Fiume. Esercizi commerciali: è ripresa?

I locali «fantasma» del centro cittadino attendono di rimettersi in gioco. Sono tanti i vani chiusi da tempo, che necessiterebbero di nuova linfa vitale. Forse qualche speranza c’è

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Fiume. Esercizi commerciali: è ripresa?

Sono trascorsi poco più di tre mesi da quando si è conclusa l’infelice edizione di Fiume Capitale europea della Cultura 2020. La manifestazione, partita con grande trasporto ed entusiasmo, con una miriade di programmi e promesse, ha dovuto fermarsi, o quasi, causa la pandemia di Covid-19. In partenza i progetti erano innumerevoli e miravano a dare nuovo o rinnovato lustro ai vari settori del capoluogo quarnerino. Tra questi c’era anche il proposito di ridare vita ai tanti locali di proprietà della Città, vuoti e tristemente abbandonati. I passanti più attenti e, nello specifico, gli abitanti di Fiume che hanno a cuore le sorti di questa travagliata e affascinante città, non possono non rattristirsi dello stato d’incuria degli stessi, una volta luoghi intrisi di vivacità e colore, e chiedersi come mai le autorità e le istituzioni di competenza non intervengano per ovviare a quest’inconveniente. Basti pensare allo storico passaggio di via Križanić, che da piazza Tito porta all’albergo Neboder, una volta luogo di manifesta individuazione della città, oggi in totale declino. La crisi pandemica ha, poi, ulteriormente aggravato la situazione, mettendo in ginocchio attività turistiche e commerciali in primis e, nonostante la pubblicazione dei regolari Bandi di concorso per l’affidamento dei sunnominati vani, nel 2020 non vi sono stati riscontri. Quest’anno, in particolare in seguito alla campagna elettorale che ha preceduto le elezioni amministrative 2021, che preannunciava mirabolanti promesse di rinascita del capoluogo quarnerino, qualcosa sembra muoversi. Ne sono prova le ben 27 domande, tra cui 20 per uso commerciale, pervenute al Bando pubblico emanato lo scorso maggio, da parte della Città di Fiume per l’affidamento in locazione di 30 locali di proprietà municipale con destinazione di attività commerciale, ubicati in svariate zone della stessa (sono stati messi all’asta 17 immobili e sottoscritti 16 contratti di locazione). Il proclama mirava all’assegnazione degli spazi di cui sopra per lo sviluppo di progetti economici e imprenditoriali di piccole e medie imprese, o privati, come pure a contrastare il fenomeno della desertificazione commerciale di negozi tradizionali, favorendoli, affinché contribuiscano alla crescita del tessuto economico e alla valorizzazione del territorio, nel rispetto del decoro urbano. Si sono valutati per lo più gli esercizi commerciali e artigianali aventi valore storico, artistico, architettonico e ambientale, costituenti testimonianza della storia, dell’arte, della cultura e della tradizione, imprenditoriale e mercatale locale, nonché la promozione “made in Fiume” o dell’area litoraneo-montana. I soggetti interessati che vi hanno aderito spaziavano da associazioni per la promozione del benessere dei bambini a partiti politici e attività commerciali (saloni di parrucchieri, gallerie d’arte, ditte edili, informatiche, grafiche e di design, cosmetiche, ecc). Gli altri vani, per il momento, sono ancora da assegnare, dato che molte domande sono giunte incomplete.

La domanda verso la Città è comunque alta

Rinnovare la fiducia

Si percepisce, quindi, una certa voglia di rinnovare la fiducia nella Città e di ripresa, seppure ancora zoppicante, vista l’incertezza del domani. La pandemia in corso è, infatti, all’origine di una vera e propria esplosione di riflessioni su Fiume e il suo “anello” (come sulle altre città), sulle differenti evoluzioni a cui potrebbe andare incontro e sulle politiche che su di essa si potrebbero mettere in atto. Speriamo tutto ciò comporti anche un maggiore interesse dell’amministrazione cittadina per i locali fantasma, che già da qualche tempo, forse anche troppo, strizzano malinconicamente l’occhio agli imprenditori in cerca di considerazione, dove regnano l’attesa e la speranza di rimettersi in gioco.

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