
Non sono spuntati dal nulla. Sono lì da anni. In bella vista, piazzati lungo le strade della città, affissi come parte del paesaggio urbano. Eppure, oggi si scopre che non dovrebbero esserci, almeno non in quelle condizioni, perché non rispettano la legge, non seguono le regole stabilite, eppure restano al loro posto, indisturbati. E intanto qualcuno paga e qualcuno incassa. Ma tramite quali canali, e quali sono le poste in gioco? Il riferimento è ai grandi cartelloni pubblicitari, che vediamo in bella mostra nei vari angoli della città. Contenuti che spesso rischiano anche di distrarre gli automobilisti, con tutte le conseguenze che ciò potrebbe comportare. Di quest’argomento si torna a parlare con regolarità di tanto in tanto e ora è stato riportato in auge dal Consiglio del Comitato di quartiere Centar-Sušak, che si era già scontrato con la questione più di un anno fa, ma la quale è riesplosa con forza durante la realizzazione delle priorità comunali dello scorso anno. Chi ha autorizzato questi cartelloni? Perché nessuno interviene? Che gioco si sta giocando?
La legge è uguale per tutti?
Andiamo con ordine: ieri, conferenza stampa convocata da coloro che non vogliono fare finta di niente. Azra Zubić-Zec, presidente del suddetto Consiglio, affiancata da Ivica Samardžić, membro del Consiglio stesso, e da Mladen Pandur, cittadino e attivista, che da anni denuncia il problema dei cartelloni pubblicitari abusivi. Le domande rimangono sul tavolo: chi li ha autorizzati? Perché nessuno li ha rimossi? E perché la legge sembra non essere uguale per tutti?
Zubić-Zec, che da semplice cittadina non si era mai posta il problema della regolarità di queste enormi insegne che “addobbano” il centro città, perché giustamente riteneva che fosse tutto a norma di legge, è rimasta scioccata quando non ha trovato le risposte alle proprie domande presso le autorità che avrebbero dovuto fornirgliele. Ha voluto ribadire senza mezzi termini: “Questa non è una battaglia contro la pubblicità. È una questione di legge, di trasparenza, di giustizia. Viviamo o no in uno Stato in cui si rispettano le leggi? Se le istituzioni stesse non rispettano le proprie regole, con che faccia possono chiedere ai cittadini di farlo?”.
Nessuno ci faceva troppo caso, come accade con ciò che diventa parte del paesaggio, finché un giorno qualcuno non ha sollevato una domanda che suonava quasi ingenua: “Ma questi cartelloni… dovrebbero davvero stare qui?”. E così, lentamente, come un velo che si solleva su un vecchio quadro impolverato, è emersa una verità che ha lasciato l’amaro in bocca: non avrebbero dovuto esserci. Non così. Non in questo modo.
Le voci hanno cominciato a circolare, a intrecciarsi, i documenti a parlare e l’attivista Mladen Pandur a indagare tra le pieghe (o piaghe) del regolamento urbanistico e della burocrazia. Il Comitato di quartiere Centar-Sušak si era già imbattuto nel problema più di un anno fa, ma solo ora, scavando tra i documenti, è risultato chiaro che quei cartelloni, fedeli sentinelle della pubblicità cittadina, non rispettavano le regole stabilite dalla legge. Pandur, leggendo la documentazione raccolta, ha evidenziato alcune disposizioni (come ad esempio quelle relative al fatto che tra ogni cartellone dovrebbe esserci almeno un metro di distanza, che gli stessi non dovrebbero essere posizionati vicino ai segnali stradali, ai semafori o attaccati sui viadotti) e ha esibito in conferenza stampa fotografie di situazioni nel centro città, nei pressi dell’albergo Continental, in via Strossmayer, via Milan Smokvina, all’incrocio che da piazza Tito porta in via Rački, via Ružić, via Scoglietto… E invece… alcuni cartelloni pubblicitari, tra l’altro enormi, sono affissi (come ad esempio una decina di essi, ammassata di fronte al Continental sull’antico muro, tra l’altro bene storico, dovrebbero addirittura essere muniti di licenza edilizia per le loro dimensioni), o attaccati sul ponte ferroviario in zona Scoglietto, o a pochi centimetri dal semaforo, oppure addirittura dai segnali stradali…

Foto: ŽELJKO JERNEIĆ
Una questione apre un’altra…
E mentre gli occhi si aprivano sulla questione, un’altra verità faceva capolino: in via Andrija Kačić Miošić, che una volta era a doppio senso, sono stati abbattuti castagni secolari perché, a quanto pare, disturbavano un semaforo. Oggi non vi è più il semaforo (come abbiamo detto, la strada è ora a senso unico), gli alberi irrecuperabilmente scomparsi e ora cosa c’è, indovinate un po’? Un’insegna pubblicitaria! Una gestione non solo incurante del bene dei cittadini, ma anche senza progetti chiari da seguire e, inoltre, permissiva verso lo spuntare di pubblicità non conformi alla legge e di dubbio affare finanziario.
Un’altra perplessità riguarda la scomparsa degli alberi (genere paulownia) lungo la D404 vicino al campo da gioco in Delta sulla sponda destra della Fiumara, nei pressi della fermata dei bus suburbani: una fila di questa varietà botanica piantata nel 2016 è stata deliberatamente distrutta nel 2021 e, nonostante le richieste di spiegazioni, i vertici e i responsabili non hanno mai fornito dettagli concreti sul motivo. E, per giunta, proprio lì è spuntato un enorme totem pubblicitario digitale! Nessuno sa niente, nessuno capisce. Sembra che il profitto stia sacrificando anche il verde urbano.
Come ciliegina sulla torta, nel settembre del 2023, il Consiglio cittadino ha adottato un nuovo Regolamento per disciplinare la pubblicità esterna, stabilendo che tutti i cartelloni non conformi dovevano essere adeguati entro 18 mesi. Il Dipartimento cittadino per l’urbanistica ha quindi condotto un’analisi, concludendo che la maggior parte delle installazioni dovrebbe essere rimossa, poiché non rispetta il regolamento vigente.
Tuttavia, e qui il vero colpo di scena: il sindaco Marko Filipović, con una delibera del 23 dicembre scorso, ha deciso di prorogare i contratti per un altro anno, di fatto vanificando il termine fissato dal Consiglio cittadino per l’aprile del 2024! Buon Natale a tutti, avrà pensato alzando al cielo il calice per un bel brindisi di menefreghismo collettivo. Siamo nel 2025 e nulla si è mosso, e anche la proroga fissata da Filipović è scaduta, ma Luka Živković
tutto tace…

Foto: ŽELJKO JERNEIĆ
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