Fiume. Dal Corso a via Verdi: i sapori dell’Avvento

Ricca l’offerta gastronomica anche davanti al Teatro «Ivan de Zajc», la novità di quest’anno che si sta rivelando una scelta azzeccata

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Fiume. Dal Corso a via Verdi: i sapori dell’Avvento

È invasa da colori, luci, musica, bambini, persone che s’incontrano e si fermano a parlare, casette e mercatini la nostra città, tutta addobbata, incantata, finalmente sorridente. Quest’anno, più che mai, con le nuove location di offerte culinarie disposte ovunque, sapori, profumi e sorrisi compiaciuti si diffondono per ogni dove, s’intrecciano, si emulsionano, spesso si sposano, coinvolgono i sensi e l’anima, facendo venire voglia di farsi ancora un giro, di gustare, di sorprendersi, e poi di farlo ancora, di vivere. È una vera e propria cartolina natalizia, un film in cui perdersi e immergersi, che fa bene al cuore. Come in ogni fiaba che si rispetti, ci sono una carrozza, un grande abete, gli artisti da strada, la magia e, subito adiacente al negozio Kraš, un vivace chiosco tutto dipinto, ben conosciuto ai fiumani, con popcorn, lecca lecca, palloncini a elio e, soprattutto, le immancabili caldarroste. In qualsiasi momento della giornata, la fila per acquistarle è lunga. La loro fragranza, lo schioppettare sulla brace, premurosamente e sapientemente curate dal leggendario Boza, emanano dolci sensazioni e tenere emozioni, che accompagnano i passanti. Probabilmente sono state il primo esempio di “street food” al mondo. Caloriche e, soprattutto, calde, sono un buon modo di rifocillarsi e trovare un po’ di sollievo dal freddo mentre si passeggia per strada.

Le caldarroste bollenti
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Il castagnaro Boza

Sead Boza, per i fiumani semplicemente il “castagnaro” Boza, sempre gentile e disponibile, non manca mai di offrire una castagna e di scambiare qualche parola con ognuno. Questo, ci racconta, non è stato un anno buono, non ci sono state molte castagne ma, con suo padre, hanno provveduto a importare quelle migliori. “Causa la siccità, la neve primaverile e svariati altri fattori, è stata un’annata infelice per le caldarroste nostrane, ragion per cui abbiamo deciso di importarle. Per lo più le facciamo arrivare dall’Italia, e precisamente da Cuneo, dal Portogallo e dalla Turchia. Sono fantastiche, di ottima qualità. Per un periodo avevamo anche i marroni toscani”, ha spiegato l’imprenditore, rilevando che il suo è un lavoro impegnativo, che non gli lascia molto spazio per dedicarsi ad altri progetti. “Occuparsi di castagne, soprattutto quando lo si fa da soli, è qualcosa di molto particolare, che comprende vari passaggi, dal loro acquisto che, nell’ultimo anno è stato difficile e complicato, soprattutto quando se ne cercano di alta qualità, come facciamo noi, alla loro incisione, cottura, vendita. Durante il periodo delle festività c’è moltissimo lavoro che, generalmente, si affievolisce dopo il 15 gennaio, quando le persone cominciano a scegliere altro, tipo i pop corn o lo zucchero filato, ma le castagne ci arrivano fino alla fine di febbraio. Questo mestiere, che mi è stato tramandato da mio nonno e da mio padre, non è semplice e i miei figli non hanno intenzione di continuarlo”, ci ha confidato Boza, porgendoci l’ennesima caldarrosta bollente.

Il mitico Boza
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Un tripudio di luci, gusti e colori

Ammaliati dalle luci della fiabesca carrozza e dai profumini che aleggiano nell’aria di via Verdi, la nuovissima location natalizia, il cui invito trasuda dai tanti chioschi “caldi”, è difficile non farci una capatina e sbirciare tra le offerte gastronomiche, alcune delle quali create apposta per l’occasione. L’atmosfera è bella, c’è tanta gente allegra e i bambini scorrazzano fuori e dentro il fiabesco landò e attorno al parco di fronte al Teatro “Ivan de Zajc”. È un festival di specialità culinarie, di gusti, di aromi, di sensazioni, una stuzzicante avventura da assaporare. Dai baracchini pregnano l’aria, affinando il naso, le salsicce dello chef Mate Janković; quelle di pesce, le brioche farcite con petto di anatra aromatizzata, le costolette dello stellato Deni Srdoč, i ravioli impanati ripieni di baccalà, gli hamburger in versione super gourmet e chi più ne ha, più ne metta. La scelta di quest’ultimi è ricchissima, ci spiega il simpatico Ivan Karačić, intento a spadellare e miscelare nel casotto zaratino. “Il nostro chiosco propone uno street food in cui uniamo gli ingredienti classici con tecniche moderne. Per quest’occasione offriamo quattro tipi di hamburger, di cui due, il Blackie e lo Snow, sono ormai ben conosciuti ai fiumani, mentre gli altri, che effettivamente sono panini con impasto di brioche, li farciamo con componenti inerenti all’Avvento e con petti di anatra o con guanciale di manzo a cottura lenta. Inoltre abbiamo pensato a un ventaglio di cocktail caldi, per cui invitiamo tutti a venire a gustarli.”

Uno dei tanti chioschi sistemati in via Verdi

Ammiccanti anche le offerte di bevande, tra grappe e cioccolate calde, vin brulé, spremute e aperitivi colorati e creativi i quali, oltre a soddisfare il palato, si presentano piacevoli alla vista. Fiume, oltreché parlare e pensare, ormai mangia e beve cosmopolita.

Viktor, uno dei tanti esultanti bimbi, imbacuccato nel suo giubbino verde oliva, ci fa sapere, senza giri di parole, di amare quello spazio, il cibo e, soprattutto, la carrozza scintillante. Alla domanda “Ti piace?”, ridendo fragorosamente, come solo i fanciulli sanno fare, urla “Siiiiiiiiiii!”.

In fila per le caldarroste

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