del citofono collegato alla segreteria specificando qual è il motivo della visita. Già dai tempi della pandemia, l’intervallo per la merenda è stato suddiviso in tre scaglioni, per cui la permanenza degli alunni nel cortile è sempre sotto controllo sia degli insegnanti di turno che del personale scolastico. Purtroppo, con questa delibera stiamo oberando il bidello, le donne delle pulizie, la cuoca, i quali hanno già tanti compiti di lavoro in quanto siamo carenti di questo tipo di personale. Speriamo che il Ministero e la Città, quale fondatore, approvino quanto prima l’assunzione di una persona addetta alla sicurezza e al controllo”, ha dichiarato la direttrice, concludendo che “le scuole non devono essere trasformate in semi carceri dove gli alunni vengono tenuti sotto chiave, bensì è il sistema sanitario e sociale a livello nazionale che deve prendersi cura delle persone che hanno bisogno di un aiuto psicologico. L’indifferenza verso una persona con problemi di salute mentale può portare a grandi tragedie, come ne siamo stati testimoni in dicembre”.

Foto: GORAN ŽIKOVIĆ
Novità alla SMSI
Novità per quanto riguarda la Scuola media superiore italiana. Infatti, se finora i ragazzi potevano entrare e uscire a piacimento durante il riposo, e anche chi voleva visitare la scuola venendo da fuori poteva farlo, da ieri questo non è più possibile. “La porta principale viene chiusa alle 8.30 e aperta soltanto durante il grande riposo e poi quando finiscono le lezioni. A controllare l’entrata sarà il bidello. I genitori che desiderano venire per dei contatti con i docenti dovranno avvisare la scuola con un giorno di anticipo, ovvero non si potrà più arrivare senza previo appuntamento. La videosorveglianza a circuito chiuso esiste già da anni in seno alla scuola, per cui sotto questo punto di vista non cambia niente. Il nostro obiettivo ora è acquistare un citofono e cambiare la serratura in modo da facilitare il controllo al bidello”, ci ha riferito ieri il preside della SMSI, Michele Scalembra.

Foto: IVOR HRELJANOVIĆ
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